venerdì 7 dicembre 2018

Le Maire di Marradi


Quando Marradi
faceva parte
dell'Impero Francese
ricerca di Claudio Mercatali

 

Le Maire in Francia o il borgomastro in Belgio e altrove, è l'equivalente del nostro Sindaco, però con maggiori poteri. Anche il Comune di Marradi, per circa cinque o sei anni, venne amministrato da un maire.

Successe dal 1808 al 1814, durante il periodo napoleonico, quando la Toscana fu annessa all'Impero Francese ed entrarono in vigore qui da noi gli ordinamenti transalpini. L'unico maire di Marradi fu un certo Remigio Fabroni e non ebbe un successore, perché Napoleone cadde e tornarono in vigore le leggi del Granducato di Toscana, che non prevedevano un maire ma un gonfaloniere.

Remigio era un signore che scriveva molto e bene, era un po' polemico nelle sue richieste, e per vezzo non si firmava quasi mai. Le sue lettere hanno solo l'intestazione "Maire di Marradi" o "Al Prefetto di Firenze" e danno per scontato che si riconoscesse la sua grafia e che il maire era lui. Che cosa successe a Marradi nei cinque anni in cui il paese fece parte dell'Impero Francese? Le maire Remigio dovette far fronte a una serie di situazioni incredibili. Leggiamo ...
 
19 luglio 1809
 
Nel 1809 il Comune di Marradi era poco sicuro, perché il confine con l'agitata Romagna del primo Ottocento, che faceva parte di un altro stato, veniva spesso oltrepassato da "insorgenti". Chi erano costoro? Era gente varia: ribelli anti napoleonici, disertori, renitenti alle leve francesi, sbandati ...



Sig. Direttore della Polizia e Sig. Prefetto

Oggi verso le ore sette pomeridiane sono corsi qui in fretta il tenente d'ordine della Dogana di Popolano ed il Cancelliere di questa Giustizia di Pace ad annunziare che un preposé (in italiano un preposto, un doganiere) aveva riferito che una grossa banda di insorgenti si avanzava verso questo paese. La costernazione è stata somma, ma uguale si è dimostrato il buono spirito degli abitanti e il loro attaccamento al Governo. Sembra certo che la voce suddetta non abbia avuto altro fondamento che l'ubriachezza del suo preposé. Qui tutto è tranquillissimo ...



L'Italia sotto Napoleone (1809 - 1814). In chiaro i territori uniti alla Francia.
In grigio i territori del Regno d'Italia e di Napoli.

 
 

 Non era vero niente. C'era in giro la banda del bandito Burìga, però chiamare i soldati francesi sarebbe stato peggio. Chi era questo Buriga? Per saperlo si può leggere l'articolo pubblicato nel luglio 2010 su questo blog. Dunque non si poteva far finta di niente e Remigio scrisse quest' altra lettera al Prefetto:
 

21 Luglio 1809 I Banditi

Al Sig. Prefetto e al Sig. Direttore Generale della Polizia in Toscana, Firenze
 
Dall'accluso Processo Verbale rileverete che ieri si è fatta vedere, dall'estremità di questo comune dalla parte del Regno Italico (... dalla Romagna) una banda di uomini armati la quale però ha fatta un'apparizione momentanea ...



 4 Agosto 1809   San Napoleone

Il nome Napoleone mancava di un onomastico, che poteva servire per il culto della personalità. Nel 1805 il cardinale Caprara, consultando il Martirologio, trovò al 2 maggio la memoria dei santi martiri di Alessandria, tra cui un certo "Neopolus", parola che assomigliava a "Napoleo". Così, l'ignoto san Neopolo venne ribattezzato san Napoleone.
La memoria del santo fu spostata dal 2 maggio, data del suo martirio, al 15 agosto, compleanno dell' Imperatore. Che cosa non si fa per accontentare il despota!



L' 11 agosto 1809 la festa del "santo" il Prefetto scrisse al Vicario maire di Marradi perché organizzasse le opportune celebrazioni, e così Remigio dispose che i marradesi alle cinque del pomeriggio di ferragosto andassero alla chiesa arcipretale dove si celebrò una messa solenne con tutti i preti. Ecco qui accanto il resoconto del fatto ...
 
Sig Vicario di Marradi
 
Il Decreto Imperiale del 29 febbraio 1806 all'art. 3 prescrive che nella celebrazione della Festa di San Napoleone del 15 agosto di ciascun anno un ministro del culto pronunzierà davanti alla processione un discorso analogo alla circostanza ...
 
 
 
 

Ottobre 1809 Il disertore

Napoleone era saldo al potere ed era prevedibile che Marradi sarebbe rimasto per sempre nell' Impero. Remigio per adeguarsi ai tempi cominciò a scrivere al Prefetto in francese. Ecco qui accanto una corrispondenza, scritta in un francese un po' nostrano, in cui le Maire dà notizie di uno dei tanti coscritti disertori ...
Ms le Prefet
Jai le deplaisir de voir par votre lettre ...


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 Il prefetto non gradì per niente lo sgrammaticato francese di Remigio e gliela restituì ... però nemmeno lui era un gran che a scrivere ...
 
Sig. Sindaco di Pace di Marradi
 
Vi ritorno la vostra lettera acciò mi facciate il piacere di farmene una traduzione perché è scritta in una lingua che rassomiglia in qualche parola il francese ma che assolutamente non è il francese che ho studiato ...
 
