martedì 31 gennaio 2017

Un hotel alla Colla di Casaglia

Breve storia di un albergo
ricerca di Claudio Mercatali


L'albergo oggi



Nel 1898 venne costruito l' Hotel Casa dell'Alpe, più noto come Albergo Gran Fonte dell' Alpe.
L'edificio c'è ancora, ormai cadente e sulla facciata si legge la sua insegna arrugginita.
Quando ero ragazzo ricordo che lì di fronte, sedute, spesso c'erano due vecchine e credo che fossero le ultime proprietarie dell' albergo ancora attivo, almeno in teoria ...
  



L'albergo
ai tempi d'oro





I primi proprietari, alla fine dell' Ottocento, furono i fratelli Sicuteri, padroni di grandi estensioni di terre e boschi alla Colla di Casaglia e verso il Giogo. Questa era una famiglia di pastori e allevatori mugellani, originaria di Razzuolo, che si incontra talvolta nelle cronache dell' Ottocento. L'abilità negli affari, ben condotti per alcune generazioni, li aveva arricchiti e a fine secolo, essendo cambiati i tempi e le attitudini, alcuni di loro smisero con l'allevamento e investirono l'ingente patrimonio in immobili, a Firenze e nel Mugello. Una delle iniziative dei fratelli Sicuteri fu appunto la costruzione di un albergo in cima alla Colla, nelle loro terre.

L'idea non era male, perché il sito è fresco, ricco d'acqua, in mezzo ad un ambiente adatto per le escursioni e il riposo dalle fatiche cittadine. E' il primo tentativo di sfruttare i nostri monti dal punto di vista turistico. Le cose non andarono bene e dopo qualche tempo l'albergo si ridusse a un semplice ostello per pochi viandanti.

Nel dicembre 1898 il Messaggero del Mugello, un giornale che si stampava a Borgo S.Lorenzo, diede la notizia dell' imminente apertura dell' albergo:

NUOVA STAZIONE CLIMATICA
SUL NOSTRO APPENNINO

La Casa dell' Alpe, podere di proprietà dei signori Sicuteri nella prossima estate sarà trasformata in una vera e propria stazione climatica, diretta dal sig. Molinelli della Madonna dei Tre Fiumi. La felice posizione alpestre di quella località, la ricchezza delle sorgenti di acqua purissima, la bellezza delle faggete secolari e dei prati verdi che la circondano, sono tali pregi da renderla preferita a molte altre stazioni consimili.

La vicinanza della ferrovia, la strada provinciale faentina ampia e facile che conduce fino alla porta dell' albergo, sono tali prerogative di comodità, che non appena saranno conosciute dal pubblico grosso e grasso che si diverte, saranno sfruttate a gara dagli assetati di aure pure e balsamiche e  d'acque salubri e fresche.
Per le signore e signorine le ombre di Frassinello e quelle più dense di Cà di Marcone saranno certamente le più simpatiche attrattive; poiché le immani braccia forzute dei grandi faggi, offrono la più gradita ospitalità quando nel Sollione i raggi di Febo non riscaldano, ma scottano addirittura la pelle di chi ad essi si espone. Auguriamo all'intelligente e coraggioso intraprenditore, spessi e lauti affari.

L'albergo fu reclamizzato a dovere, attraverso inserzioni e articoli di giornale. I proprietari puntavano ad una clientela cittadina di lusso e offrivano servizi moderni e comodità.

Ecco qui accanto un raffinato articolo che parla dell' inaugurazione di Casa dell' Alpe, nell' agosto del 1899. Ci fu gran festa, quel giorno, in cima alla Colla:

... all' umile sottoscritto è toccata quest' anno la fortuna di aver da un amico, per cui sarà eterna gratitudine, l' indirizzo di questa Casa dell' Alpe, adagiata ai piedi di un monte, all' altezza di 876m, circondata da alte, ombrose e fresche faggete ...

...  qui si ripete quanto nel fervore ascetico esclamavano gli eremiti della bella e terribile età (?): O solitudo sola et vera beatitudo!

