alla fine della guerra
dai documenti della famiglia Parrini
Biforco, fine anni Trenta
I dodici mesi dal giugno del 1944 al giugno del 1945 furono drammatici a Marradi. Due bombardamenti aerei devastanti spianarono la maggior parte del capoluogo e di Biforco, poi ci fu l’eccidio di Crespino, il passaggio del fronte, l’accampamento dei soldati Inglesi, Scozzesi, Canadesi, Polacchi e soprattutto degli Indiani e Nepalesi della divisione Mahratta, che subirono tante perdite sulla Linea Gotica nella avanzata lungo la valle del Lamone.
Rimasero accampati in paese fino all’inverno, bruciando qualsiasi cosa per scaldarsi in qualche modo. In autunno la Liberazione era un fatto compiuto ma i dolori e i lutti continuarono. Cominciò il conteggio dei morti, il ritorno degli sfollati e poi da giugno quello dei reduci dall’ Africa, da mezza Europa e degli internati in Germania. Era un lento patire, fatto di speranza e angoscia per chi vedeva tornare tanti giovani ma non i propri famigliari. Questa che segue è la corrispondenza intercorsa fra i componenti della famiglia Parrini di Biforco. La madre Luisa e il padre Giuseppe (che vediamo qui accanto) scrivono ai figli Renzo ed Enrico e descrivono la loro vita, le loro difficoltà e le loro angosce. I figli rispondono e fanno altrettanto. Ne viene un intreccio di sentimenti, di apprensioni e di speranze, mescolato a tante notizie su Biforco che permettono di intuire o intravedere i cento altri drammi nelle famiglie di questo paesino. Leggi (e clicca sulle immagini se le vuoi ingrandire a tutto schermo):
Carissimo figlio
Firenze 9 febbraio 1945
Credo avrai ricevuto la lettera che ti ho scritto di qui dove ti raccontavo la nostra vita di profughi. Però nel giungere la lettera tua dal ….. (?) ….. credo che sia difficile che ti giungano le nostre corrispondenze come prigioniero e subito io pure ti scrivo, dicendoti l’immenso piacere provato nel sentire che ormai sei tornato in Italia e si nutre la speranza di rivederti presto. Ci sarà da sperarlo?…
Noi poveri vecchi siamo lontani dalla nostra casa da giugno a causa del primo bombardamento e ci eravamo ritirati alla casetta di Barbuglio (= Casetta Barbagli) dove il 2 settembre i Tedeschi ci hanno messi in colonna e portati a Brisighella. Di qui venuti gl’Inglesi ci hanno fatto partire di nuovo in camion profughi in campo di concentramento prima a Meldola, poi a Rimini, Chiaravalle Assisi poi Firenze che di qui dicevano di mandarci a casa invece è quasi un mese e non ci mandano ancora il permesso, pensa che vita avremo fatto. Io credo se ancora siamo in vita lo devo a miracoli, però giunta a Firenze i signori Conti mi hanno levata dal campo e con tante cure mi sono rifatta un poco qui in casa con loro; babbo però è sempre al Centro Profughi assieme ad altre 18 persone di Marradi viene sempre qui a trovarmi sta bene ti saluta ti bacia e si fa tanto coraggio.
Il nostro paesello di Biforco fa piangere, i più fortunati siamo noi che la nostra casa è l'unica rimasta in piedi nella nostra contrada è tutto un piano, io però non ho ancora visto nulla che impressione mi farà?
Credo avrai ricevuto la lettera che ti ho scritto di qui dove ti raccontavo la nostra vita di profughi. Però nel giungere la lettera tua dal ….. (?) ….. credo che sia difficile che ti giungano le nostre corrispondenze come prigioniero e subito io pure ti scrivo, dicendoti l’immenso piacere provato nel sentire che ormai sei tornato in Italia e si nutre la speranza di rivederti presto. Ci sarà da sperarlo?…
Noi poveri vecchi siamo lontani dalla nostra casa da giugno a causa del primo bombardamento e ci eravamo ritirati alla casetta di Barbuglio (= Casetta Barbagli) dove il 2 settembre i Tedeschi ci hanno messi in colonna e portati a Brisighella. Di qui venuti gl’Inglesi ci hanno fatto partire di nuovo in camion profughi in campo di concentramento prima a Meldola, poi a Rimini, Chiaravalle Assisi poi Firenze che di qui dicevano di mandarci a casa invece è quasi un mese e non ci mandano ancora il permesso, pensa che vita avremo fatto. Io credo se ancora siamo in vita lo devo a miracoli, però giunta a Firenze i signori Conti mi hanno levata dal campo e con tante cure mi sono rifatta un poco qui in casa con loro; babbo però è sempre al Centro Profughi assieme ad altre 18 persone di Marradi viene sempre qui a trovarmi sta bene ti saluta ti bacia e si fa tanto coraggio.
