Lanfranco Raparo, Marradi

Lanfranco Raparo, Marradi

mercoledì 28 febbraio 2018

L'Archivio storico delle elezioni


Come votarono i Marradesi
dal 1948 al 2013
ricerca di Claudio Mercatali







Nel 1948 ci furono le prime elezioni politiche del dopoguerra. Finalmente votarono anche le donne. Il tema di fondo della campagna elettorale era il confronto diretto della DC e dei suoi alleati con il Fronte Popolare social comunista. Stravinse la DC che in campo nazionale ottenne la maggioranza assoluta.







Nel 1953 il sistema proporzionale puro (del 1948) venne modificato, aggiungendo un premio di maggioranza che assegnava il 65% dei deputati alla lista o al gruppo di liste che avesse ottenuto almeno il 50% dei voti validi. La legge entrò in vigore nel marzo del 1953 e fu duramente contestata dai partiti della Sinistra, che la soprannominarono "legge truffa". La DC contava di superare il 50% ma l'obiettivo non venne raggiunto e il premio di maggioranza non scattò.



Nel 1958 si tornò a votare con il sistema proporzionale, senza premio di maggioranza, ma con due sistemi diversi, per Camera e Senato. Marradi allora era un comune con 4.300 elettori e la DC ottenne 1620 voti contro i 963 del PCI e i 915 del PSI.



Nel 1968 la DC rimase
costante e il PCI avanzò.
 
Nel 1979 ci furono le prime elezioni per il Parlamento europeo.



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Negli anni 1991 - 1992, dopo lo scandalo "Tangentopoli" cambiarono tutte le formazioni politiche e dalle schede elettorali scomparvero i simboli tradizionali.

Si votò con la legge Mattarella, maggioritaria al 75% e proporzionale per il 25%
dei seggi in palio.




Nel 1996 vinse la formazione dei Progressisti, contrapposta al Popolo per le libertà di Silvio Berlusconi.

La legge elettorale era sempre quella di Mattarella, il cosiddetto Mattarellum.





 

Nel 2008 e nel 2013 si votò con la legge Calderoli, detta anche Porcellum, che era proporzionale con premio di maggioranza.




















Fonte: I dati e le tabelle vengono dall'Archivio storico della Camera dei Deputati.


lunedì 26 febbraio 2018

Un trekking fino al monte delle Scarabattole

Con le ciaspole da Biforco
alla valle della badia del Borgo

 resoconto di Claudio Mercatali

  
Il monte visto da Marradi
(dal podere I Vignoli, Casa della Volpe)

 
 
Dov'è questo monte dal nome buffo? Da Marradi si vede bene, é vicino, dalla parte della Badia del Borgo, ma molti non sanno che si chiama così. E' un rilievo esteso, con la cima a 780m di quota, duro da affrontare da ogni lato. I sentieri delle Scarabattole sono faticosi, complicati e piacevoli, d’estate e d’inverno. Questo che segue è un trekking fatto il 22 febbraio 2015, che si potrebbe fare anche questa settimana, non appena uscirà il sole. Ecco il ricordo di allora:



Oggi, 22 febbraio, il mio trekking va da Biforco (330m) a Vangiolino (560m) e alla bocchetta di Chiusigno (max 701m). Poi giù, in un castagneto enorme, fino a Valcuccia. La mappa qui accanto chiarirà  tutto.
 
 
 
 
Il versante da fare in salita è panoramico e a solame. Si vede la valle del Lamone fino alla zona di Crespino e la valle del torrente Campigno quasi fino al crinale dell' appennino. Da Biforco a Vangiolino cammino lungo una strada vicinale, innevata, sulla quale vado benissimo perché affondo solo per dieci centimetri.
La vista di Biforco mi fa compagnia e mi dà la misura di quanto salgo, perché le case diventano piccole e lontane, laggiù in basso.

 Sopra: Biforco    Sotto: Il Castellone visto da Vangiolino
 Il Castello di Marradi, che dal paese sembra tanto in alto, da qui si vede alla pari, nel monte di fronte. Siamo stati là, con questo blog, il 6 febbraio del 2012, a fare un trekking come questo, descritto nell'archivio tematico.

