domenica 23 novembre 2014

La circonvallazione di Marradi

Un progetto del 1905
ricerca di Mario Catani



L'abitato di Marradi si snoda per più di un chilometro. Tanto c'è dalla stazione ferroviaria al viadotto di Villanceto, che è la porta di ingresso al paese per chi scende dall' appennino.
In questo tratto, lungo il Lamone, si addensano gli edifici del centro storico ma anche i più recenti. Non è una trascuratezza urbanistica, o non lo è del tutto, perché per natura il luogo è un fondovalle stretto, alla confluenza di vallecole laterali altrettanto strette.
In un secolo imprecisato dell'alto medioevo il Paese si formò proprio perché la confluenza delle valli e delle genti avveniva qui e non nella più comoda spianata di S.Adriano.

Il trascorrere dei secoli e le aumentate esigenze di viabilità crearono il problema, che esiste tutt'oggi, visto che Marradi non ha una circonvallazione.

Nel 1905 tutte queste considerazioni erano già evidenti e il comune incaricò l'Ufficio Tecnico di progettare una circonvallazione del centro storico. L'ingegnere del comune dopo aver studiato la situazione propose di risolvere il problema come si vede nelle Tavole seguenti.



Clicca sulle immagini 
se le vuoi ingrandire


Sopra:
I tracciati proposti rispetto 
alla situazione attuale






Facendo mente locale chi conosce i luoghi potrà senz'altro rendersi conto delle difficoltà, dei pregi e dei difetti di questo progetto. Gli altri sappiano che le soluzioni proposte in questi disegni erano del tutto logiche allora e in parte lo sarebbero anche oggi. Il principale difetto era, e ancor oggi sarebbe, l'elevato costo di realizzazione, e infatti il progetto rimase sulla carta.


1916, la lunga strettoia di via Celestino Bianchi 
(dalla Chiesa, punto di scatto, a Casa Randi, 
bianca, sullo sfondo)



Ora però ci interessa quello che scrisse e disse l'ingegnere del comune e non quello che pensiamo noi oggi.





Relazione riguardante
due bracci di strada unenti la via provinciale fiorentina a monte del Paese colla parte della via a valle che prosegue verso Faenza.
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Come prevedevo e come feci osservare all' Illmo Sig. Sindaco e ad alcuni Signori Componenti la Giunta Municipale, la brevità del tempo accordatomi e la cattiva e rigida stagione dei giorni nei quali avrei dovuto lavorare fuori, non mi hanno permesso di disimpegnare secondo il mio desiderio l'incarico, che con officiale in data 8 febbraio corrente mi veniva affidato, di compilare cioè i progetti massima di due bracci di strada che congiungere dovrebbero la via Provinciale a monte del paese al di sopra dello Spedale, con la parte a valle nei pressi della Stazione Ferroviaria, percorrenti uno la zona esterna al caseggiato lungo la sponda sinistra del fiume Lamone, l'altro la zona esterna sulla destra per il Chiuso e Archiroli Campo della Torre ecc.
Soltanto da una breve ispezione dei luoghi ho potuto rilevare il tracciato più conveniente a mio avviso che espongo nell'unita planimetria, e che credo poco dovrebbe scostarsi dalla linea definitiva, qualora uno dei due progetti dovesse effettuarsi.
Per l'andamento altimetrico del terreno lungo il tracciato, ho dovuto procurarmi alla meglio , più ad occhio che con l'aiuto degli istrumenti opportuni, la quota di livello dei vari punti obbligati per formare il profilo longitudinale approssimativo del terreno e crearmi un'idea dei lavori che potranno occorrere.
Presento non ostante quanto ho fatto convinto che sarà per ora sufficiente allo scopo al quale mi si disse dovesse servire.