Il nostro paesello di Biforco fa piangere, i più fortunati siamo noi che la nostra casa è l'unica rimasta in piedi nella nostra contrada è tutto un piano, io però non ho ancora visto nulla che impressione mi farà?
Nulla ti avevo detto ma il nostro caro Renzo è prigioniero in Germania ancora dal giorno 8 settembre. Come si troverà? Ha scritto il giorno 18 dicembre. In che pena staremo noi?
Dimmi non hai mai ricevuto notizie nostre? … Sempre ti ho risposto. Tutti ti ricordano e pensano. Molti hanno perso la casa e tutte le cose più care. Certo anche noi abbiamo avuto dei danni molti ma l’avere in piedi la casa e anche tante cose di famiglia bisognerà dire di contentarci, almeno se avremo grazia di tornarci il letto e materassi esistono ancora. Quante cose avremo da raccontarci. E’ stato a trovarci Adolfo. Era in licenza e disse che veniva da Napoli. Rispondi subito che ci sarà di conforto. Saluti e bacioni da chi tanto ti pensa, ti ama e benedice. I tuoi genitori Luisa e Giuseppe Parrini
12 marzo 1945
Ieri abbiamo ricevuto la tua carissima il descrivere la nostra consolazione è stata grande, e più ancora nel sentire che almeno dopo due anni hai potuto sapere che i tuoi genitori vivono ancora sebbene soffrano tanto per la vostra lontananza e per essere anche privati nella nostra vecchiaia delle comodità e libertà che si poteva avere nella nostra casa.
Per ora siamo sempre qui, io certo non soffro perché nulla mi manca e i signori Conti mi tengono cara come fossi di famiglia, ma troppo è il disturbo perché il 17 sono due mesi che siamo qui e non si sa il termine altroché dicono ….. non sarà occupato Bologna. Da quando siamo giunti qui dico di stare molto meglio perché il dottore che mi visitò al campo disse al babbo la metta subito in letto senza muoversi avevo un affanno spaventoso con gran tosse e più le gambe gonfie fino al ginocchio, il babbo povero vecchio per farmi salire dai Conti ebbe daffare e subito con punture e un nutrimento migliore posso dirti che oggi ho fatto i muscoli perché le gambe sono tornate normali come prima; certo un po’ di asma e tosse c’è sempre ma tu ben sai che ho la bronchite cronica.
Forse il buon Dio mi tiene in vita per rivedere i miei cari figli? Questa è la mia preghiera. Il babbo resiste alla vita del campo ma certo il mangiare è ben poco, minestrone il giorno e a cena con una razione di pane e basta, si compra un poco di vino, e fichi secchi perché credi qui a Firenze si trova di tutto ma ci vorrebbe a testa 100 lire il giorno e poi non mangi nulla pensa che dal 6 giugno 1944 epoca del primo bombardamento che siamo sfollati alla Casetta di Barbaglio (= Casetta Barbagli) e il 2 settembre ci portarono in più tappe, pensa si dové farla tutta a piedi e una notte abbiamo viaggiato sotto il temporale e giunti alla fermata alle 3 della notte; qui ci siamo stati 4 lunghi mesi e il più doloroso viaggio fu l’ultimo che si credeva ci portassero a casa nostra e invece come ti ho scritto sai già che giro abbiamo fatto e ancora qui in attesa del giorno sospirato. Pensa che il babbo dorme sempre in un paglierino senza spogliarsi mai e quindi io ne soffro tanto per lui che si fa abbastanza coraggio.