A Vangiolino finisce la strada e la musica cambia. Procedo su uno spessore di quaranta centimetri di neve consistente, ghiacciata in superficie, sulla quale devo trovare il passo giusto.

Dopo un po' il livello di fatica si stabilizza e posso guardarmi attorno. Il sito è panoramico, l'aria è limpida e il sentiero si riconosce bene, perché una volpe di ritorno da qualche scorreria ha lasciato le sue orme. Accetto di buon grado la fatica, perché devo guadagnare quota e so che poi sarò ripagato da una bella visuale. Ecco, ci siamo: il monte delle Scarabattole è là, di fronte a me.
 
 
Il monte delle Scarabattole

 
 
Che cosa sono le "scarabattole"?
Il vocabolario ci dice che sono "le cose rinfuse" o "le  cianfrusaglie", però qui in paese non c'è memoria di nessun episodio che giustifichi questo nome e quindi non si sa perché il monte si chiama così.

Ora devo percorrere l'orlo superiore della valletta di Chiusigno, cioè il crinale a sinistra in questa foto, fino alla bocchetta, che si vede laggiù in fondo, vicino alla nuvola. Che cos'è una "bocchetta"? Nel dialetto marradese con questa parola si intende una sella su un crinale, attraverso la quale si va da un versante all'altro di un monte. Le bocchette sono spesso siti di caccia, perché lo stormo degli uccelli tende a valicare i monti alla quota minore possibile. La Bocchetta di Chiusigno, detta anche del Fragoleto, fa da spartiacque fra il torrente di Campigno e il fosso della Badia del Borgo.

 
Chiusigno è la casina in mezzo alla neve nella foto qui a destra. Ora la vetta del Monte delle Scarabattole è qui sopra di me perché sono alla bocchetta e mi fermo a mangiare.
 
 
 

 
 

Gli esperti di trekking nella neve raccomandano di mandare giù qualcosa di dolce ogni due ore, anche se non si ha appetito, per evitare la "crisi di fame" cioè il calo di zuccheri, con il quale arrivano i crampi e i guai. Allo stesso modo bisogna bere prima di avere sete, perché in una salita come questa, con un dislivello di 370m in 2 km si perde facilmente 1 litro d'acqua anche se la temperatura è a -2°C come oggi.

Il paesaggio invita, perché è una specie di carta geografica dal vivo, però il vento gelido raffredda rapidamente il sudore addosso.
Attraverso la bocchetta e cambio versante. Ora la situazione è diversa e si tratta di scendere lungo un castagneto enorme e bellissimo.

 
 In pratica bisogna percorrere la valletta qui accanto per tutta la sua lunghezza, tenendosi nel fondovalle, dove si vede la neve.
 
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La discesa lungo i castagneti innevati è gustosissima. Si affonda fino al ginocchio si sprofonda nonostante le ciaspole.

Il freddo è pungente, perché il versante è in ombra. A Marradi non c'è un solo castagneto a solame. Gli agronomi dicono che questi frutteti vennero impiantati a bacino perché d'estate, quando c'è la fioritura e comincia la fruttificazione questi siti garantiscono meglio dalla siccità apicale e il terreno rimane umido più a lungo dopo i temporali.
 
 
 I vecchi del posto parlavano in modo meno forbito ma il concetto era già chiaro anche a loro:
" L'è l'acqua ed luj (luglio) cla fà maturé i marò ".

 

 

 
Ritorno verso il mondo civile e là in fondo compare il primo podere abitato, Le Case Nuove di Valcuccia.
Dopo qualche centinaio di metri sbocco nella valle della Badia del Borgo e rientro in paese da questo gruppo di case, La Presìa.

