da una ricerca di Luisa Calderoni, Claudio Mercatali, Mario Montuschi
Non si sa di preciso quando venne
costruito il campanile della chiesa arcipretale di Marradi. Può darsi che sia
contemporaneo alla chiesa attuale, che è della fine del Settecento, ma può
anche darsi che sia della chiesa precedente, antichissima, demolita perché
danneggiata dal terremoto del 1661 e rimasta con i muri maestri sbilenchi per
più di un secolo.
I documenti storici che abbiamo non
ci aiutano e la data di fabbricazione della chiesa non conta, perché i
campanili hanno quasi sempre una cronologia diversa da quella degli edifici
sacri cui sono associati.
Sappiamo però che subì danni
devastanti dal terremoto del 1919 e venne completamente ristrutturato, nel modo
che si vede qui accanto.
L'aspetto attuale si deve ad una ristrutturazione ancora più recente, (anni Sessanta).
L'aspetto attuale si deve ad una ristrutturazione ancora più recente, (anni Sessanta).
Qualche anno fa l'arciprete don
Patuelli diede il permesso di visitarne l'interno, di salire in cima e di
fotografare quello che si vedeva.
Ecco i risultati:
Ecco i risultati:
A piano terra una stanza dà accesso ad una rampa di scale che permette di cominciare la salita. Siamo in uno dei locali vicini alla sagrestia e nel soffitto si vedono ancora i buchi da cui spuntavano le corde campanarie, prima che venissero messi i meccanismi elettrici.
Una cinquantina di anni fa, uno dei giochi preferiti dai bambini della parrocchia era quello di aspettare che il campanaro Fontini avesse finito il suo lavoro e poi entrare di soppiatto e appendersi alle corde ancora in movimento per farsi trascinare in alto. Il peso della campana grande e soprattutto del Campanone ancora in movimento era sufficiente per sollevare facilmente un bambino aggrappato. Finiva quasi sempre che l'arciprete don Rossi se ne accorgeva e …
La stanza a piano terra ha una decorazione che gli esperti considerano di pregio. Si tratta di alcuni medaglioni di gesso, o di scagliola, murati alle pareti, con immagini sacre, che si distinguono male perché durante una tinteggiatura in anni ormai lontani l'imbianchino tirò diritto ...
Dalla torre campanaria si vede un panorama
completo e insolito di Marradi.
Le campane sono di secoli diversi:
la campana grossa è il 1663, la mezzana del 1729 e la piccola del 1773.
Il ognuna c'è il motto, l'incisione figurata, il nome del fonditore e del committente.
Il bronzo è un metallo quasi eterno, che si ricopre di un ossido che aderisce al metallo sottostante e lo protegge. Perciò queste dureranno a suonare ancora per dei secoli.
Una regola dell'arte campanaria dice che il tono del rintocco è tanto più grave quanto maggiore è il volume della campana e quindi la nota più bassa fra le campane qui accanto è quella della Campana grossa (1663) seguita dalla mezzana e dalla piccola.
Il rintocco più grave è del Campanone, che è la campana più recente, di quasi cento anni orsono.
Questa qui a sinistra è la campana grossa, la più vecchia (1663) com'era qualche anno fa quando siamo saliti. Si noterà che sopra ha ancora il meccanismo che serviva a farla oscillare e il batacchio.
Però da una parte c'è un oggetto metallico che punta al bordo. Questo è il batacchio elettrico che colpisce il bordo e la fa suonare con un impulso dato da un meccanismo a orologeria.
Qui a destra invece c'è la più recente, il Campanone, fuso nel 1921 con il bronzo di un cannone austriaco. Sulla campana sono incisi i nomi dei caduti marradesi nella Prima Guerra Mondiale.
A Maria SS. in memoria dei caduti
nella guerra 1915 - 18
nella guerra 1915 - 18
il
popolo di Marradi
Arciprete: Luigi Montuschi Cavina
Bellini Andrea, Naldoni Iacopo, Sartoni Giovanni, Ciottoli
Averardo, Betti Antonio, Montefiori Carlo, Pieraccini Luigi, Cantagalli
Giovanni, Tagliaferri Giuseppe, Billi Federico, Vignoli Primo, Samorì Enrico,
Ragazzini Luigi, Nati Attilio, Fabbri Giuseppe, Fabbri Leonardo, Ciottoli
Amerigo, Farolfi Paolo, Zoli Alfredo, Fabbri Giovanni, Benerecetti Filippo,
Camurani Emilio, Mercatali Vincenzo, Ravagli Angelo, Vignoli Pietro, Nati Giuseppe, Barzagli
Agostino, Graziani Domenico.
Dispersi: Bassani Carlo, Montevecchi Francesco, Neri
Amerigo.
PARTE II
Mengozzi Giuseppe, Bartolini Gino, Bandini Francesco, Visani
Felice, Mercatali Francesco, Mazzoni Ferdinando, Ciampini Livio, Maretti
Pietro, Sartoni Antonio, Barzagli Domenico, Alpi Vincenzo, Parrini Enrico,
Vanni Amerigo, Ferri Antonio, Bassetti Antonio,
Betti Attilio, Cappelli Amerigo, Nati Filippo, Bambi Federico, Ronconi Aldo, Palli Angelo,
Tana Arturo, Ducci Primo, Prati Fortunato, Rivola Battista, Bernasconi
Giuseppe, Ierpi Antonio, Assirelli Luigi, Gentilini Alfredo, Calosci Lelio.
Vi sembra che i caduti siano molti?
Pensate che sono solo quelli della parrocchia di San Lorenzo e che l'elenco completo, con più di trecento nomi, è tutto attorno al monumento ai caduti.
Pensate che sono solo quelli della parrocchia di San Lorenzo e che l'elenco completo, con più di trecento nomi, è tutto attorno al monumento ai caduti.
Fonti: Emeroteca faentina e periodico Il Marradese.
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