lunedì 18 luglio 2022

Eugenio Montale parla di Campana

A scuola di poesia da Dino 
(sesta lezione)
ricerca di Claudio Mercatali



Eugenio Montale (Genova, 1896 – Milano, 1981) ottenne il Nobel per la letteratura nel 1975. Nel 1925 firmò il Manifesto degli intellettuali antifascisti di Benedetto Croce. Nel 1967 fu nominato senatore a vita per meriti letterari. Si iscrisse nel Gruppo misto (fino al 1972), poi nel Partito Liberale Italiano (1972 - 1976), e infine nel Partito Repubblicano (1977 - 1981). Ebbe tre lauree honoris causa, dall' Università di Milano (1961), di Cambridge (1967) e dalla Sapienza (1974). E' sepolto vicino alla chiesa di San Felice a Ema, sobborgo di Firenze, con la moglie Drusilla.


Nell' ottobre 1942, prima di ottenere questi riconoscimenti, scrisse un articolo su Dino Campana, nella rivista Italia che scrive. Che cosa pensava Montale di Campana in quegli anni quando ancora il nostro poeta era sconosciuto al grande pubblico? Non rimane che leggere il riassunto di questo articolo ...




Le sue considerazioni sono interessanti, perché ritiene che gli scritti campaniani di maggior pregio sono i brani di prosa e non le poesie. E poi è convinto che Dino non riscrisse a memoria i Canti orfici, dopo lo smarrimento del manoscritto, ma usò anche i suoi appunti sparsi, soprattutto quelli del cosiddetto Quaderno, perso anche quello (un destino) ma ritrovato dai famigliari in quegli anni. 


Questo consente un confronto fra le prime stesure delle poesie e i testi definitivi. Per esempio le modifiche alla poesia Boboli, inserita nel Canti Orfici con il nome Giardino autunnale.



Clicca sulle immagini se vuoi una comoda lettura




Che cosa c'è di incorruttibile nella poetica di Campana secondo Eugenio Montale? Le sue conclusioni sono queste:



... Se non ripugnasse ridurre a brandelli un'anima che tese a una espressione totale e che pur ci ha lasciato un'immagine così frammentaria di se stessa, noi ci sentiremmo di ridurre l'opera così breve di Campana a poche pagine incorruttibili per le quali non crediamo che si possa negare al poeta di Marradi una voce ben diversa da quelle del suo tempo.
Un'antologia che comprenderebbe per esempio La Notte, La Verna, Firenze, Scirocco, Piazza Sarzano, Faenza qualche notturno, qualche pezzo delle poesie già citate, e pochi altri frammenti e pensieri. E' poco? E' poesia - prosa, cioè di tono basso? 
Neghiamo il cioè, non crediamo necessaria e sicura l'illazione. "Passato come una cometa" (Cecchi) Dino Campana non ha esercitato, forse, una "influenza incalcolabile" ma la traccia del suo passaggio è tutt'altro che insabbiata. In lui nulla fu di mediocre; i suoi stessi errori noi non li chiameremo errori ma inevitabili urti contro gli spigoli che lo attesero a ogni passo. Gli urti di un cieco, se vogliamo. I veggenti, anche se per avventura visivi come il nostro Campana sono irrimediabilmente, su questa terra, gli esseri più sprovveduti, più ciechi.


Fonte: Rivista Italia che scrive, anno 1942

La rivista Italia che scrive fu fondata nel 1918 da Angelo Fortunato Formìggini (Modena 1878 - 1938). Nel 1938 all'epoca delle leggi razziali Formìggini, ebreo, cambiò nome alla Casa editrice per evitare la confisca.

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