 
 

mercoledì 21 febbraio 2018

1410 Al tempo dei tre papi

Galeazzo Manfredi diventa
conte di Valdilamone
ricerca di Claudio Mercatali
 
 
Un boccale di ceramica di Faenza
del '400 con lo stemma dei Manfredi
 
Agli inizi del Quattrocento, in conseguenza del cosiddetto Scisma d' Occidente, furono eletti due papi, Gregorio XII a Roma e Benedetto XIII ad Avignone (Francia) dove per quasi tutto il Trecento c'era stata la sede ufficiale del papato, per una complicata questione storica che non è il caso di analizzare ora. Ognuno di loro aveva i suoi vescovi e sostenitori. Non era la prima volta che succedeva e non deve meravigliare più di tanto, perché la Chiesa Cattolica è nella Storia da 2000 anni e ha passato un po’ di tutto.
Però la situazione non era normale, doveva essere in qualche modo risolta e venne indetto un Concilio a Pisa (o conciliabolo, perché considerato illegittimo) per eleggere un nuovo pontefice, che fu Alessandro V. Tutto bene? No, perché Alessandro V morì dopo pochi mesi e tutto tornò come prima. Allora il cardinale Cossa convocò una riunione di alti prelati a Bologna e si fece investire del papato, con il nome di Giovanni XXIII.

NOTA: Dato che l’autoritario cardinale Cossa non fu eletto con un regolare conclave, viene considerato un "antipapa" e il suo nome nell'elenco ufficiale dei papi non c'è. Perciò negli anni Sessanta papa Roncalli poté assumere il nome Giovanni XXIII.

 
Ecco come lo storico Bartolomeo Righi racconta l’elezione di Cossa negli Annali della Città di Faenza (1840):

1410 Perlocché in quest’anno alcuni cardinali si assembrarono in Bologna per eleggere il successore di Alessandro V, acciocché avessero effetto le già prese deliberazioni di attuare lo scisma con l’elezione di alcuno che non fosse né Gregorio né Benedetto.
 
 
 
Il cardinal Cossa pertanto conseguì le più  fave dai cardinali raunati ( = si votava mettendo una fava bianca o nera in una brocca e vinceva chi aveva più fave nere) in Bologna e prese il nome di Giovanni XXIII. Papa Gregorio dichiarò illegittima e nulla cotale elezione e accoppiando i fatti alle parole ripose incontanente  nel Vicariato di Faenza Giovanni Galeazzo Manfredi conferendogli titolo e privilegio di Conte in tutte le castella di Valdilamone.

 
 
Ecco il punto che ci interessa: Galeazzo Manfredi, signore di Faenza, forte dell’appoggio di uno dei tre papi (!) ottenne la signoria di tutta la valle compreso il paese di Marradi e il Castellone e fu il primo (e ultimo) conte di Valdilamone. Solo che nel Castellone di Marradi signoreggiava Ludovico Manfredi, suo cugino, che non tardò a contestare il tutto, specialmente dopo che il suo parente di Faenza gli tolse il Castello di Gattara (sopra a San Martino).




Sempre dagli Annali della Città di Faenza di Bartolomeo Righi apprendiamo che:

1412 … Giovanni Ludovico Manfredi, signore di Marradi, che si era inimicato con Galeazzo per questo che gli avea di forza occupato il suo Castello di Gattara. Della quale usurpazione la Repubblica Fiorentina mosse forti querele a Galeazzo col mezzo di lettere del 15 gennaio 1412 …
Ecco dunque che compare il principale attore della storia dell’ alta valle in quegli anni, che non faceva mistero di volere Marradi, che poi ottenne nel 1428.
 
 

mercoledì 14 febbraio 2018

La posta per il Sindaco

Lettere e cartoline postali
dei primi anni del '900
ricerca di Claudio Mercatali
 

 
Nei primi anni del Novecento il telefono era già stato inventato ma le linee collegavano solo le località più importanti e il telegrafo serviva solo per brevi messaggi urgenti. Perciò le persone lontane comunicavano per posta. In quegli anni la cartolina postale era un mezzo largamente usato, anche per comunicazioni d'ufficio fra  sindaci. Il fatto che un postino potesse leggere quello che c'era scritto non era considerato importante, per un diverso senso della privacy che si aveva allora.


