Indagine sul nostro palazzo comunale
ricerca di Lucia Dalle Luche
ricerca di Lucia Dalle Luche
Chi è Lucia Dalle Luche? Oggi è
una dottoressa in Storia dell' Arte, laureata nel 2014 alla Università di Pisa con
una tesi che parla anche del nostro Palazzo Comunale.
Quando venne qui da noi
era ancora studentessa, in cerca di documenti del nostro Archivio Storico
Comunale. E' nata a Viareggio il 22/05/1985 e vive a Camaiore (LU).
Come si capirà leggendo qui di
seguito ha tratto profitto da quanto le abbiamo dato, per sé e anche per noi, ampliando
con molti altri documenti; così ora apprendiamo delle cose che ci riguardano e
che non conoscevamo. Leggiamo:
Estratto dalla tesi di laurea
Allo stato attuale delle
ricerche, niente si conosce circa l’origine del palazzo pretorio di Marradi.
Nel 1892 l’abate Giovanni Mini di Castrocaro, assiduo frequentatore della
cittadina, descrivendo le fabbriche principali, accenna alla presenza di “antichi e vasti palazzi fra cui primeggia
il Comunale”, senza tuttavia fornire alcuna informazione aggiuntiva a tale
presunta quanto vaga antichità (4).
Certo è che, quando nell’agosto
1772 l’ingegnere Agostino Fortini visita l’edificio, trova una struttura in
pessime condizioni, con le mura “tutte
piene di squarci, scollegazioni, e spanciature, con esservi una parte della
loggia fuori di piombo […] dal che ne viene che detta loggia si tira dietro il
muro maestro che è pure strapiombante e sciolto (5) […], una fabbrica inoltre
“molto umida, e quasi fradicia”, “malandata di palchi, mattoni, tetti, che sono
cattivissimi intonachi, impostàmi, e vetrate che non vi è stanza che non abbia
bisogno di essere risarcita” (6).
La descrizione, oltre
all’evidente trascuratezza di cui doveva aver sofferto l’edificio fino a quel
momento, lascerebbe facilmente pensare a una certa antichità della struttura,
composta da murature molto vecchie e per questo assai malandate dal tempo e
dall’incuria.
Nel 1428 i Fiorentini riescono a
strappare Marradi agli antichi proprietari, e il territorio viene aggiunto al
Vicariato di Palazzuolo, costituendo il capitanato di Marradi e Palazzuolo. Il
giusdicente, che è un cittadino fiorentino, risiede per sei mesi in una città e
per sei mesi nell’altra. Nel 1540 le due circoscrizioni vengono separate e
istituiti due capitanati distinti, tuttavia già nel decennio seguente il
capitanato viene riunificato.
Nei documenti dell’Archivio
storico comunale di questo periodo si legge che il Consiglio comunale generale
si raduna “nel solito palazzo del
capitano di Marradi” (7).
L’edificio a cui ci si riferisce è senz’altro il palazzo pretorio in piazza
delle Scalelle, per cui se ne potrebbe ipotizzare la costruzione all’inizio del
secolo precedente, in occasione della conquista fiorentina e dell’instaurazione
del Capitanato.
Non si conosce l’aspetto del
palazzo in quel periodo, ma si sa della presenza di un orologio collocato sopra
una torre, attestata a partire dal dicembre 1583, sotto il quadrante è
affrescata l’immagine della Madonna e al di sopra un tettuccio assicura la
protezione dalle intemperie (8). Il
dipinto e il tetto sono ancora presenti nel 1639, quando entrambi vengono fatti
riparare. Nel 1736 il congegno dell’orologio viene rovinato dall’imperizia del
temperatore e non si riesce più a farlo funzionare a dovere tanto che nel 1766
si stanziano 100 scudi per farne costruire uno nuovo e sistemare la torre;
tuttavia il provvedimento non ha seguito (9).