Carissimo figlio
Ieri abbiamo ricevuto la tua carissima il descrivere la nostra consolazione è stata grande, e più ancora nel sentire che almeno dopo due anni hai potuto sapere che i tuoi genitori vivono ancora sebbene soffrano tanto per la vostra lontananza e per essere anche privati nella nostra vecchiaia delle comodità e libertà che si poteva avere nella nostra casa.
Per ora siamo sempre qui, io certo non soffro perché nulla mi manca e i signori Conti mi tengono cara come fossi di famiglia, ma troppo è il disturbo perché il 17 sono due mesi che siamo qui e non si sa il termine altroché dicono ….. non sarà occupato Bologna. Da quando siamo giunti qui dico di stare molto meglio perché il dottore che mi visitò al campo disse al babbo la metta subito in letto senza muoversi avevo un affanno spaventoso con gran tosse e più le gambe gonfie fino al ginocchio, il babbo povero vecchio per farmi salire dai Conti ebbe daffare e subito con punture e un nutrimento migliore posso dirti che oggi ho fatto i muscoli perché le gambe sono tornate normali come prima; certo un po’ di asma e tosse c’è sempre ma tu ben sai che ho la bronchite cronica.
Forse il buon Dio mi tiene in vita per rivedere i miei cari figli? Questa è la mia preghiera. Il babbo resiste alla vita del campo ma certo il mangiare è ben poco, minestrone il giorno e a cena con una razione di pane e basta, si compra un poco di vino, e fichi secchi perché credi qui a Firenze si trova di tutto ma ci vorrebbe a testa 100 lire il giorno e poi non mangi nulla pensa che dal 6 giugno 1944 epoca del primo bombardamento che siamo sfollati alla Casetta di Barbaglio (= Casetta Barbagli) e il 2 settembre ci portarono in più tappe, pensa si dové farla tutta a piedi e una notte abbiamo viaggiato sotto il temporale e giunti alla fermata alle 3 della notte; qui ci siamo stati 4 lunghi mesi e il più doloroso viaggio fu l’ultimo che si credeva ci portassero a casa nostra e invece come ti ho scritto sai già che giro abbiamo fatto e ancora qui in attesa del giorno sospirato. Pensa che il babbo dorme sempre in un paglierino senza spogliarsi mai e quindi io ne soffro tanto per lui che si fa abbastanza coraggio.
Quanto vi ricorda e vi pensa non posso descriverti e lui dice sempre almeno Enrico spero di rivederlo presto. Cosa posso sperare di Renzo da quanto si legge nei giornali? Che il buon Dio l’assista. Ben poco posso dirti di novità di Biforco da quanto ci raccontano la nostra casa è l’unica rimasta in piedi senza danni forti al fabbricato ma in casa mancano abiti e mobili, ed è già piena di persone che non hanno più casa e fra questi vi è Moschino credo il Fabbro e il Barbiere se avremo fortuna di tornare anche noi una stanza ci sarà anche per tutti. I morti nel bombardamento …. (?)….. …. La maestra Fabbri … … che la tengono a farle il servizio il Chiarini … … suo fratello Pietro è stato internato in Germania è rimasto morto pure Domenico il fratello dell’Egle e il babbo di Pierino Rontini e venti contadini che venivano dal mercato di Marradi. Dicono che sia morto Vecchi, come pure per malattia Saralvo. L’arciprete di Marradi colpito con una granata è pure morto. Presto si sposa Tullio con la Liliana il 7 aprile e vedrai che saremo ancora qua anche noi. Cesare hanno stabilito di sposare di settembre pensa l’Ida com’è contenta. Non vedo l’ora che voi pure siate liberi per trovarvi una donnina perché ora è troppo il bisogno nella nostra famiglia e questo lo riconosce anche babbo. Siamo prossimi alla Pasqua e unita al babbo ti faccio i migliori auguri, ma come la passeremo triste così tutti divisi? Renato e Maria stanno bene e alla fine di aprile mi dice Renato che verrà alla luce un altro figlio, a loro ha fruttato bene la guerra ora lui è qui a Firenze e guadagna un monte di denari sempre al mercato nero che è la rovina di tutti. La Teresina è cresciuta di famiglia con un’altra bambina che ha finito l’anno ancora di novembre, vedi quante cose nuove …
Carissimo figlio solo poche righe ti scrivo per non ripetere ciò che ha scritto la mamma. Ora ti dico che sempre siamo in 20 di Marradi in via della Scala e in questa caserma siamo in tremila e più, voglio sperare che presto ci rimanderanno a casa, così non saremo più sfollati. E staremo nella nostra casa che abbiamo avuto fortuna che è ancora su …
Carissimo figlio
13 giugno 1945
Ieri abbiamo ricevuto la tua carissima in data 2 questa volta la posta ha funzionato bene abbastanza, ora qui la posta parte a mezzo di camion tutti i mercoledì quindi bisogna stare attenti a impostare in quel giorno. Godo nel sentire che di salute stai benone ma ancora la tua venuta ritarda!
