ricerca di Claudio Mercatali
Le Casse Rurali erano Cooperative
di credito per i contadini. Si diffusero alla fine dell' Ottocento e in Italia la prima fu fondata dal
liberale Leo Wollenborg, di Padova. Nella nostra zona furono sostenute
soprattutto dai parroci di campagna, per venire incontro alla popolazione
rurale, molto povera.
Si basavano sulla cooperazione tra persone che altrimenti non avrebbero potuto accedere al credito bancario.
In Italia un animatore di queste iniziative fu don Luigi Cerutti. La regola fondamentale di queste Casse era la responsabilità solidale dei soci nei confronti dei terzi e concedevano prestiti a piccoli proprietari terrieri, operai agricoli e contadini.
Si basavano sulla cooperazione tra persone che altrimenti non avrebbero potuto accedere al credito bancario.
In Italia un animatore di queste iniziative fu don Luigi Cerutti. La regola fondamentale di queste Casse era la responsabilità solidale dei soci nei confronti dei terzi e concedevano prestiti a piccoli proprietari terrieri, operai agricoli e contadini.
La loro attività rimase per molti anni ridotta ma poi con lo stesso spirito si rivolsero anche agli artigiani e divennero Casse Rurali e Artigiane e poi Banche di Credito Cooperativo.
Nella nostra zona la Banca del
Mugello (1994) ha una storia connessa a questi istituti d'origine cooperativa.
Essa infatti nacque nel 1972 con il nome di Cassa Rurale ed Artigiana del
Mugello, dalla fusione delle Casse Rurali di Luco di Mugello, di
Piancaldoli e di Coniale fondate fra il 1910 ed il 1923.
Luglio 1895
Comincia l'avventura ...
Però la banca che ci interessa
ora non è fra queste, pur essendo anch'essa una Cassa Rurale. La nostra storia
comincia nel 1895 quando a Palazzuolo fu fondata una banca cooperativa, per
iniziativa di sei preti di cui tre di Firenzuola, più tre cittadini
palazzuolesi. Leggiamo qui accanto che cosa scrisse il corrispondente del
Messaggero del Mugello, il 29 luglio 1895: " ... tre e tre sei e tre nove
galantuomini che presto faranno vedere, specie per l'impulso dell' ottimo clero
palazzuolese, che risorsa possa essere una Cassa Rurale cattolica ...".
La lettera anonima ...
Questa lode ai nove galantuomini
che avevano avuto l'ardire di fondare una banca a Palazzuolo non piacque a
tutti e il 15 ottobre 1895 un altro palazzuolese, anonimo, scrisse risentito a don Stefano Casini,
pievano di Cornacchiaia, che era l' autore dell'articolo
precedente e uno dei fondatori della Cassa, dicendo "... il Comune di
Palazzuolo conta 4500 abitanti e dei galantuomini non ce ne sono che nove? E
tutti gli altri sono fior di bricconi? ...". L'intento polemico è
chiaro, come si può leggere qui accanto, perché il fatto che i preti si
mettessero a fare i banchieri non piaceva a tutti.
La cosiddetta "finanza
cattolica" non era ben vista dai Socialisti, convinti che i preti fossero già
abbastanza potenti. Però all' epoca Palazzuolo era un paese profondamente
cattolico e queste voci furono presto messe a tacere.
L'avventura era cominciata e,
dopo un avvio incerto nel 1896, la raccolta del denaro cominciò a dare i suoi
frutti. Ogni anno, all'inizio della primavera, come da Statuto, c'era
l'Assemblea generale dei soci, per la presentazione del bilancio consuntivo.
Leggiamo qui accanto come andarono le cose nel 1897.
Clicca sulle immagini
se le vuoi ingrandire
Negli anni seguenti l'andamento
fu alterno, perché gestire una Cassa Rurale in un paese povero non era per
niente semplice. Ecco qui accanto la relazione di bilancio di don Francesco
Cavallari, presidente della Cassa nel biennio 1900 - 1901. Ogni anno la banca pubblicava i
bilanci, perché così imponeva la legge per le Casse cooperative. Apprendiamo
così che l'anno 1900 si chiuse con un disavanzo di 274,50 lire, ma nel 1905 ci
fu un utile di 343,61 lire.