... ideata dagli intraprendenti fratelli Sicuteri, benemeriti e parlo ex imo corde (=  dal profondo del cuore) per aver riattata e adattata questa casa a comodo albergo; favorita e caldeggiata dai parroci di S.Giovanni, Ronta e specialmente di Casaglia ...

... memori che "se oported laudare Deum in cymbalis bene sonantibus", (dal Salmo 150: è opportuno lodare Dio in allegria) ogni nostra azione deve avere inizio dal culto divino, questi pii Priori, in seguito a regolare permesso, eressero un altare in mezzo a un bel prato per la celebrazione della Messa ...

... furono poi innalzati palloni aerostatici, furono ballate delle danze con molto slancio da questi pastori con certe movenze da suscitare l' ammirazione di un maestro di coreografia ... 

... chiuse la festa una corsa alla romana, senza sella, davvero emozionante ...




10 commenti:

  1. IO ci sono stata fin da quando avevo quattro o cinque anni a trascorrere le vacanze estive con la mia famiglia. Ossia dai primi anni '50 fino al 1960. Ho ancora parecchie foto di quelle vacanze. Le due sorelle si chiamavano Ede ed Ada, erano responsabili della gestione ma la proprietà era del marchese Sacchetti che - se ben ricordo - aveva a che fare col Vaticano. Essendo amiche di mia madre, ho incontrato fino all'ultimo le due sorelle che, caparbiamente, hanno continuato a gestire l'albergo, malgrado la proprietà non avesse effettuato migliorie nel corso dei decenni. Peccato, perché la struttura era bella e il luogo molto piacevole ....

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  2. Che peccato... Io sono testimone degli ultimi 40 anni di decadenza... Faccio spesso la strada del Passo...collegamento tra le mie due case di Faenza e Pistoia.

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  3. Quanti ricordi mi ha risvegliato questo articolo! Anch’io come la Sig.ra Antonia Torchi ho conosciuto le responsabili, Ada ed Ede, quando nel settembre del 1978 passai una settimana nell’hotel. La signora Ede all’epoca era molto avanti negli anni e faceva fatica a camminare. L’hotel in quel periodo ospitava solo persone pensionate che venivano lì a prendere l’aria buona e si meravigliavano che un giovane frequentasse quel luogo piuttosto isolato e non adeguato ai tempi (io all’epoca ero sedicenne). Quando la Sig.ra Ada seppe che ero li con un metal detector (quella è una zona di passaggio della linea Gotica) iniziò a raccontarmi di alcuni episodi della Seconda Guerra mondiale e di come l’albergo, sequestrato dagli inglesi, era diventato un punto di raccolta dei morti e feriti alleati e di dove lei e sua sorella avevano nascosto le argenterie durante il passaggio del fronte per non farsele rubare dai soldati. Grazie per il bell’articolo!

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    1. Ricordo anch'io le due sorelle che viserò lì gli ultimi anni in compagnia di un cagnolino. Se non sbaglio ancor prima degli inglesi, fu occupato dai tedeschi che da lì dirigevano le opere di costruzione delle fortificazioni. Credo che nei pressi ci fosse anche una piccola polveriera, dove i tedeschi custodivano gli esplosivi da utilizzare per i lavori.

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    2. Si, grazie della precisazione. Difatti la polveriera si trovava in una piazzola un po' in disparte rispetto alla strada a meno di 100 metri in linea d'aria dall'hotel (raccontatomi da chi fu testimone oculare dei fatti).

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  4. Io ho ricordi precedenti ai vostri. Ci sono stata ragazzina, se non sbagli negli anni sessanta quando l'albergo ospitava come stazione climatica gli ex malati del Banti di Pratolino. Queste persone, che il babbo, la mamma ed io andavamo a trovare, soggiornavano lì per l'estate, con un probabile contributo del Banti stesso. Ricordo con una vivezza incredibile le bellissime apparecchiature, la posateria di pregio i piatti di porcellana, i bicchieri di cristallo, il cibo ottimo e quel sentore di gioia che si avverte nel luoghi dove si cerca di spegnere la tristezza.

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    1. Mi fa piacere che anche a lei sia rimasto impresso quel luogo. Ci si lascia il cuore tra quei monti!

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  5. Sarebbe possibile un recupero? c'è acqua lì vicino...

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