domenica 18 ottobre 2020

Sulla prigionia di Ludovico da Marradi

Notizie e documenti

Da uno studio di Francesco Flammini


Il Castellone di Marradi sullo sfondo della chiesa di Cardeto (1934).


Francesco Flammini, studioso di fine Ottocento, descrisse alcuni episodi inediti e documentati della prigionia di Ludovico Manfredi, ultimo signore del Castellone di Marradi, imprigionato per sempre dai Fiorentini nel carcere delle Stinche, nel quartiere Santa Croce.

La vicenda è stata raccontata tante volte qui sul blog e quindi non serve ripeterla. Ora interessano alcune iniziative del nostro antico compaesano, finite male, con le quali cercò di ottenere la liberazione. Per capire la vicenda serve un breve inquadramento:

Gaspare Canedolo era un nobile veneto che osteggiava il potere del papa Eugenio IV in certe dure contese in Emilia. Nel 1434 dopo una complicata serie di eventi fu fatto prigioniero dal condottiero Gattamelata a san Giovanni in Persiceto (Bologna). Fu consegnato al papa che all’epoca era alloggiato a Firenze, dopo la fuga da Roma a seguito di una rivolta. Il papa chiese ai Fiorentini di imprigionarlo alle Stinche, dove poi il disgraziato Canedolo morì. Gaspare in prigione cercò di organizzare un’evasione, ma a detta di Flammini fu tradito da Ludovico da Marradi, che sperava in questo modo di ingraziarsi il papa e di essere liberato. Le cose andarono a rovescio e il marradese venne messo in una condizione di prigionia ancora più dura.

Il nobile fiorentino Francesco d’Altobianco degli Alberti non aveva apprezzato per niente la delazione di Ludovico e troncò ogni sua supplica con questa quartina:


Ove manca bontà cresce ogni orrore
e l’errar volentieri è mal difetto
né riescon gli avisi sempre al netto,
ma certo sia: chi mal vive mal more.




Clicca sulle immagini per
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Per ampliare
Altro su Ludovico Manfredi e la sua famiglia è nel tematico del blog alle voci:
1) I Marradesi del Trecento
2) I Marradesi del Quattrocento
3) Storia del '400





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