Speriamo come tu dici che sia fra giorni tu puoi ben comprendere come sei desiderato da tutti. Di Renzo purtroppo ancora nulla mentre tutti i giorni ne giungono sempre. Ieri è venuto anche Leo da Fabbro dall’Albania Pietro Farolfi e tanti altri che erano stati presi dai Tedeschi. Puoi pensare vedendo giungere questi io specialmente mi sento morire d’angoscia, vorrei farmi animo ma non posso tu sai bene come il mio carattere sia sempre stato molto impressionabile. … (?) … in tempo Alfredo a rientrare altrimenti ci … (?) …… anche ……….. e la vetrina e due comodini che quelli ci sono ancora.
Scrivile e dille che sempre noi la ricordiamo ed è ormai nella nostra famiglia come una figlia amata e desiderata. I suoi parenti ne sono contenti? Suo padre perché sento che la madre non l’ha più! Spero che quando ti giungerà questa mia avranno deciso per inviarti a casa. Noi di salute benino io non posso pretendere ormai di stare meglio di così. Solo desidero la vostra venuta e poi venga pure la morte che mi sento rallegrata, ho pregato tanto per ottenere questa grazia. Ma pazienza il buon Dio avrà pure misericordia di noi e ci darà questo conforto di riunirci insieme.
Dalla tua fidanzata ho ricevuto una lettera in data 6 maggio e poi più nulla, però non mi faccio meraviglia perché la mia risposta chiusa quando ha ritardato perché non si trovava un mezzo per spedirla, però le ne ho scritto una dietro l’altra che spero le saranno giunte. Scrive bene e si esprime con frasi molto gentili, non dubitare che l’affetto nostro è diviso con lei e non vediamo l’ora di conoscerla. Però quanto sarei stata più felice quando avevo una casa veramente bella e nulla mi mancava ma oggi noi siamo fra i fortunati ci troviamo privi di tante comodità che lei stessa lo potrà figurare perché sapete già dove ha passato la guerra che strage ha fatto. Di biancheria ne abbiamo rimasta molta coperte e materassi tant’è vero che non sappiamo dove tenerla perché il guardaroba e i due comò ce li hanno bruciati gli Indiani arrivo (?) e spero che il buon Dio me la vorrà concedere. Tutti ti ricordano e salutano Leo Fabbri e famiglia, Teresina e Alfredo e baci dalla bimba. Moschino e la sua moglie e la famiglia Ferri, Giulia che ora stanno a Marradi.
Ieri abbiamo ricevuto la tua carissima in data 2 questa volta la posta ha funzionato bene abbastanza, ora qui la posta parte a mezzo di camion tutti i mercoledì quindi bisogna stare attenti a impostare in quel giorno. Godo nel sentire che di salute stai benone ma ancora la tua venuta ritarda!
Speriamo come tu dici che sia fra giorni tu puoi ben comprendere come sei desiderato da tutti. Di Renzo purtroppo ancora nulla mentre tutti i giorni ne giungono sempre. Ieri è venuto anche Leo da Fabbro dall’Albania Pietro Farolfi e tanti altri che erano stati presi dai Tedeschi. Puoi pensare vedendo giungere questi io specialmente mi sento morire d’angoscia, vorrei farmi animo ma non posso tu sai bene come il mio carattere sia sempre stato molto impressionabile. … (?) … in tempo Alfredo a rientrare altrimenti ci … (?) …… anche ……….. e la vetrina e due comodini che quelli ci sono ancora.