 
 
 
 
Accanto: i coscritti in una rievocazione storica a Tolentino

 
Aprile 18010  I coscritti

I Francesi portavano idee nuove, la modernità, la liberté, l'egalité, la fraternité, ma qui da noi erano poco amati, perché con loro arrivavano anche tante tasse per le spese di guerra e la coscrizione, cioè l'obbligo di arruolarsi negli eserciti dell' Impero. Con Napoleone la guerra si faceva davvero, di continuo e dappertutto in Europa e i marradesi non erano per niente contenti di essere "coscritti" cioè richiamati alle armi, però non era facile sottrarsi. Ecco un elenco di coscritti dell'anno 1810.
 
 

 

 

Aprile 1810 Il matrimonio dell'Imperatore

Il primo aprile 1810 Napoleone sposò Maria Luisa, figlia dell' Imperatore d'Austria. Il Prefetto da Firenze ordinò di gioire e Remigio organizzò una festa, con la distribuzione di pane a cento poveri, l'albero della cuccagna in piazza, una festa da ballo in comune e altro ancora, come si legge nel bando qui accanto ...

 Le maire della Comunità di Marradi ai suoi Amministrati
 
Un avvenimento quanto impensato, altrettanto fecondo delle più lusinghiere speranze il Matrimonio, cioè, di Sua S.M. l'Imperatore e Re Nostro Sovrano risvegliar deve in ogni cuore la riconoscenza e la gioia.
Penetrato da tali sentimenti il maire predetto per vie più inspirali altrui intende al Decreto del Sig. Prefetto del Dipartimento dell'Arno de 4 aprile 1810 e alla di Lui lettera del 16 detto.
Gode di annunciare che domenica prossima 29 aprile è il giorno destinato a festeggiare in questo Comune l'augusta unione foriera di pace e di felicità.
La mattina pertanto circa le ore undici Cento Poveri riceveranno una distribuzione di pane onde esultino essi pure in un giorno si lieto ...
 

 
 
Accanto:
il Re di Roma

 


Marzo 1811
Il Re di Roma

Napoleone ebbe un figlio da Maria Luisa d'Asburgo, detto il Re di Roma. Il suo vero nome era Napoleone Francesco Giuseppe Carlo Bonaparte o Napoleone II (1811 - 1832). Nei giorni seguenti la nascita, come al solito, il Prefetto scrisse al Maire di Marradi perché la popolazione fosse informata e gioisse. E il copione si ripeté: elemosina ai poveri, messa solenne e fuochi d'artificio, come si legge in questo bando ...
Però a parte tutto questo nel periodo napoleonico vennero introdotte importanti riforme. I privilegi degli ordini religiosi furono aboliti e i monasteri soppressi, compreso quello delle Domenicane di Marradi, che furono espropriate (e depredate) di tutto.
Il nuovo Codice Napoleonico abolì quasi tutte le vecchie leggi granducali e introdusse il matrimonio civile e il divorzio, destando scandalo. Ognuna di queste novità ebbe un effetto a Marradi, ma ora non è il caso di parlarne per non allungare troppo questa ricerca.
 
 
1 luglio 1810  
La "denuncia dei redditi"
 
Fra le tante riforme napoleoniche c'era anche quella della pubblica amministrazione e il maire, con i suoi consiglieri, venne obbligato a pubblicare i propri redditi.
Fu così che Remigio Fabroni, abituato per tradizione di famiglia a stare un po' al di sopra delle leggi, dovette rassegnarsi a rendere pubblici i suoi redditi.
Però trovò uno stratagemma per non farlo, e infatti nel documento qui accanto ci sono le rendite di tutti i consiglieri ma non le sue. Come fece? Dichiarò nel documento che i suoi beni non erano definibili perché indivisi con quelli di suo fratello Antonio. Il compito di controllore di se stesso era difficile anche allora.
  

 

 

16 marzo 1814 La disfatta
Tutte le fortune politiche toccano un vertice e poi scendono e quella di Napoleone non fu da meno.
Dopo la disastrosa campagna di Russia l'imperatore fu sconfitto a Lipsia, alla metà di ottobre del 1813, e confinato in un primo tempo all' isola d'Elba.
Quando arrivò la notizia del disastro di Lipsia l'Armée d'Italie si sfasciò e i soldati disertarono in massa vendendo le armi. Il viceprefetto di Firenze (il Prefetto si era defilato) mandò un bando a Marradi, nel quale si offriva un premio ai cittadini che riconsegnavano alle autorità le armi abbandonate.

Il documento è qui accanto.
 
STATO MAGGIORE GENERALE Ordine del giorno
 
Un gran numero di soldati italiani e di disertori napoletani rientrati nei loro focolari con armi e bagagli si sono disfatti delle prime vendendole a prezzi vili agli abitanti delle terre occupate ...
 
L'ultimo tentativo di rifare l'Impero fallirà a Waterloo il 18 giugno 1815.
 

Ottobre 1814
Il ritorno del Granduca

L'epoca napoleonica finì così, e tornarono i vecchi regnanti. Ferdinando III di Lorena rientrò in Toscana nel settembre 1814. I marradesi avevano un buon ricordo di lui e forse non furono scontenti. In Comune venne allestita una cerimonia di giuramento di fedeltà al Sovrano, un po' mesta a dire il vero, che si svolse come si legge in questo documento.

A Sinistra: Il giuramento

... Sarà preparata una stanza, con un tavolino con tappeto sopra del quale la và collocato il ritratto del Sovrano ...

 
Ferdinando III di Lorena

 

La calligrafia non è quella di Remigio, perché non ha le esse con lo svolazzo. Evidentemente le Maire aveva pensato di sparire per qualche tempo. Però non ci furono vendette, perché il Granduca amnistiò tutti.
 

Fonti: Documenti dell'Archivio storico del Comune di Marradi. Si ringrazia l'archivista Mario Catani per l'indispensabile aiuto dato.
 

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