mercoledì 9 maggio 2018

La Cassa Cattolica di Palazzuolo di Romagna

La banca cooperativa
più vecchia della Toscana
Ricerca di Claudio Mercatali

 
L'Enciclica Rerum Novarum
diede il via alla costituzione
delle Casse Rurali
 
Chi era “Fides”? Lo pseudonimo nasconde uno sconosciuto corrispondente del periodico Il  Vero Operaio, che scrisse gli articoli che stiamo per leggere. Dai suoi ragionamenti si capisce che era un cattolico fervente, di ottima cultura, molto informato su questioni finanziarie e di cooperazione. Siccome parlando di Palazzuolo ci dice che “da Mugellano puro sangue sarò sempre in prima fila per ogni nobile e santa iniziativa a beneficio della vera civiltà della mia vallata” possiamo presumere che sia don Cavallari, che nel 1895  fu fra i fondatori della Cassa Rurale di Palazzuolo e poi presidente per molti anni.
 

 

 Ma perché lui e altri preti all’inizio del Novecento sentirono il bisogno di fondare delle banche cooperative cattoliche? Leggiamo qui accanto il suo ragionamento:
 

“Il cupo mormorio diffuso nella compagine sociale è un sintomo di una vera malattia dell’ organismo; è l’espressione di un malessere reale, diffuso, diuturno, che ha la radice profonda in cumuli di dolori e di vergogne sociali, di calpestio dell’ideale della giustizia. Quindi in successivi articoli senza avere la pretesa di farla da maestro ad alcuno esporremo: a) Che cos’è una Cassa Rurale b) Scopi delle Casse Rurali C) Pregi e difetti da correggersi D) Vantaggi delle Casse Rurali E) Difficoltà per l’impianto F) Norme di contabilità”.

 
 
Natura e scopo
delle Casse Rurali

Fides è molto chiaro nei suoi intenti e anche ben preparato sui difficili temi del diritto societario:



La “Cassa Rurale è un piccolo istituto di credito fondato su due principi essenziali: della solidarietà e responsabilità illimitata b) dello spirito e della pratica cattolicità dei Soci. A questi principi fondamentali vanno intimamente collegati quest’altri secondari: 1) Circoscrizione locale 2) Esclusione di ogni capitale azionario 3) Indivisibilità degli utili e del fondo sociale; la gratuità degli uffici salvo una retribuzione proporzionata a quell’impiegato cui sia affidato il lavoro materiale dell’amministrazione”.
 
 
 
 
 
Scopi delle Casse Rurali

L’idea primigenia di fondare delle cooperative di credito fu di Federico Raiffeisen  che nel 1847 – 48 ad Eddesdorf, nella provincia Renana fondò la prima Cassa e la chiamò Istituto Cristiano Sociale. Il 20 giugno 1883 a Loreggia, provincia di Padova, fu aperta la prima Cassa Rurale italiana, per opera del dottore Leone Wollenborg. Era una Cassa prettamente laica, priva dello spirito cattolico animatore di Raiffeisen.
 
Pregi e difetti da correggersi
Secondo Fides le difficoltà incontrate da Leo Wollenborg nell’ impianto delle Casse Rurali stava nel fatto che i soci laici, anche se animati dalle migliori intenzioni, non avevano il necessario spirito di solidarietà e cooperazione, mancando i valori della carità cristiana.


Questa è una tesi ardita, che però ha un riscontro nei fatti, perché quasi tutte le Casse Rurali erano gestite nelle parrocchie, con molto altruismo. Secondo un’altra interpretazione le Casse Cattoliche ebbero successo anche perché erano sostenute dalla Chiesa, che aveva ed ha una potente struttura finanziaria. Non a caso nel 1896 il conte Giovanni Acquaderni, sollecitato dall’ arcivescovo di Bologna, fondò il Piccolo Credito Romagnolo, banca cooperativa fino al 1914 e poi società per azioni. Aveva come scopo anche quello di coordinare le Casse Rurali nella nostra zona e per questo più o meno bonariamente fu soprannominato “la banca di prit” (La Banca dei Preti).


Nel 1904 a Firenze fu fondato il Piccolo Credito Toscano, in origine banca cooperativa come il Credito Romagnolo, che poi divenne la Banca Toscana.
 
 
Vantaggi e difficoltà
per l’impianto
Abbiamo detto nei numeri passati che solo le Casse Rurali, non a base di laicità ma di spirito cattolico, di praticità cattolica dei soci hanno potuto attecchire e svilupparsi straordinariamente anche nella nostra Italia ... e la vitalità della costituenda o costituita Istituzione sarà proporzionata al coefficiente religioso e morale dei suoi componenti …






Data adunque la difficoltà di poter formare subito la Società di elementi veramente consci dello spirito animatore che deve informarla, i promotori e fondatori di una Cassa Rurale possono attenersi al concetto pratico di una certa larghezza nell’accettazioni dei postulanti a Socio ( purché l’insieme della vita del postulante sia informata a principi cristiani) si da dar tempo al Sodalizio di potersi con un lavoro silenzioso e modesto, sviluppare e assicurarsi la vita almeno finanziariamente.
 
 
Pochi ma buoni

Questo concetto fondamentale dei pochi ma buoni emana dalla grave responsabilità che pesa su tutti i Soci di una Cassa Rurale indistintamente per la responsabilità illimitata. E questa responsabilità illimitata richiede una fiducia reciproca illimitata fra i componenti il medesimo sodalizio la quale non può nascere che dalla comunanza di fede e di principi ben intesi e ben praticati. Allora si verificherà nel suo vero concetto il principio Tutti per uno e uno per tutti il quale non potrà avere la sua attuazione pratica se non fra individui animati veramente dal sentimento di vera carità cristiana.

 
 
 
 

Dalle Casse Rurali, in cento anni di trasformazioni e sviluppo, sono derivati più o meno indirettamente, quasi tutti gli Istituti delle Banche Popolari, del Credito Artigiano e molte Casse di Risparmio.
 
 
 
Insomma tante Banche vengono da queste esperienze di fine Ottocento. Forse sarebbe meglio dire “venivano” perché come sappiamo dalla cronaca recente, molte di queste  sono andate in fallimento o versano in grave difficoltà e di certo non perché non sono più al passo con i tempi o è cambiato il mondo …
 
 
 
 
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La Cassa Rurale di Palazzuolo era collegata alla SOMS, la Società operaia di Mutuo Soccorso, un'altra cooperativa impegnata nel sociale e nell'assistenza per gli infortuni sul lavoro degli operai. 
 
 
 
  

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