Il babbo è rimasto un po’ mortificato per il tuo giusto rimprovero, ma non credere perché sia che non ti pensi perché credi che col suo carattere non vorrebbe far conoscere a me la sua apprensione per voi soffre anche più di me. Compatiscilo e pensa che qualche volta è stato anche per colpa mia che ho spedito la lettera non essendoci lui presente. E’ sempre dietro a chiedermi quant’ è che non ha scritto la tua fidanzata e anche te. Alla tua fidanzata dille che si faccia una bella foto uguale alla tua così si vede bene la sua effige è troppo piccolina quella che ci hai mandato è un caro ricordo per noi nell’avervi così lontani. Tutti qua credono che presto la porterai a Biforco ma credo che prima vorrai vedere come sistemarla. Non è vero?
Scrivile e dille che sempre noi la ricordiamo ed è ormai nella nostra famiglia come una figlia amata e desiderata. I suoi parenti ne sono contenti? Suo padre perché sento che la madre non l’ha più! Spero che quando ti giungerà questa mia avranno deciso per inviarti a casa. Noi di salute benino io non posso pretendere ormai di stare meglio di così. Solo desidero la vostra venuta e poi venga pure la morte che mi sento rallegrata, ho pregato tanto per ottenere questa grazia. Ma pazienza il buon Dio avrà pure misericordia di noi e ci darà questo conforto di riunirci insieme.
Dalla tua fidanzata ho ricevuto una lettera in data 6 maggio e poi più nulla, però non mi faccio meraviglia perché la mia risposta chiusa quando ha ritardato perché non si trovava un mezzo per spedirla, però le ne ho scritto una dietro l’altra che spero le saranno giunte. Scrive bene e si esprime con frasi molto gentili, non dubitare che l’affetto nostro è diviso con lei e non vediamo l’ora di conoscerla. Però quanto sarei stata più felice quando avevo una casa veramente bella e nulla mi mancava ma oggi noi siamo fra i fortunati ci troviamo privi di tante comodità che lei stessa lo potrà figurare perché sapete già dove ha passato la guerra che strage ha fatto. Di biancheria ne abbiamo rimasta molta coperte e materassi tant’è vero che non sappiamo dove tenerla perché il guardaroba e i due comò ce li hanno bruciati gli Indiani arrivo (?) e spero che il buon Dio me la vorrà concedere. Tutti ti ricordano e salutano Leo Fabbri e famiglia, Teresina e Alfredo e baci dalla bimba. Moschino e la sua moglie e la famiglia Ferri, Giulia che ora stanno a Marradi.
Il ponte che avevano fatto nel nostro orto ora non c’è più lo rifaranno di nuovo dov’era il molino alle case di Nello che ora non esistono più, insomma Biforco non si riconosce più però c'è allegria e ballano la domenica qui nella nostra pista, Saluti bacioni cari da me e babbo e in un caro amplesso ti benedice la tua mamma Luisa.
Carissimo figlio
Noi ti salutiamo bene ma molto ci siamo invecchiati che quando tu verrai troverai pure tu la differenza dalla tua assenza. Sono purtroppo persuaso delle vostre gravi sofferenze ma pure noi abbiamo passato il ….. Forse il buon Dio ha aiutato e voglio sperare di arrivare fino al buon fine di riabbracciarvi tutti e due prima di passare all’altra vita. Tutto quello che desidero è di potervi almeno una volta abbracciarvi e baciarvi.
Quanto ho pensato a voi sempre mi siete stati nella mia mente e mi sono fatto talmente forte che mai ho dato a nessuno da confessarlo, per ora non sono ancora contento perché non ho trovato ancora l’esito della mia volontà vorrei dirti tante cose ma tralascio bacioni per la tua fidanzata e credimi sempre il tuo padre Giuseppe Parrini
Marradi (Biforco) lì, 12 luglio 1945
Il nove di questo mese verso le 20 sono giunto a casa dopo 17 giorni di viaggio e dopo una assenza di 43 mesi. Puoi figurarti la contentezza dei nostri genitori e maggiormente la mia, perché dalla morte ritornavo alla vita. Sono giunto purtroppo non in ottime condizioni di salute, sono dimagrito e dolori reumatici mi assillano da diverso tempo. Però l’armatura sono riuscito a portarla a casa e ora, in questi due mesi di licenza che ho ottenuto spero di poterla inguarnire di un po’ di carne che i sacrifici mi avevano fatto lasciare in Germania. Raccontarti la mia odissea è cosa troppo ardita. I sacrifici che ho provato e le privazioni di ogni genere mi sembrano un lontano ricordo che voglio in ogni modo dimenticare per poter riformarmi una nuova vita.
