Il ricovero coatto
del poeta
del poeta
dopo l'ennesima sfuriata
ricerca di Claudio
Mercatali
Marradi, via Celestino Bianchi
nei primi anni del '900.
Nella primavera del 1909 Dino
Campana, da poco ritornato dall' Argentina, era a Marradi più agitato che mai. Non
passava giorno senza leticare e le discussioni finivano spesso in una sfuriata
tremenda. Non si ha notizia che Dino abbia ferito qualcuno, però nell' aprile
1909 le escandescenze fuori misura provocarono l'intervento dei Carabinieri. La
caserma era nella casa bianca in fondo alla foto qui sopra e sulla la porta si
intravede lo stemma dell' Arma.
Legione
territoriale
dei
Carabinieri Reali di Firenze
Stazione di Marradi
Processo verbale di arresto del matto furioso Campana Dino per misure
di Pubblica Sicurezza
L'anno 1909 a dì 8 aprile in Marradi noi sottoscritti Capitani Cesare
maresciallo d'alloggio comandante della suddetta stazione, Albaroli Carlo
appuntato carabiniere aggiunto, Guadagnoli Francesco della medesima stazione
rappresentiamo alla competente autorità che verso le ore 20 d'oggi 8 andante il
capoguardia forestale Ignesti Alessandro ci riferisce che poco prima nella
frazione di Biforco Campana Dino di Giovanni d'anni 23, da Marradi, emesso dal
manicomio di Imola da pochi mesi, dava in detta frazione segni di pazzia
furiosa tanto che senza alcun motivo percuoteva e minacciava chiunque lo
avvicinava.
Noi suddetti militari a seguito di tale denuncia in compagnia del
Capoguardia stesso ci mettemmo sulle ricerche del Campana che già dalla
frazione di Biforco era ritornato a Marradi e percorrendo le vie del paese
continuava a minacciare i pacifici cittadini tanto da incutere timore nella
popolazione.
Rinvenutolo in via Fabbroni lo conducemmo con buoni modi in caserma:
egli non oppose resistenza ma appena entrato cominciò tirare pugni e calci e
gridare vigliacchi spie sputando nel viso all' indirizzo di noi tutti ma in
particolar modo del capoguardia Ignesti e del maresciallo Capitani. A viva
forza lo rinchiudemmo in camera di sicurezza per essere col presente verbale
presentato al locale Sig. Sindaco onde possa provvedere all'immediato invio in
un manicomio essendo il Campana riconosciuto per matto furioso dal Dottor
condotto del luogo: copia simile rassegnano al Comando della nostra Tenenza di
Borgo S.Lorenzo significando che perquisitolo sulla persona non gli si rinvenne
alcuna arma.
Guadagnoli Lorenzo, carabiniere aggiunto
Albaroli Carlo, appuntato Capitani Cesare, maresciallo
Che provvedimenti prese il Sindaco?
Leggiamo:
Leggiamo:
COMUNE DI MARRADI
Il Sindaco sottoscritto
In seguito a denuncie specifiche pervenute all' Ufficio Comunale dalle
quali resulta che il sig. Dino Campana di Giovanni, di anni 23, celibe,
domiciliato in Marradi, da qualche tempo non trovasi nella pienezza delle
proprie facoltà mentali e che a cagione di ciò rendesi assai pericoloso
inquantoché ha minacciato anche con armi e nelle ore notturne pacifici
cittadini.
Assunte le debite informazioni e controllata la veridicità delle
denuncie stesse
Visto l'unito certificato medico del Dottor Augusto Pellegrini in data
con cui si dichiara di ritenere il sig. Dino Campana affetto di alienazione
mentale.
In conformità con l'Art 2 della Legge 24 febbraio 1904 n° 36 e 42, del
Regolamento 9 marzo 1908 n° 198
ORDINA
che il nominato Campana venga provvisoriamente ammesso al Manicomio di
Firenze per misure di pubblica sicurezza.
