1859 - 1863
ricerca di Claudio Mercatali
A metà Ottocento gli
ospedali di Marradi, Modigliana e Brisighella erano amministrati in
modo diverso da oggi. La gestione coinvolgeva i negozi e gli artigiani dei paesi e c’erano pochi fornitori esterni.
A Marradi l' Economo comprava le
vettovaglie dalle botteghe: Pellegrino Bombardini nel 1861 fornì pane vino e sale e
suo cugino Rinaldo 43 kg di carne.
L'ospedale non aveva la
lavanderia e i panni sporchi venivano dati alle lavandaie del paese, che li
facevano bollire nelle tinozze assieme alla soda (imbiancatura) e poi li
lavavano, quasi sempre nel fiume. La "bucataja" Angiola Benini lavorò
parecchio nel 1860: 150 lenzuoli, 61 camicie, 84 asciugamani (sic) e chiese 6,93
ducati romani (moneta pontificia). Era ormai l'anno dell' Unità e il Camarlingo
saldò il conto con la nuova moneta, 36 lire Italiane e 36 centesimi. La
bucataja forse rimase un po' perplessa ma accettò, firmando la quietanza con
una croce perché era analfabeta.
Le medicine furono comprate alle
farmacie Ghezzi e Baldesi. La prima fu poi rilevata da Giovan Battista Ciottoli
ed era dov'è oggi, invece la Farmacia Baldesi chiuse nel 1922 per la morte del
farmacista Ubaldo, che non aveva eredi in grado di portare avanti il mestiere.
Era in piazza Scalelle, come si vede nella foto qui accanto.
Che cosa vendette la farmacia Ghezzi?
Nel ricettario che presentò al Camarlingo c'è una lunga lista di
decotti e poi olio di fegato di merluzzo e di ricino.
C'è anche il conto per
130 mignatte (sanguisughe) che servivano per riassorbire gli edemi e il
lividi. Non c'è traccia di nessun farmaco così come lo intendiamo noi oggi.
L'Ospedale dava il servizio
di ricovero a domicilio, per chi non era infermo e poteva essere
assistito a casa. Il medico condotto visitava il malato e gli prescriveva
le medicine. I poveri le avevano gratis se il Gonfaloniere
(fino al 1960) e poi il Sindaco, gli rilasciavano un attestato di miserabilità
come questo qui accanto.
Il farmacista registrava la
vendita gratuita e rimetteva il conto al Camarlingo della Comunità, cioè all' Ufficio di ragioneria del Comune.
Matteo Fabbri, il barbiere,
rimise un conto di 10 lire, "barbe e tosature" fatte nel 1860 ma il
Camarlingo tirò sul prezzo e lo saldò con 8 lire e 14 centesimi.
La spesa più grossa fu per il
tetto, perché si ruppero due travi portanti e una squadra di persone dovette
provvedere alla loro sostituzione. L'ospedale era stato costruito solo da una
cinquantina di anni, ma evidentemente il tetto era stato fatto male.
Nessun commento:
Posta un commento