ai potenti paga sempre
ricerca di Claudio
Mercatali
Ci seppero fare i frati
dell'abbazia di S.Maria in Crespino quando nel 1154 offrirono ospitalità a
Enrico il Leone.
Chi era costui?
Era un feudatario tedesco al seguito
di Federico Barbarossa, sceso in Italia a guerreggiare contro i Liberi
Comuni ribelli. Siamo al tempo del Carroccio e della battaglia di
Legnano.
Heinrich von Loewe
(Enrico il Leone)
Enrico, Duca di Baviera, cugino
dell'imperatore, quell' inverno era in difficoltà al Passo della Colla, per la
neve e per il timore di essere aggredito da qualcuno dei suoi tanti nemici. I
frati lo aiutarono e lui se ne ricordò nel 1160 quando convinse
l'imperatore a concedere all' Abbazia il privilegio di cui stiamo per leggere.
La storia ce la racconta Ferdinando
Ughello nel suo libro Italia Sacra, edito nel Seicento e la cosa migliore
è seguire il suo racconto, che bisogna tradurre dal latino, perché allora
quella era la lingua degli atti ufficiali.
Con il privilegio i
frati potevano riscuotere il pedaggio dai viandanti e non dipendevano da
nessuno. Il territorio concesso andava dal Fosso di Viliano (Fantino) al luogo detto Fonte di Pietrasanta (è il nome antico di Casaglia).
Italia Sacra sive
De Episcopis
Italiae
Edito in 2a edizione a Venezia presso Sebastiano
Coleti anno 1717
Ferdinando Ughello, abate
fiorentino, scrive:
Ho presso di me un esemplare del
diploma dell'imperatore Federico, nel quale nell'anno 1160, vivente Giovanni
vescovo di Faenza, il monastero di S.Maria di Crespino, situato sull'Alpe,
nella sua diocesi, fu messo sotto la protezione imperiale, esentato da tutto
sia da Firenze che da Faenza. Per questo il documento, con questa bella azione
del suo tempo, perché si vedano e siano illustrate le cose concesse, non mi
dispiacque trascriverlo alla lettera:
In nome della Santissima indivisibile Trinità, Federico, per divina
sapiente clemenza Imperatore dei Romani sempre Augusto
Poiché arriveremo davanti al tribunale di Cristo, Dio, a rendere
ragione alla sua santa maestà nel giorno del giudizio, se per l'imprevidenza
delle nostre decisioni degli uomini in cammino dovessero morire, nessuna cosa è
più importante al mondo della spesa fatta per costruire fonti e ricoveri nei
luoghi di passaggio, soprattutto nei monti dove devono passare gli uomini di
dio. E' per i nostri fedeli sudditi,
presenti e futuri in Italia, che noi per amore di Gesù Cristo e per nostra
volontà e per la salute di tutti poniamo il monastero della gloriosa Maria di
Crespino, dell'Ordine di S.Benedetto Abate, monaco, e tutti quegli appartenenti
a questo Ordine e tutte le cose buone di detto monastero, mobili e immobili
sotto la nostra protezione e prendiamo sotto tutela benignamente tutti gli altri uomini abitanti nella vostra terra ...
Tutto bene dunque? Non del tutto, perché secondo gli studiosi B.Cattani, mons. F.Lanzoni e R Volpini la concessione imperiale del 1160 in realtà sarebbe in parte falsa, rielaborata e ampliata ad arte dai monaci di Crespino nel 1300, quando si fece più insistente la pressione del Comune di Firenze.
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