Nella corrispondenza fra Dino Campana e Sibilla Aleramo ce ne sono alcune in francese, perché il poeta cercava di nascondere un po' i suoi interessi agli occhi di qualche postino curioso. La cartolina postale era usata anche per rivolgersi alle autorità e queste che seguono sono appunto indirizzate ai sindaci di Marradi negli anni 1900 - 1915.

 IL CONTO DELL'OSPEDALE

Nei primi anni del Novecento i comuni erano tenuti a pagare le rette ospedaliere dei propri cittadini bisognosi. Nell'anno 1900 il sindaco di Marradi ricevette questa richiesta dal suo collega dell'isola d'Elba, dove un marradese che era là per lavoro si era sentito male.

 Portoferraio  6 agosto 1900  All' ill.mo sig. Sindaco del Comune di Marradi

Prego Vostra signoria a compiacersi disporre per il sollecito pagamento di £ 22,50 dovute da codesto a questo Comune per spedalità del 2° trimestre 1900 in ordine al conto rimessole il 9 luglio scorso. Il Sindaco di Portoferraio.
 

 
I NUMERI CIVICI

Nell'anno 1900 il Comune rinnovò i numeri civici.
Per decoro del centro urbano furono ordinati in elegante ceramica Ginori e il dirigente della fabbrica  rispose ossequioso:

 10 novembre 1900 Onorevole signor Sindaco del municipio di Marradi

Ricevo per grazia sua dal dì 8 corr. delle conferme di ordinanza dei cartelli di porte e di strade come dalla nota rimessami dal sig. Giovanni di Filippo Mercatali. Ho trasmesso la comunicazione alla manifattura  e non appena i cartelli saranno pronti sarà mia cura di darne avviso per provvedersi al ritiro dei medesimi. Intanto con ossequio profondo illustrissimo signore la ringrazio.

 Società Ceramica Richard Ginori          Deposito di Firenze ....  Il Dirigente

LA DIFFIDA

Non sempre i comuni  avevano i soldi per pagare i ricoveri dei propri cittadini. Il Presidente della Congregazione di Manciano (Comune della Maremma) scrisse una cartolina al sindaco di Marradi reclamando un rimborso per l'assistenza data ad uno dei nostri pastori transumanti.

 Manciano 14 marzo 1901                            Ill.mo signor Sindaco di Marradi

Vivamente prego la S.V. a provvedere perché sia tosto pagata a questa Congregazione la somma di £ 40,50 dovutale dal Comune che Ella rappresenta per spedalità 1900 come da contabilità rimessale il 5 gennaio c.a. Debbo avvertire che in caso di ulteriore ritardo sarò costretto ricorrere alla competente autorità.

In attesa la riverisco    ... Il Presidente ...

 
QUANTI SIETE A MARRADI?

Nel 1901 ci fu il censimento generale della popolazione. Marradi toccò allora uno dei massimi della popolazione e il sindaco di Palazzuolo un po' meravigliato scrisse ...
 
9 luglio 1901        Illustrissimo sig. Commissario

Interesso la squisita gentilezza della S.V. Ill.ma volersi compiacere indicarmi con gradita sollecitudine il numero della popolazione di codesto Comune risultante dall'ultimo censimento, dovendo servire per un lavoro statistico. Nella speranza di essere favorito Le offro il contraccambio e con distinto ossequio mi confermo.  

... Il Sindaco L. Bianconcini Strigelli ...

 
Come si vede qui accanto il Commissario (sostituiva il sindaco) comunica che Marradi conta 9502 abitanti, così ripartiti ... 

IL MATRIMONIO

Ferdinando Gamberi era a Castelnuovo Garfagnana per lavoro, trovò moglie.
Perciò scrisse al sindaco di Marradi che ... 



 
L'ANAGRAFE

Nel 1911 il comune comprò il nuovo mobile per l'anagrafe (che ora è alla Pro Loco). Dopo qualche tempo la Ditta Bevilacqua scrisse con la sua elegante carta intestata ricordando ... 

