martedì 19 maggio 2015

Il campanile della chiesa di S.Lorenzo in Marradi

da una ricerca di Luisa Calderoni, Claudio Mercatali, Mario Montuschi




Prima e dopo il 1919


Non si sa di preciso quando venne costruito il campanile della chiesa arcipretale di Marradi. Può darsi che sia contemporaneo alla chiesa attuale, che è della fine del Settecento, ma può anche darsi che sia della chiesa precedente, antichissima, demolita perché danneggiata dal terremoto del 1661 e rimasta con i muri maestri sbilenchi per più di un secolo.
I documenti storici che abbiamo non ci aiutano e la data di fabbricazione della chiesa non conta, perché i campanili hanno quasi sempre una cronologia diversa da quella degli edifici sacri cui sono associati.
Sappiamo però che subì danni devastanti dal terremoto del 1919 e venne completamente ristrutturato, nel modo che si vede qui accanto.
L'aspetto attuale si deve ad una ristrutturazione ancora più recente, (anni Sessanta).

Qualche anno fa l'arciprete don Patuelli diede il permesso di visitarne l'interno, di salire in cima e di fotografare quello che si vedeva.
Ecco i risultati:











A piano terra una stanza dà accesso ad una rampa di scale che permette di cominciare la salita. Siamo in uno dei locali vicini alla sagrestia e nel soffitto si vedono ancora i buchi da cui spuntavano le corde campanarie, prima che venissero messi i meccanismi elettrici.










Una cinquantina di anni fa, uno dei giochi preferiti dai bambini della parrocchia era quello di aspettare che il campanaro Fontini avesse finito il suo lavoro e poi entrare di soppiatto e appendersi alle corde ancora in movimento per farsi trascinare in alto. Il peso della campana grande e soprattutto del Campanone ancora in movimento era sufficiente per sollevare facilmente un bambino aggrappato. Finiva quasi sempre che l'arciprete don Rossi se ne accorgeva e …




La stanza a piano terra ha una decorazione che gli esperti considerano di pregio. Si tratta di alcuni medaglioni di gesso, o di scagliola, murati alle pareti, con immagini sacre, che si distinguono male perché durante una tinteggiatura in anni ormai lontani l'imbianchino tirò diritto ...





Dalla torre campanaria si vede un panorama 
completo e insolito di Marradi.


 

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Le campane sono di secoli diversi:
la campana grossa è il 1663, la mezzana del 1729 e la piccola del 1773.

Il ognuna c'è il motto, l'incisione figurata, il nome del fonditore e del committente. 

Il bronzo è un metallo quasi eterno, che si ricopre di un ossido che aderisce al metallo sottostante e lo protegge. Perciò queste dureranno a suonare ancora per dei secoli.








 Una regola dell'arte campanaria dice che il tono del rintocco è tanto più grave quanto maggiore è il volume della campana e quindi la nota più bassa fra le campane qui accanto è quella della Campana grossa (1663) seguita dalla mezzana e dalla piccola.

Il rintocco più grave è del Campanone, che è la campana più recente, di quasi cento anni orsono.


 



 Questa qui a sinistra è la campana grossa, la più vecchia (1663) com'era qualche anno fa quando siamo saliti. Si noterà che sopra ha ancora il meccanismo che serviva a farla oscillare e il batacchio.
Però da una parte c'è un oggetto metallico che punta al bordo. Questo è il batacchio elettrico che colpisce il bordo e la fa suonare con un impulso dato da un meccanismo a orologeria.














Qui a destra invece c'è la più recente, il Campanone, fuso nel 1921 con il bronzo di un cannone austriaco. Sulla campana sono incisi i nomi dei caduti marradesi nella Prima Guerra Mondiale.

A Maria SS. in memoria dei caduti 
nella guerra 1915 - 18
il popolo di Marradi
Arciprete: Luigi Montuschi Cavina

Bellini Andrea, Naldoni Iacopo, Sartoni Giovanni, Ciottoli Averardo, Betti Antonio, Montefiori Carlo, Pieraccini Luigi, Cantagalli Giovanni, Tagliaferri Giuseppe, Billi Federico, Vignoli Primo, Samorì Enrico, Ragazzini Luigi, Nati Attilio, Fabbri Giuseppe, Fabbri Leonardo, Ciottoli Amerigo, Farolfi Paolo, Zoli Alfredo, Fabbri Giovanni, Benerecetti Filippo, Camurani Emilio, Mercatali Vincenzo, Ravagli Angelo,  Vignoli Pietro, Nati Giuseppe, Barzagli Agostino, Graziani Domenico.

Dispersi: Bassani Carlo, Montevecchi Francesco, Neri Amerigo.

PARTE II

Mengozzi Giuseppe, Bartolini Gino, Bandini Francesco, Visani Felice, Mercatali Francesco, Mazzoni Ferdinando, Ciampini Livio, Maretti Pietro, Sartoni Antonio, Barzagli Domenico, Alpi Vincenzo, Parrini Enrico, Vanni Amerigo, Ferri Antonio, Bassetti Antonio,  Betti Attilio, Cappelli Amerigo, Nati Filippo,  Bambi Federico, Ronconi Aldo, Palli Angelo, Tana Arturo, Ducci Primo, Prati Fortunato, Rivola Battista, Bernasconi Giuseppe, Ierpi Antonio, Assirelli Luigi, Gentilini Alfredo, Calosci Lelio.

Dispersi: Scalini Attilio, Cavina Francesco, Mercatali Emilio, Savini Giuseppe, Perfetti Paolo.


TERZO RAFFANELLI E EMILIO FIGLIO, FONDITORI IN PISTOIA

Vi sembra che i caduti siano molti?
Pensate che sono solo quelli della parrocchia di San Lorenzo e che l'elenco completo, con più di trecento nomi, è tutto attorno al monumento ai caduti.


Il Campanone fu inaugurato alla metà di ottobre di quell'anno e il settimanale faentino L'Idea Popolare (che sarebbe l'antenato dell'odierno periodico Il Piccolo) commentò così la solenne inaugurazione.



Fonti: Emeroteca faentina e periodico Il Marradese.

 

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