mercoledì 25 gennaio 2017

1919 I Patti Agrari

Un duro contrasto 
a Marradi
nel "biennio rosso"
Ricerca di Claudio Mercatali


Gli anni 1919 - 1920 sono quelli del "biennio rosso" , caratterizzato da lotte operaie e contadine che portarono anche all' occupazione di tante fabbriche nel settembre 1920.
Qui da noi le agitazioni riguardarono il mondo contadino, perché le fabbriche non c'erano. Ci furono tumulti per il prezzo dei generi alimentari, scioperi, picchetti e scontri.

L'Italia era il crisi, in conseguenza della Prima Guerra Mondiale e l'inflazione falcidiava i salari. Il peggioramento delle condizioni di vita dei contadini fu la causa dell' ondata di agitazioni del  1919.




Ecco, questo è il quadro complessivo che spiega la richiesta insistita di rinnovare i Patti Agrari a condizioni più favorevoli per i contadini, a scapito dei diritti dei padroni terrieri, ritenuti eccessivi.




Si  attivarono tutte le associazioni di categoria, quelle cattoliche che facevano riferimento al PPI (Partito Popolare Italiano) e quelle del PSI (Partito Socialista Italiano). In questi due articoli comparsi nel settimanale Il Piccolo (di ispirazione cattolica) e Il Socialista si confrontarono due punti di vista ...


Di quanto erano peggiorate le condizioni di vita nei primi anni del dopoguerra? Ecco una ricerca del settimanale faentino Il Socialista, che quantifica l'andamento dei prezzi rispetto all' anteguerra:




Clicca sulle immagini
se le vuoi ingrandire




Nei mesi successivi le organizzazioni cattoliche di Marradi riuscirono a riannodare i fili spezzati e la trattativa dei contadini con il proprietari terrieri andò a buon fine. Nel febbraio 1920 in paese c'era un clima di soddisfazione, per la firma del nuovo Patto Agrario.









L'Idea Popolare era il nuovo nome del settimanale Il Piccolo, che era diventato l'organo ufficiale del PPI nella nostra zona.

Ebbe questa funzione fino alla fine del 1922, quando venne chiuso d'autorità dopo la Marcia su Roma.

La diocesi faentina ottenne dal nuovo Regime Fascista il permesso di continuare le pubblicazioni, cambiando il nome in "Il Nuovo Piccolo", un tristissimo settimanale che si occupava solo di questioni di parrocchia.

Fonte: Biblioteca comunale di Faenza


 

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