Marradi, lì 9 aprile 1909
Il Sindaco
La caserma dei Carabinieri era
nella casa che oggi è della famiglia Randi. Lo sappiamo perché nel 1889 il
proprietario chiese e ottenne dal Comune questo permesso per allungare l'arco di Casa Vigoli
per ampliarla.
Di fronte, dall'altra parte del
fiume, c'è la casa dello zio Torquato Campana e guardando da quelle finestre il
poeta scrisse la poesia L'invetriata, forse nell'estate del 1909, quando tornò
dal manicomio di Firenze o forse l'anno seguente.
Qui sotto: Casa Randi
(l'ex caserma dei Carabinieri).
(l'ex caserma dei Carabinieri).
Le finestre delle celle
sono quelle piccole
sono quelle piccole
nel piano interrato
Sotto: La casa dello zio Torquato è sulla sponda opposta del fiume. Ai tempi del poeta dalle
finestre il ponte e la caserma si vedevano così:
La sera fumosa d’estate
Dall’alta invetriata mesce chiarori nell’ombra
E mi lascia nel cuore un suggello ardente.
Ma chi ha (sul terrazzo sul fiume si accende una lampada) chi ha
A la Madonnina del Ponte chi è chi è che ha acceso la lampada? - c’è
Nella stanza un odor di putredine: c’è
Nella stanza una piaga rossa languente.
Le stelle sono bottoni di madreperla e la sera si veste di velluto:
E tremola la sera fatua: è fatua la sera e tremola ma c’è
Nel cuore della sera c’è,
Sempre una piaga rossa languente.
C'è rimasto qualcosa della prigione di Dino Campana? Casa Randi venne minata nel 1944 dai Tedeschi in ritirata ma non crollò completamente e nella cantina ci sono ancora le celle, con lo spioncino alla porta. Qui soggiornò il poeta per qualche giorno.
Forse
nella piaga rossa languente di cui disse
nella poesia c'è anche il ricordo della prigione ...
...............................................
Entriamo nella prigione ...
Eccoci nella cantina di questa casa, dove l'attuale proprietario Roberto Randi ha permesso di entrare e di fotografare, interessato da questo racconto. Le porte delle celle ci sono ancora, rivestite di ferro. Perché avrebbe dovuto demolirle?
Se chiudevano bene i carcerati tanto più possono custodire il vino, di cui
queste cantine sono ben provviste.
Dalla finestra della cella si vede
la casa dello zio Torquato,
Clicca sulle immagini
se le vuoi ingrandire
La porta con lo spioncino
è ancora quella di allora.
Gli altri luoghi dove venne
rinchiuso il poeta ci sono ancora?
La prigione di Saint Gilles, in
Belgio, fu distrutta dai Tedeschi durante la Prima Guerra Mondiale, il
manicomio di Tournay fu incendiato dai Tedeschi nella Seconda Guerra Mondiale (l'abbiamo
chiesto ai belgi, non c' è rimasto niente di allora). Il manicomio
dell'Osservanza, a Imola, è stato demolito una decina di anni fa (meno male
perché, in abbandono, era diventato un misero rifugio per disadattati ed
extracomunitari allo sbando). Il manicomio di S. Salvi è stato in parte
ristrutturato e nelle palazzine dove c'erano i matti ora c'è un centro di
socializzazione o rinnovano le patenti di guida agli infartuati.
Il manicomio di Castelpulci non
aveva celle perché era un antico palazzo signorile adattato a ospedale, e ora è
una Scuola Superiore per Magistrati.
Dunque l'unico luogo di
detenzione di Campana che è ancora come
allora è questo, a Marradi.
Sic tempus transit...
(così passa il tempo).
Fonti: Archivio storico del Comune di Marradi. Documenti trovati da Francesco
Cappelli.
Fotografie per gentile
concessione di Roberto Randi.
Interessante il racconto e belle le foto.
RispondiElimina