2 ottobre 1912  Ill.mo Sindaco di Marradi

Prego la S.V. di volermi far sapere a quale punto sta la pratica relativa al mutuo da codesto comune chiesto per saldarmi la fornitura di materiale Anagrafico fatta a codesto Comune. Avendo urgente bisogno di incassi prego la S.V. sollecitare tale pratica, e in attesa ringrazio e ossequio. ... Devotissimi   P.p Paolo e C. Bevilacqua ...

IL BAMBINO SCAPPATO
DI CASA

Una mamma scrive da Padova perché sa che suo figlio fuggito di casa è qui nella nostra zona ...

 6 novembre 1913
Egregio Signor Sindaco

sarei a pregare la S.V.I. d'essere cortese a voler rispondere alla presente in quanto riguarda il ragazzino da rimpatriare qui in Padova, che del quale la di lei signoria deve aver avuto ordini da questa località stessa.
Dunque sarei a pregare, anzi soltanto questo mi interessa a sapere quando presso a poco il bambino sarà qui a casa. Sa bene che la frenesia di una mamma rende qualche volta audace.

Con ringraziamenti ed ossequi mi dico obbligata e devotissima.         ... A. Altarni Petrini ...



L'EMIGRANTE

Un emigrato scrive al sindaco perché gli mandi dei nuovi documenti ...

 13 agosto 1913
 
Signor sindaco io pregheri di farmi un piacere di spedirmi un passaporto che lo portai io in comune di Marradi. Adesso che ho trovato un bel lavoro se non ho il passo mi mandano via e già pagati 20 franchi di multa per caggione del passo. Io sono il figlio di Alpi Vincenzo di Santadriano. Spero che mi farà questo piacere se non vuol spedirmi subito il passo mi mandi una carta che possa restare qui.    ... Alpi Pietro ... 

I TRENI DELLA FAENTINA

Anche allora ogni tanto le FS modificavano gli orari e sopprimevano qualche treno nella nostra ferrovia. Il commissario Soldati, che faceva le funzioni di sindaco perché il comune di Marradi era in crisi, scrisse al deputato del nostro collegio, che rispose ...
 
15 ottobre 1914         dalla Camera dei Deputati
Al Dr. Giuseppe Soldati Commissario
al Comune di Marradi
 
Gentile dr. Soldati ho ricevuto la sua del 12 corr. con la copia della sua lettera del Comune di Brisighella ... riguardante le soppressioni e modificazioni di treni su questa linea.
Immediatamente ho scritto ministero generale delle ferrovie perché trovi modo di soddisfare i bisogni e i legittimi servizi di queste indigenti popolazioni. 

Ossequi, onorevole    ..... Silvio Berti
 
LA SCONOSCIUTA

Anche oggi capita che qualcuno cerchi vecchi amici. In questo caso il sindaco rispose che le persone cercate non erano di Marradi.
 
6 maggio 1915  Preg.mo signor sindaco di Marradi

le chiedo scusa se con la presente mi permetto di disturbarla ma mi serve un'informazione e sono certa che vorrà fornirmela. Desidererei sapere se costì abita una famiglia Moretti composta dalla vedova Moretti e dalla figlia insegnante e di un figlio chiamato Giuseppe che trovasi nel corpo delle guardie di città residente ora a Torino. In attesa di riscontro e ringraziandola con stima distinta mi professo devotissima. ... Ancona, maggio 1915 Santa Noè ...
 
Fonte: Archivio storico del Comune di Marradi.

mercoledì 7 febbraio 2018

1906 La ferrovia Marradi - Stia

Breve storia di una linea
mai costruita
ricerca di Claudio Mercatali


Il Corriere della Romagna Toscana,
3 giugno 1906

 
 
Nel 1906 fu avanzata la proposta di unire la ferrovia Faentina alla ferrovia del Casentino, cioè di collegare Marradi con Pratovecchio - Stia. La cartina qui accanto chiarirà di che cosa stiamo parlando.
 
