finora
sconosciuto
ricerca di Claudio Mercatali
Nella storia di Marradi la
famiglia Fabroni si incontra a ogni piè sospinto, perché era una vera e propria
genìa, prolifica, attivissima e politicamente inaffondabile.
Il cognome è già
un piccolo enigma, perché si trova scritto con una "b" o con due,
come se la famiglia fosse multipla.
Ci sono i Fabroni di Pistoia (la
città d'origine), quelli di Livorno, i Fiorentini, i Marradesi, quelli di
Tredozio e altri ancora.
Romualdo Maria Magnani (1742)
dà notizia dei Fabroni trasferiti a Faenza
Mancava un ramo di Fabroni
faentini, che però per caso è stato trovato. Lo storico Romualdo Maria Magnani ci racconta che alla fine del Quattrocento
il colonnello Domenico Fabroni, detto Il Ploia (la
pioggia), si trasferì da Marradi a Faenza, al servizio del conte Astorre
Manfredi, signore della città. Nel novembre del 1500 era comandante delle
milizie faentine quando il duca Cesare Borgia assediò la città. Faenza
resistette sei mesi sotto i cannoneggiamenti del potente Duca, che era figlio
naturale del papa e spadroneggiava nelle Romagne.
L'assedio di Faenza
nel racconto di Michel
Angelo Salvi (1662)
Da Michel Angelo Salvi apprendiamo che Il Ploia morì sulle
mura negli ultimi giorni di assedio cercando di resistere ancora.
I suoi
famigliari rimasero a Faenza e siccome erano marradesi, al cognome Fabroni pian
piano si sovrappose il soprannome "i Marradi" . Poi nel 1563 quando il
Concilio di Trento sancì definitivamente l'uso dei cognomi essi furono
registrati come "Marradi".
Un'altra descrizione dell'assedio,
fatta da Gian Marcello
Valgimigli (1864)
La storia è curiosa, però è
chiara e nei blasonari Baccarini, Calzi e Tassinari delle famiglie storiche
faentine, conservato alla Biblioteca comunale Manfrediana si vede il cognome e
la figura di un cavaliere un po' abbacchiato, con la lancia spezzata,
sconfitto, come fu appunto Il Ploia, il capostipite.
Oggi il cognome Marradi
in Emilia Romagna non esiste più.
Però nei testi antichi qualche componente della famiglia faentina Marradi si trova, come si vede qui sotto.
Historie di Faenza
di Giulio Cesare Tonduzzi
(1675)
Ad esempio apprendiamo dallo storico Tonduzzi che Giulio Cesare Marradi nel 1642 fece parte di una ambasceria mandata da Faenza a trattare con Odoardo Farnese duca di Parma, che si avvicinava minaccioso
e il cavalier Valerio Marradi nel 1675 fu uno dei Cento Pacifici
(la Magistratura faentina che cercava di dirimere le controversie e le liti).
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