La partecipazione alle assemblee
era obbligatoria e gli assenti dovevano pagare una multa di 1 lira, come si
legge qui sopra. Il 29 agosto del 1908 la Banca,
festeggiò il quattordicesimo anno di
attività in modo particolarmente solenne. In questa circostanza ebbe luogo
anche il Convegno interdiocesano delle Associazioni cattoliche e a Palazzuolo
ci fu grande animazione. Naturalmente ci fu la processione
e la banda suonò per le vie del paese. Il resto è descritto nell'articolo qui
accanto.
La Cassa, oltre che gestire il
credito, era promotrice e animatrice di tante iniziative di interesse
sociale e della fondazione di altre cooperative. Ecco qui accanto l'ordine
del giorno dell' Assemblea del 24 giugno 1909 nella quale i soci furono
chiamati ad approvare lo statuto per la Società Edificatrice di Case Operaie.
La gestione della Cassa era molto democratica: le cariche sociali erano elettive, l'Assemblea stabiliva il criterio di ripartizione degli utili, ed essendo l'Istituto di stampo cattolico ogni anno provvedeva all' acquisto della cera per le candele da usare nella Processione del Corpus Domini, la più importate a Palazzuolo.
Nel 1908 per festeggiare i quattordici anni di attività i festeggiamenti furono particolarmente solenni ...
Quell'anno a Palazzuolo si tenne anche il Convegno Inter diocesano delle Associazioni Cattoliche ...
... Con tanto di banchetto ... "70 coperti alla Locanda Baietto, 40 nella Canonica ..."
L'introito andò al "fondo vecchi" della locale SOMS (Società Operaia di Mutuo Soccorso) una interessante cooperativa di assistenza mutualistica.
Nella foto: la processione del Corpus Domini a Palazzuolo, nel primo Novecento
Come andò a finire questa banca?
Non bene a dire il vero, perché fu una delle vittime della crisi del 1928 - 29.
Chiuse e venne liquidata, come risulta dalle notizie dell'Archivio storico
della Banca d'Italia, i cui funzionari, interpellati in proposito, sono stati
molto precisi:
"Si comunica che dalle
approfondite ricerche effettuate presso l’Archivio Storico della Banca d’Italia
sono risultate le informazioni riepilogate di seguito:
Nell'Archivio non è stato
reperito alcun documento riguardante la "Cassa Rurale Cattolica di Palazzuolo
di Romagna" (al riguardo si fa presente che sino al 1926 la Banca d'Italia
non ha svolto alcun compito istituzionale di supervisione e vigilanza sugli
enti creditizi).
Per quanto riguarda invece la
Cassa Rurale di Depositi e Prestiti di Palazzuolo di Romagna, che
presumibilmente è la denominazione assunta dall' ente creditizio in discorso
negli anni successivi alla sua fondazione, essa viene messa in liquidazione virtuale
a seguito di una deliberazione dell' assemblea dei soci del 14 aprile 1928, per
poi essere posta in liquidazione legale con altra deliberazione del 12 dicembre
1931 (come liquidatore viene nominato il dott. Pilade Ortolani); l'approvazione
del bilancio finale della liquidazione viene infine approvato con deliberazione
del 29 aprile 1934. Con lettera del 23 ottobre 1934 il Ministero delle Finanze
comunica alla Banca d'Italia l'avvenuta cancellazione della Cassa Rurale di
DD.PP. di Palazzolo di Romagna dall'Albo delle aziende di credito (vedi qui
accanto).
10
ottobre 2011 dottor Giuseppe Luci e dott. Marco
Melini
Banca
d'Italia Servizio Studi di Struttura Economica e Finanziaria
via
Nazionale, 191 (Villa Huffer) - Roma tel. 06.4792.2016
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