Il Corriere della Romagna Toscana, un giornale diffuso nella zona di Marradi, Modigliana, Rocca S.Cassiano e S.Sofia si fece promotore dell' idea e pubblicò una serie di articoli a sostegno.
Leggiamone uno:

"Nello scorso numero brevemente accennammo alla costituzione di un comitato per il tronco ferroviario Marradi - Stia. Torniamo oggi sull' argomento, per dimostrare l'utilità e la convenienza di questa nuova linea. Esaminiamo con rapido sguardo e senza alcuna pretesa di critica tecnica i progetti presentati da valenti ingegneri sulla direttissima Bologna - Roma: tutti questi progetti, ad eccezione di quelli Naldoni, Mottura e Mercandi hanno il difetto capitale di voler toccare Firenze ... tutti tagliano fuori la vasta zona romagnola, così agricola e industriosa ... invece ... l'ing. Naldoni propone per ragioni economiche, nel suo dettagliato progetto, di costruire il tratto Crespino - Stia di soli 36 chilometri.
 
E perché, dimenticando il progetto Naldoni, non si  cerca addirittura di unire Stia con Marradi (circa 30 km)? Si avrebbero così da Bologna a Marradi, per Faenza, 85 km di linea costruita, da Marradi a Stia crica 30 km da costruirsi e da Stia ad Arezzo 45 km di linea già costruita: totale 160 km. Mentre il percorso da Bologna ad Arezzo per la Porrettana è di 219!
 
 panorama di Stia
 
Questo progetto ci sembra l'unico che, senza perdere di vista il carattere di una linea di interesse nazionale e strategico, la quale unisca Bologna, piazza commerciale e militare importante, con Roma, cuore della Nazione, soddisfi anche gli interessi locali e attraversi una zona popolata e industriosa. Inoltre questo progetto costerebbe pochi milioni allo Stato, poiché si usufruirebbe in gran parte di linee già costruite.
Con il raddoppiamento del binario e con l'acceleramento dei treni i pochi chilometri di maggior percorso in confronto ai progetti finora presentati sarebbero facilmente compensati. Occorre che da tutta la Romagna, dal Casentino e da tutti i paesi  interessati dalla Faenza - Firenze si appoggi questo progetto e si costituisca senza indugio un Comitato autorevole per proporre e sostenere questo nuovo tronco ferroviario ...

 
L'idea incontrò un certo consenso, venne discussa al consiglio comunale di Marradi e ripresa anche da altri giornali. Ecco qui a sinistra un editoriale del Messaggero del Mugello su questo argomento, del 17 giugno 1906.


Si costituì un Comitato promotore, che si attivò con intelligenza e solerzia per coinvolgere i comuni che potevano essere interessati e cioè mezza Romagna e il Casentino fino ad Arezzo.
Poi vennero coinvolte le province di Venezia e Ferrara, perché nelle intenzioni dei promotori questa linea avrebbe dovuto essere un collegamento primario con Roma.
Però nello stesso anno erano cominciate anche le discussioni per collegare Firenze e Bologna, con una ferrovia direttissima in grado di sostituire l'ormai vecchia Porrettana e questa concorrenza divenne ben presto insostenibile. La linea Marradi - Stia non poteva certo essere una alternativa alla tratta Bologna - Firenze e fu accantonata.
 
 
clicca sulle immagini per avere
una comoda lettura
 
  

 
 
 
L'ing. Zannoni, che l'aveva proposta per primo all' inizio del secolo, dovette rinunciare a difendere la sua stessa idea, come si legge nell' articolo qui accanto.
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Se questa linea fosse stata costruita, oggi le Ferrovie dello Stato forse avrebbero un ramo secco in più da gestire, ma anche un percorso naturalistico eccezionale attraverso l'asse dell' appennino, con una stazione a S.Benedetto in Alpe, una a S.Godenzo e un'altra a Castagno d'Andrea ...
 
 


A sinistra: Un Minuetto nella linea Arezzo - Stia
Sotto: Un minuetto sulla Faentina, a Ronta



Bibliografia
1) Il Messaggero del Mugello 
2) Il Corriere della Romagna Toscana,
3) documenti del sig. Vincenzo Benedetti