nell'appennino
di Claudio Mercatali
L'Italia nel Miocene medio
(10 - 12 milioni di anni orsono).
Certamente no, sulla Terra non c'è mai stata
tanta acqua da fare questo.
Sono gli antichi fondali marini che sono stati compressi, accartocciati e sollevati dalla deriva dei continenti.
Dunque se giriamo nell' appennino percorriamo un antico fondale sconvolto.
Sono gli antichi fondali marini che sono stati compressi, accartocciati e sollevati dalla deriva dei continenti.
Dunque se giriamo nell' appennino percorriamo un antico fondale sconvolto.
delle valli
del Lamone e del Senio
La tettonica
Lo sforzo tettonico (di
sollevamento) ha portato in superficie le rocce che si formarono sotto al
fondale di un mare che non esiste più, nell' epoca detta Miocène (12 – 18
milioni di anni fa) e quindi questa è l'età media della pietra dei nostri
monti.
A quei tempi l'Italia non era uno stivale ma un arcipelago, come si vede nella figura qui sopra, che
viene da uno studio molto noto dei geologi Azzaroli e Cita.
Una faglia è una rottura con
spostamento delle parti, una specie di frattura scomposta della montagna.
E' evidente che per sollevare tutto il riempimento di un mare servono delle forze enormi in azione per milioni di anni. Perciò le rocce marine, che quando erano sotto il mare stavano in piano, ora sono piegate e spezzate in cento modi.
E' evidente che per sollevare tutto il riempimento di un mare servono delle forze enormi in azione per milioni di anni. Perciò le rocce marine, che quando erano sotto il mare stavano in piano, ora sono piegate e spezzate in cento modi.
Se la forza che ha agito è stata
molto forte, può darsi che le rocce siano in verticale, ruotate di 90° rispetto
alla loro posizione originaria. Questo è il caso che ci interessa ora, perché
la rotazione ci permette di vedere che cosa c'è sopra e sotto gli strati.
della Colla di Casaglia
Ma perché guardare sotto le
rocce? Che cosa cercano i geologi (e quindi anch'io) quando guardano sotto i
banchi d'arenaria? Cercano le tracce di quello che succedeva in fondo al mare
del Miocene. Il tratto di strada che va dal Passo della Colla a Prato
all'Albero è il posto giusto per questo genere di osservazioni. Qui c'è una
grande faglia a strati verticali e andando semplicemente lungo la strada c'è la
comodità di poter "leggere" gli strati come se fossero le pagine di
un libro. Che cosa si trova?
Sono il calco dei
solchi prodotti dalla corrente nel fondale marino fangoso, riempiti dalla
sabbia dello strato successivo.
Ce ne sono tanti tipi, a
seconda della forza della corrente che li scavò.
Quasi sempre osservando il
calco dei vortici si riesce a capire il verso della corrente. Nella foto qui
sopra
il verso è dall'alto verso il basso ... e qui accanto?
... Non è difficile, ingrandite la foto e provate voi ...
I groove cast sono dei solchi prodotti dalla corrente marina che trascinava piccole pietre o resti di animali nel fondale fangoso. Anche questi sono dei calchi, stampati nella sabbia dello strato successivo.
Hanno una forma sempre
rettilinea, perché l'oggetto trascinato scavava un solco diritto nel fango del
fondale. Nel caso qui accanto c'è una confluenza di correnti e le strie si
uniscono.
I ripple mark sono delle
ondulazioni prodotte dalla forza di trazione delle correnti marine sulla
sabbia.
Si formano anche oggi e si vedono bene nelle spiagge durante la bassa
marea.
Sono le impronte più comuni e danno la laminazione, cioè l' andamento
ondulato e laminare
della roccia.
della roccia.
Anche qui tutto dipendeva dalla
forza della corrente: per avere dei bei ripple mark serviva (e serve) una
corrente debole, magari un po' divagante.
Se il flusso è forte o cresce i
ripple non si formano e la roccia assume un aspetto massiccio. E' il caso mostrato
qui accanto a sinistra: non facciamoci ingannare, le rocce sono in verticale per effetto
dello sforzo tettonico, ma la loro posizione originaria era orizzontale, con lo
strato B in basso e lo strato A in alto.
Nel tempo B sul fondale arrivava
poca sabbia, distribuita in tanti straterelli dalle deboli correnti profonde.
Poi deve essere successo qualcosa ed è arrivata una corrente forte (si capisce
dai flute cast fra i due strati) e una gran quantità di sabbia che ha formato
lo strato massiccio A.
Però sono arrivate a noi le
tracce dei bentonici, cioè degli animali che vivevano nel fondale, i buchi
delle loro tane, le loro impronte e tanti resti vegetali. Vediamo i casi più
comuni.
Dunque le piste di nutrizione sono
delle tracce di organismi bentonici mobili, cioè di animali che strisciavano
sul fondale alla ricerca di cibo. Hanno spesso un andamento sinuoso e casuale.
di piste di nutrizione
Le bioturbazioni nel più classico dei casi sono delle tane a cilindro scavate dai bentonici fissi, cioè dagli animali marini che si nascondevano sotto la sabbia, come fanno oggi le vongole.
In genere i resti dell' animale non si trovano, però rimane la sua tana riempita di sabbia cementata.
I resti fossili sono di tanti
tipi. Quelli classici nei nostri monti sono gli stampi delle conchiglie dei
bivalvi tipo Patella o Lucina, che sono specie ancora oggi presenti.
A sinistra: Bioturbazioni e il calco
C'è anche una gran varietà di
resti di foglie e rametti. Non sono mai a giorno, perché all'aria si ossidano
rapidamente e si distruggono. Per trovarli occorre battere l'arenaria nel senso
delle lamine e aprirla come si fa quando si apre un libro infilando i pollici
fra le pagine. I pazienti cercatori di resti vegetali portano con sé una
bomboletta di vernice trasparente spray, per isolare il fossile dall'aria
subito dopo il suo ritrovamento.
A destra: Calchi di
organismi marini di difficile interpretazione.
Tutto questo e altro ancora si
trova nella faglia della Colla di Casaglia ed è facile da vedere e da toccare,
perché i pezzi d'arenaria si staccano con il ghiaccio e cadono ai piedi della
pendice, dietro le reti paramassi.
La faglia della Colla
di Casaglia
(strada per Palazzuolo di Casaglia
sul Senio)
Salve, ho letto per caso l'articolo su fossili e bioturbazioni, mi piacerebbe un parere proprio su una traccia che ho recentemente trovato in zona Casola Valsenio, quindi sempre nella medesima serie marnosa arenacea. Ho inserito qui alcune foto:
RispondiEliminahttps://www.facebook.com/photo.php?fbid=10214407357764243&set=o.1496820510546663&type=3&theater
la zona di Casola è più giovane di circa 4 -5 milioni di anni e a quel tempo il mare del Miocene era già quasi pieno di detriti. Siamo prossimi al Messiniano, l'epoca dei depositi di gesso di Borgo Rivola. Detto questo le tracce sono bioturbazioni quasi di sicuro.
EliminaIn archivio c'è anche una ricerca sul gesso. saluti