Negli anni settanta del XVIII
secolo il palazzo, particolarmente degradato, viene completamente
ristrutturato; nella stessa occasione si delibera la costruzione di due
torrette laterali con funzione di torre dell'orologio e torre campanaria,
tuttavia il progetto non viene realizzato a causa delle difficoltà costruttive
e degli alti costi (10). In
occasione delle ristrutturazione viene prodotta la planimetria del palazzo
nello stato in cui si trova nel 1772
(tav. XV), nella quale si nota che al di sopra del porticato del
pianterreno esiste una terrazza, affacciata sulla piazza e coperta da una
tettoia, affiancata da due locali anch'essi a tetto; di conseguenza il piano
superiore consta di una metratura ridotta, arretrata rispetto alla piazza.
L'ingresso principale al piano
nobile è garantito da una scala esterna, addossata al fianco sinistro del
palazzo, mentre l'accesso al secondo piano è costituito da una scala che parte
dal primo piano.
Nel 1775 anche l'orologio viene
rinnovato, con spesa di 200 scudi, dandone incarico all'orologiaio fiorentino
Giuseppe Bargiacchi, che termina il suo lavoro nel giugno 1776 (11).
Alcune riproduzioni fotografiche
della facciata del pretorio, risalenti fra la fine del XIX secolo e gli inizi
del XX secolo, dimostrano l'aspetto dell'edificio, sostanzialmente come uscito
dalla ristrutturazione della fine del secolo precedente (fig 36 - 37). La differenza più evidente con il palazzo odierno
sta nella presenza di una loggia a sole cinque arcate, contro le sette attuali.
L'ampliamento del portico, con
conseguente aggiunta della porzione di corpo di fabbrica soprastante, risale
alla prima metà del XX secolo (12).
A seguito di un forte terremoto avvenuto nel 1919, il palazzo subisce alcuni
danni strutturali per cui si rende necessario un intervento di consolidamento.
La relazione del 1924 dell'ingegner Enrico Vallini (13) include le planimetrie e una sezione del palazzo (fig. 38 - 41) nelle quali si nota
qualche cambiamento rispetto al progetto esecutivo della ristrutturazione del
XVIII secolo (tav. XVI) in
particolare le tre carceri, affacciate sul cortile, sono collocate nella parte
tergale del palazzo su tre piani sovrapposti e sono raggiungibili attraverso
una scala di servizio (14).
Anche la scala esterna, addossata
al fronte laterale del palazzo lungo l'odierna via Fabroni, non è più presente.
Inoltre nelle planimetrie
novecentesche si nota che l'ingresso dell'edificio è collocato in posizione
centrale rispetto alla loggia, proprio in corrispondenza della scala principale
interna a due rampe, mentre i due piani superiori caratterizzati da due ampie
sali prospettanti sulla piazza, sono pressoché collimanti.
Nel corso dell'intervento del
1924 il fabbricato viene ampliato nella parte destra e la loggia allungata di
due arcate (fig. 35); l'ingresso
viene spostato di conseguenza, fino a raggiungere la posizione attuale.
Dopo l'unità d'Italia a Marradi
viene istituita la Pretura. Le carceri, umide e poco illuminate, sono affidate
alla custodia di un guardiano e gestite da una commissione di quattro membri
nominata dal Consiglio comunale (15).
Attualmente il palazzo è sede del
Comune e la maggior parte degli ambienti è stata adattata ad ospitare gli
uffici, altri contengono archivi e magazzini.
Fonti delle notizie
4 Marradi nel 1892, Blog della
biblioteca, 28.01.2013
5 e 6 Archivio di Stato Firenze
Camera di soprintendenza comunitativa, affari diversi, 398 Marradi
7
I Consigli comunali di Marradi, Blog della biblioteca, 07.01.2012
8 - 9 - 11 L'orologio del Comune
di Marradi Giorgetti, 1999, c/o Archivio storico del Comune.
10 Archivio di Stato di Firenze.
Per esteso nei paragrafi 3 e 4 della tesi.
12 - 13 - 14 - 15 Da ricerche
dell'archivista Mario Catani, Archivio storico di Marradi.
Chi ne vuole sapere di più può
consultare la tesi di laurea completa, che è conservata presso la Biblioteca
Comunale di Marradi.
Nessun commento:
Posta un commento