Una
visita al Museo in casa
del prete patriota scomunicato
del prete patriota scomunicato
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di Claudio Mercatali
Don Giovanni Verità nella scala
davanti a casa sua, ritratto dal
suo compaesano Silvestro Lega
Don
Giovanni Verità, don Zvan per i suoi compaesani, nacque a Modigliana nel 1807 e
vi morì nel 1885. Al suo funerale c’era una folla grande, in piena foga
emotiva. Il rito era civile, con le bande musicali dei paesi vicini, anche
quella di Marradi e quindi le esequie di un prete celebrate senza preti già
danno un’idea della situazione.
Don Giovanni era contrario al potere temporale del papa, iscritto alla Giovine Italia, scomunicato anche per aver celebrato i sacramenti del battesimo e del matrimonio fuori dalla chiesa. Era tollerato dalla gendarmeria granducale per la liberalità di Leopoldo II di Lorena (Modigliana allora era sotto Firenze) o forse anche perché si cercava di non suscitare moti di rivolta nei suoi compaesani.
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una comoda lettura
Questo e altro ancora si può leggere nei vari siti internet che parlano di lui. Fu la guida di Garibaldi in fuga nel 1849, che passò assieme a lui da Modigliana a Marradi e a Palazzuolo. Di questo ne riparleremo presto.
Adesso
ci interessa il Museo allestito con molta cura nella sua casa di famiglia, in
centro a Modigliana, dove ci sono dei cimeli risorgimentali importanti.
La casa è arredata come allora, con molti mobili originali di metà Ottocento.
C'è anche l'elmo di un Velite granducale, ossia un cavalleggero del granduca Leopoldo II
Alle pareti ancora quadri di Silvestro Lega: Mazzini morente e un famoso ritratto di don Verità con la piuma al cappello.
E poi naturalmente cimeli del Risorgimento di ogni tipo.
Una
fotografia all’ ingresso spiega che con il trascorrere del tempo la sua tomba
al cimitero vecchio del paese era andata in abbandono e allora nel novembre 1929 successe che …
Il Regime era stato preso alla sprovvista da questa vampata di patriottismo e volle porre riparo al torto. Fu chiuso il cimitero vecchio e ne venne fatto uno più avanti, oltre il torrente Marzeno, con la tipica architettura del Ventennio. Al centro la tomba di don Verità e davanti quelle dei modiglianesi.
In precedenza, nel 1906, era stata eretta la bella statua che ancora oggi si vede all'inizio del Corso.
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