Tanti siti e altrettanti
detti dialettali
ricerca di Claudio Mercatali
Quando le campagne erano abitate, le persone avevano una sensibilità
diversa dalla nostra e conoscevano bene gli animali selvatici e le loro abitudini.
Per questo qui da noi diversi posti hanno preso il nome dagli uccelli che li
hanno eletti a loro gradito domicilio, cioè come loro habitat. E per questo nel
nostro dialetto ci sono diversi modi di dire derivati dalle abitudini degli
uccelli, e anche dall’idea che noi ci siamo fatti di loro, vera o falsa che
sia.
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Il cuculo è noto per l'abitudine di deporre le sue uova nei nidi altrui in modo che siano altri a covarle.
Il Cardello è il nome
della villa di Alfredo Oriani,
a Casola Valsenio.
a Casola Valsenio.
La cornacchia qui da noi è considerata un uccello brutto, con il verso sgradevole (… kraak …).
In realtà però è un animale molto intelligente, predatore opportunista, attratto dagli oggetti che luccicano, come la gazza, parente sua.
In realtà però è un animale molto intelligente, predatore opportunista, attratto dagli oggetti che luccicano, come la gazza, parente sua.
I falconidi sono i padroni dei nostri cieli, temuti da tutti i volatili, che ammutoliscono e si nascondono non appena li vedono comparire in cielo.
Nei nostri monti c'è una ricca varietà di rapaci notturni.
Il nibbio è il "re" dei falconidi, per l'efficacia nella predazione e il volo elegante.
Il colombo, o piccione, è l'uccello che ha dato il nome a molti siti.
Il merlo e il passero sono dei tipici uccelli granivori, ma ora svolazzano fra le case perché è più facile trovare da mangiare e non ci sono i cacciatori.
L'usignolo è della famiglia dei passeri ed è ben noto per il suo canto. Nel nostro dialetto non c'è un detto che
parli di lui.
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