Con le ciaspole da Biforco
alla valle della badia del Borgo
resoconto di Claudio Mercatali
Il monte visto da Marradi
(dal podere I Vignoli, Casa della Volpe)
Dov'è questo monte dal nome
buffo? Da Marradi si vede bene, é vicino, dalla parte della Badia del Borgo, ma
molti non sanno che si chiama così. E' un rilievo esteso, con la cima a 780m di
quota, duro da affrontare da ogni lato. I sentieri delle Scarabattole sono
faticosi, complicati e piacevoli, d’estate e d’inverno. Questo che segue è un
trekking fatto il 22 febbraio 2015, che si potrebbe fare anche questa
settimana, non appena uscirà il sole. Ecco il ricordo di allora:
Oggi, 22 febbraio, il mio trekking
va da Biforco (330m) a Vangiolino (560m) e alla bocchetta di Chiusigno (max
701m). Poi giù, in un castagneto enorme, fino a Valcuccia. La mappa qui accanto
chiarirà tutto.
Il versante da fare in salita è
panoramico e a solame. Si vede la valle del Lamone fino alla zona di Crespino e
la valle del torrente Campigno quasi fino al crinale dell' appennino. Da Biforco a Vangiolino cammino
lungo una strada vicinale, innevata, sulla quale vado benissimo perché affondo
solo per dieci centimetri.
La vista di Biforco mi fa
compagnia e mi dà la misura di quanto salgo, perché le case diventano
piccole e lontane, laggiù in basso.
Sopra: Biforco Sotto:
Il Castellone visto da Vangiolino
Il Castello di Marradi, che dal
paese sembra tanto in alto, da qui si vede alla pari, nel monte di fronte.
Siamo stati là, con questo blog, il 6 febbraio del 2012, a fare un trekking
come questo, descritto nell'archivio tematico.
A Vangiolino finisce la strada e la
musica cambia. Procedo su uno spessore di quaranta centimetri di neve consistente,
ghiacciata in superficie, sulla quale devo trovare il passo giusto.
Dopo un po' il livello di fatica
si stabilizza e posso guardarmi attorno. Il sito è panoramico, l'aria è limpida
e il sentiero si riconosce bene, perché una volpe di ritorno da qualche
scorreria ha lasciato le sue orme. Accetto di buon grado la fatica, perché devo
guadagnare quota e so che poi sarò ripagato da una bella visuale. Ecco, ci
siamo: il monte delle Scarabattole è là, di fronte a me.
Il monte delle Scarabattole
Che cosa sono le
"scarabattole"?
Il vocabolario ci dice che sono "le cose
rinfuse" o "le cianfrusaglie", però qui in paese non c'è
memoria di nessun episodio che giustifichi questo nome e quindi non si sa
perché il monte si chiama così.
Ora devo percorrere l'orlo
superiore della valletta di Chiusigno, cioè il crinale a sinistra in questa
foto, fino alla bocchetta, che si vede laggiù in fondo, vicino alla nuvola. Che cos'è una
"bocchetta"? Nel dialetto marradese con questa parola si intende una
sella su un crinale, attraverso la quale si va da un versante all'altro di un
monte. Le bocchette sono spesso siti di caccia, perché
lo stormo degli uccelli tende a valicare i monti alla quota minore possibile. La
Bocchetta di Chiusigno, detta anche del Fragoleto, fa da spartiacque fra il torrente
di Campigno e il fosso della Badia del Borgo.
Chiusigno è la casina in mezzo alla neve nella foto qui a destra. Ora la vetta del Monte delle Scarabattole
è qui sopra di me perché sono alla bocchetta e mi fermo a mangiare.
Gli esperti
di trekking nella neve raccomandano di mandare giù qualcosa di dolce ogni due
ore, anche se non si ha appetito, per evitare la "crisi di fame" cioè
il calo di zuccheri, con il quale arrivano i crampi e i guai. Allo stesso modo
bisogna bere prima di avere sete, perché in una salita come questa, con un
dislivello di 370m in 2 km si perde facilmente 1 litro d'acqua anche se la
temperatura è a -2°C come oggi.
Il paesaggio invita, perché è una
specie di carta geografica dal vivo, però il vento gelido raffredda rapidamente
il sudore addosso.
Attraverso la bocchetta e cambio versante. Ora la situazione
è diversa e si tratta di scendere lungo un castagneto enorme e bellissimo.
In pratica bisogna percorrere la
valletta qui accanto per tutta la sua lunghezza, tenendosi nel fondovalle, dove
si vede la neve.
Clicca sulle immagini
se le vuoi ingrandire
La discesa lungo i castagneti
innevati è gustosissima. Si affonda fino al ginocchio si sprofonda nonostante le ciaspole.
Il freddo è pungente, perché il
versante è in ombra. A Marradi non c'è un solo castagneto a solame. Gli agronomi
dicono che questi frutteti vennero impiantati a bacino perché d'estate, quando
c'è la fioritura e comincia la fruttificazione questi siti garantiscono meglio
dalla siccità apicale e il terreno rimane umido più a lungo dopo i temporali.
I
vecchi del posto parlavano in modo meno forbito ma il concetto era già chiaro
anche a loro:
" L'è l'acqua ed luj (luglio) cla fà maturé i marò ".
Ritorno verso il mondo civile e
là in fondo compare il primo podere abitato, Le Case Nuove di Valcuccia.
Dopo qualche centinaio di metri
sbocco nella valle della Badia del Borgo e rientro in paese da questo gruppo di
case, La Presìa.