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di Claudio Mercatali
Chi
era “Fides”? Lo pseudonimo nasconde uno sconosciuto corrispondente del
periodico Il Vero Operaio, che scrisse
gli articoli che stiamo per leggere. Dai suoi ragionamenti si capisce che era
un cattolico fervente, di ottima cultura, molto informato su questioni
finanziarie e di cooperazione. Siccome parlando di Palazzuolo ci dice che “da Mugellano puro sangue sarò sempre in
prima fila per ogni nobile e santa iniziativa a beneficio della vera civiltà
della mia vallata” possiamo presumere che sia don Cavallari, che nel 1895 fu fra i fondatori della Cassa Rurale di
Palazzuolo e poi presidente per molti anni.
Ma perché lui e
altri preti all’inizio del Novecento sentirono il bisogno di fondare delle
banche cooperative cattoliche? Leggiamo qui accanto il suo ragionamento:
“Il cupo mormorio diffuso nella
compagine sociale è un sintomo di una vera malattia dell’ organismo; è
l’espressione di un malessere reale, diffuso, diuturno, che ha la radice
profonda in cumuli di dolori e di vergogne sociali, di calpestio dell’ideale
della giustizia. Quindi in successivi articoli senza avere la pretesa di farla
da maestro ad alcuno esporremo: a) Che cos’è una Cassa Rurale b) Scopi delle
Casse Rurali C) Pregi e difetti da correggersi D) Vantaggi delle Casse Rurali
E) Difficoltà per l’impianto F) Norme di contabilità”.
Natura e scopo
delle Casse Rurali
Fides
è molto chiaro nei suoi intenti e anche ben preparato sui difficili temi del
diritto societario:
La “Cassa Rurale è un piccolo istituto di credito fondato su due principi essenziali: della solidarietà e responsabilità illimitata b) dello spirito e della pratica cattolicità dei Soci. A questi principi fondamentali vanno intimamente collegati quest’altri secondari: 1) Circoscrizione locale 2) Esclusione di ogni capitale azionario 3) Indivisibilità degli utili e del fondo sociale; la gratuità degli uffici salvo una retribuzione proporzionata a quell’impiegato cui sia affidato il lavoro materiale dell’amministrazione”.
Scopi delle Casse Rurali
L’idea
primigenia di fondare delle cooperative di credito fu di Federico
Raiffeisen che nel 1847 – 48 ad
Eddesdorf, nella provincia Renana fondò la prima Cassa e la chiamò Istituto
Cristiano Sociale. Il 20 giugno 1883 a Loreggia, provincia di Padova, fu aperta
la prima Cassa Rurale italiana, per opera del dottore Leone Wollenborg. Era una
Cassa prettamente laica, priva dello spirito cattolico animatore di Raiffeisen.
Pregi e difetti da correggersi
Secondo
Fides le difficoltà incontrate da Leo Wollenborg nell’ impianto delle Casse
Rurali stava nel fatto che i soci laici, anche se animati dalle migliori
intenzioni, non avevano il necessario spirito di solidarietà e cooperazione, mancando
i valori della carità cristiana.
Questa
è una tesi ardita, che però ha un riscontro nei fatti, perché quasi tutte
le Casse Rurali erano gestite nelle parrocchie, con molto altruismo. Secondo
un’altra interpretazione le Casse Cattoliche ebbero successo anche perché erano
sostenute dalla Chiesa, che aveva ed ha una potente struttura
finanziaria. Non a caso nel 1896 il conte Giovanni Acquaderni, sollecitato
dall’ arcivescovo di Bologna, fondò il Piccolo Credito Romagnolo, banca
cooperativa fino al 1914 e poi società per azioni. Aveva come scopo anche
quello di coordinare le Casse Rurali nella nostra zona e per
questo più o meno bonariamente fu soprannominato “la banca di prit” (La
Banca dei Preti).
Nel 1904 a Firenze fu fondato il Piccolo Credito Toscano, in origine banca cooperativa come il Credito Romagnolo, che poi divenne la Banca Toscana.
Vantaggi e difficoltà
per
l’impianto
Abbiamo detto nei numeri passati
che solo le Casse Rurali, non a base di laicità ma di spirito cattolico, di
praticità cattolica dei soci hanno potuto attecchire e svilupparsi
straordinariamente anche nella nostra Italia ... e la vitalità della
costituenda o costituita Istituzione sarà proporzionata al coefficiente
religioso e morale dei suoi componenti …
Data adunque la difficoltà di poter
formare subito la Società di elementi veramente consci dello spirito animatore
che deve informarla, i promotori e fondatori di una Cassa Rurale possono
attenersi al concetto pratico di una certa larghezza nell’accettazioni dei
postulanti a Socio ( purché l’insieme della vita del postulante sia informata a
principi cristiani) si da dar tempo al Sodalizio di potersi con un lavoro
silenzioso e modesto, sviluppare e assicurarsi la vita almeno finanziariamente.
Pochi ma buoni
Questo concetto fondamentale dei
pochi ma buoni emana dalla grave responsabilità che pesa su tutti i Soci di una
Cassa Rurale indistintamente per la responsabilità illimitata. E questa responsabilità
illimitata richiede una fiducia reciproca illimitata fra i componenti il
medesimo sodalizio la quale non può nascere che dalla comunanza di fede e di
principi ben intesi e ben praticati. Allora si verificherà nel suo vero
concetto il principio Tutti per uno e uno per tutti il quale non potrà avere la
sua attuazione pratica se non fra individui animati veramente dal sentimento di
vera carità cristiana.
Dalle
Casse Rurali, in cento anni di trasformazioni e sviluppo, sono derivati più o
meno indirettamente, quasi tutti gli Istituti delle Banche Popolari, del
Credito Artigiano e molte Casse di Risparmio.
Insomma tante Banche vengono da
queste esperienze di fine Ottocento. Forse sarebbe meglio dire “venivano”
perché come sappiamo dalla cronaca recente, molte di queste sono andate
in fallimento o versano in grave difficoltà e di certo non perché non sono più
al passo con i tempi o è cambiato il mondo …
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