Tracciato sulla sinistra del Lamone






Il tracciato pel tratto di strada che dovrebbe percorrere il terreno lungo la sinistra del Lamone si staccherebbe dalla via provinciale Fiorentina normalmente ad essa, nel punto dal quale si parte la stradetta che scende al fiume in prossimità del viadotto di Villanceto, attraverserebbe il Lamone nel punto in cui ha la sezione più ristretta con un ponte di una quarantina di metri di lunghezza alto appena sei metri, e dopo il ponte mediate una breve curva seguiterebbe quasi pianeggiante lungo la sponda sinistra del fiume, fino a confondersi con la strada esistente che porta ai mulini dei Signori Mughini, e che allargata a valle e convenientemente rialzata servirebbe al tracciato fino presso il secondo fabbricato che si incontra venendo dai mulini in Casavigoli.
Parte di questo fabbricato, come pure l'altro attiguo dovrebbe essere demolito per il proseguimento della strada, a monte della caserma dei Reali Carabinieri, che verrebbe a congiungersi con la Traversa per Palazzuolo ad un centinaio di distanza dall'imbocco del paese. Da quel punto della provinciale palazzuolese per un piccolo viadotto di m 20 di lunghezza per sette di altezza si attraverserebbe il Fosso di Collecchio e demolita una parte di fabbricato dei signori Costa, e di una parte della casa pure da pigionali dei Signori Piani, e attraversato il resede di detta casa si taglierebbe lo stradone del Poggio e rasentando al disotto la casa più in basso del Poggio il tracciato ritornerebbe nella provinciale Faentina nel punto dal quale dirama anche il Viale della Stazione.
Questo braccio di strada di millecento metri di lunghezza, dovrebbe avere almeno una larghezza di metri sei avrebbe pendenze leggerissime e non si richiederebbe di lavori importanti che la costruzione del ponte sul fiume Lamone, un muro a sostegno del rialzamento del piano stradale nel tratto ove l'attuale strada dei molini è più avallata fra Casa Vigoli e Casa Gianni, e la costruzione del ponte sul fosso di Collecchio.
Il vantaggio di questa strada, oltre a quello grandissimo di una ottima esposizione, sarebbe quello di dare al paese una zona splendida di terreno fabbricativo presso il Poggio e di togliere il transito dall'interno dei veicoli che vanno e vengono da Palazzuolo alla Stazione Ferroviaria.

 

Tracciato sulla destra del Lamone
 





Il tracciato sulla destra del fiume dovrebbe staccarsi dalla Via Provinciale all'angolo del Fosso del Bastione salire al piano di questa fino presso al resede sottostate alla villa del sig. cav. Attilio Bandini, e quasi al livello di quello attraversare mediante un cavalcavia di m 22 di larghezza per 8 di altezza, la via di accesso a detta villa, la via degli Archiroli e il Fosso di Rio di Salto, tagliare il vicolo della Badia di Borgo al di sopra della Casa Bernasconi per scendere nella proprietà Matulli e percorrendo il terreno pianeggiante della Torre abbassarsi di un tre metri almeno nella ripa dove si dovrebbe impostare il ponte sul Lamone. Attraversato obliquamente il Lamone con questo ponte lungo circa m 85 alto 11 e 9 metri, per un tratto di rilevato discendente gradatamente avente un centinaio di metri di percorso si tornerebbe a sboccare nella Provinciale Faentina prima del piazzaletto davanti alla Casa della Croce. I lavori importanti di questo braccio di strada largo almeno 6 metri lungo appena 710 metri consisterebbero nel rilevato del piano stradale dallo stacco della via Provinciale presso la Croce fino al punto di unione col ponte nel Lamone, rilevato che in prossimità del ponte raggiungerebbe i 4 metri di altezza; nel ponte obliquo attraverso il Lamone lungo come si è detto m 85 portante il piano stradale ad una altezza di m 9 sul lato sinistro della corrente, di m 11 sul lato destro e sul cavalcavia attraverso il Rio di Salto, la via degli Archiroli e la stradetta di accesso alla Villa Bandini, lungo m 22 portante il piano stradale ad una altezza di m 8 dal livello del fosso. Questo braccio di strada sarebbe certo da preferirsi all'altro per la sua brevità, per la maggiore prossimità al Paese, e la possibilità di vari comodi accessi dal centro dell'abitato; e inferiore per l'andamento specialmente altimetrico quantunque non riesca cattivo e di molto per l'esposizione. 


Qual era il tracciato migliore nel 1905? Studiate le Tavole del progetto qui allegate, fate mente locale, e se siete di Marradi troverete una risposta.   

Naturalmente  la realizzazione di ambedue i progetti necessitava di espropri  e il bravo ingegnere fece presente il fatto agli amministratori, con un certo tatto:

 ... il preventivo di spesa per le espropriazioni occorrenti alla realizzazione di questi bracci di strada non credo per delicatezza di doverli mettere in cifra ...

 



Fonte: Archivio storico dell'Ufficio Tecnico





 

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