Le dimore padronali
della valle Acereta
ricerca di Claudio Mercatali
La valle Acereta è un vasto comprensorio per più della metà nel Comune di Marradi e per il resto nel Comune di Modigliana. Il bacino comincia dal Passo dell'Eremo e la strada Marradi – San Benedetto lo percorre, dalle Case Nuove a Coloreto. Da qui la valle scende per 9 km fino a Lutirano e poi per altri 12 km fino a Modigliana, dove l'Acereta, il Tramazzo l'Ibola si uniscono e formano il torrente Marzeno. Lungo tutto questo percorso c'è il paesino di Lutirano e per il resto solo poderi e fattorie.
Ecco, questa forse è una delle caratteristiche salienti della valle: una enorme estensione agreste di terreni fertili in un fondovalle pianeggiante, abitata fin dai tempi dei Galli e dei Romani con tanti insediamenti sparsi, poi sede di eremi e monasteri, a Trebbana a Badia della Valle e a Gamogna. Nove parrocchie, altrettanti molini e almeno dodici ville, sede di grandi fattorie. Questa che segue è appunto una rassegna di ville padronali della valle, che potrebbe essere anche ampliata, con la parte nel Comune di Modigliana, che ha lo stesso assetto territoriale. Partiamo dall' alta valle e scendiamo fino alla chiesa di Santa Reparata, dove finisce Marradi:
Ponte della valle è una villa padronale che compare nel Catasto Leopoldino del 1822 rappresentata assieme agli altri edifici del sito, cioè due molini e due case poderali. Il ponte che porta alla casa è l'inizio della strada per Trebbana, un comprensorio alto e remoto con una chiesa dell' anno Mille.
Rio faggeto è una casa padronale dell' Ottocento. Però il sito è antico, a 500 - 650 metri di quota, se consideriamo anche la valletta retrostante.
Dunque il faggio non c'entra, perché questa pianta vive da 800 metri in su. Il nome è di probabile orgine longobarda, da Cafaggio, posto recintato, bandita, così come per la Villa di Cafaggiolo, nel Mugello.
Vossemole è una fattoria abitata dalla famiglia Catani fin dai primi dell' Ottocento. A quei tempi la acquistarono dalla famiglia Fiorini, di Modigliana. Lo sappiamo perché nell'Archivio storico di Marradi c'è un carteggio dell' epoca che parla di una disputa fra i Fiorini e i Mercatali di Vallamento grande per lo sfruttamento dell'acqua per il Molino di Valpiana, che è lì di fronte.
La Villa della Collina è esattamente al valico per Tredozio.
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Sessana è nella valle laterale del Fosso di Stagnana, tributario dell'Acereta ad Abeto.
Sessana e il Passo del Torretto visti dalla Maestà di Piaiano (al confine con Tredozio).
Le Colombaie è una grande villa padronale nella parte alta del Fosso di Bulbana, tributario dell' Acereta a Cignano.
Pian di sotto è nella parrochia di Bulbana. Fu sede di una delle più antiche filande del Comune di Marradi, premiata già al tempo del Granducato per la qualità dei filati. L'edificio della manifattura è ancora esistente a fianco della casa padronale, che invece è stata riedificata per intero negli anni Cinquanta. Infatti i Tedeschi, per vendicarsi dell'uccisione di uno dei loro avvenuta lì vicino, misero due bombe d'aereo nella cantina e .... Il veterinario Francesco Cattani, allora ragazzino abitava a Vossemole, che dista diversi chilometri in linea d'aria e trasalì per la forza dello scoppio.
La Villa di Cignano è ben visibile nel Catasto Leopoldino del 1822 e per quasi tutto l'Ottocento fu dimora della famiglia Montaguti.
Poi venne acquistata dalla Diocesi di Faenza, che aprì un seminario e nella seconda metà del Novecento con la crisi delle vocazioni fu utilizzata per i ritiri spirituali dei ragazzi di Marradi e Tredozio.
Rio Bulbana è una villa padronale a fianco di Cignano, edificata a fine Ottocento per rivalità interne alla famiglia Montaguti.
La Villa di Abeto, oggi dimora estiva, era una residenza di Ferranti, un imprenditore che aprì a Marradi assieme al suo socio Tommasini la fondaria Fertom, che appunto aveva il nome abbreviato di questi due imprenditori.
Casa Gattoni è una villa di Abeto oltre il torrente Acereta. C'è un bel progetto di fine Ottocento per fare un ponte ed evitare il guado.
Il nome deriva dal longobardo "gatt" che indica un posto in alto, di sorveglianza. E' una etimologia abbastanza certa perché nel Comune ci sono altri sei siti con questa radice, tutti in posizione dominante.
Per approfondire sul blog
Nell'Archivio tematico alla voce "Comunità di Lutirano".
Molto interessante ,grazie Rita !
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