Il nove di questo mese verso le 20 sono giunto a casa dopo 17 giorni di viaggio e dopo una assenza di 43 mesi. Puoi figurarti la contentezza dei nostri genitori e maggiormente la mia, perché dalla morte ritornavo alla vita. Sono giunto purtroppo non in ottime condizioni di salute, sono dimagrito e dolori reumatici mi assillano da diverso tempo. Però l’armatura sono riuscito a portarla a casa e ora, in questi due mesi di licenza che ho ottenuto spero di poterla inguarnire di un po’ di carne che i sacrifici mi avevano fatto lasciare in Germania. Raccontarti la mia odissea è cosa troppo ardita. I sacrifici che ho provato e le privazioni di ogni genere mi sembrano un lontano ricordo che voglio in ogni modo dimenticare per poter riformarmi una nuova vita.
Giunsi a Firenze l’ 8 e mi si disse che Biforco come Marradi era stato tutto distrutto e fu il più gran dolore. Pensai ai genitori che non avrei più rivisto, pensai alla casa e non a te perché ti credevo ancora prigioniero nel Sudafrica. Pensa che erano 14 mesi che non ricevevo notizie e quindi giungevo all’oscuro di tutto. Fu solamente su l’autocarro che mi conduceva da Firenze a Biforco che Ermanno Calosci mi diede le belle notizie che mi fecero piangere di gioia. Seppi da lui l’odissea passata dai nostri cari e il loro ritorno a Biforco, seppi nella medesima maniera come tu eri già tornato in famiglia e seppi inoltre che nonostante tutte le distruzioni operate nel nostro paese la casa, forse l’unica del paese, era rimasta in piedi.
Ho saputo dopo la tua intenzione di sposarti, mamma mi ha raccontato tutto. Io non voglio sconsigliarti e dirti sia un bene o un male solo ti avverto che questi sono momenti abbastanza critici e non conoscendo le tue condizioni finanziarie né quelle della tua futura moglie mi astengo dal formulare concetti che potrebbero essere errati in pieno. Pensa che Biforco, specialmente ora, offre ben poche possibilità di vita. Rimanendo qua dovresti lavorare materialmente ed è per questo che io ti consiglierei di trovarti prima una sicura posizione indi sposarti che ne sarei oltremodo contento anch’io dato che la nostra madre è vecchia e dagli sostegni. Puoi ottenere una licenza o un permesso? Tu sapessi come ti rivedrei volentieri. Interessati presso il tuo comando. E’ mai possibile che noi non ci si abbia mai a vedere. Termino caro Enrico salutandoti cordialmente e voglio sperare che sia vicino il momento in cui potrò stringerti fra le braccia. Bacioni tuo Renzo
Cara Giuseppina
Oggi stesso ricevo notizie da Enrico il quale mi ricorda tanto voi e mi dice che è da diverso tempo che voi non avete ricevuto mie notizie.
Sempre vi ho risposto alle vostre carissime ……. Che sebbene in ritardo vi giungerà certamente. Sono dispiacente perché lui pure si lamenta perché attende notizie nostre, potete pensare se per vederlo contento quanto sia propenso un genitore a dar le notizie. Forse già da Enrico avete saputo della nostra felicità per il ritorno in famiglia dell’altro figlio Renzo prigioniero in Germania non sto a descriverlo perché voi sapevate della nostra preoccupazione essendo da 14 mesi che più nulla si sapeva di lui. Credete che da quanto ci racconta è un miracolo averla scampata la vita … ? … privazioni di ogni genere che mai avrebbe pensato di rivedere la sua famiglia. E’ rimasto tanto dispiacente nel sentire che pochi giorni avanti c’era a casa il suo caro fratello che sono 4 anni che non si sono visti e ora si teme con questo congedo che si tardi il suo ritorno perché a lui finisce la licenza il 9 settembre: quale dolore sarebbe per tutti.
Il buon Dio misericordioso ha esaudito le mie preghiere mi ha ridonato i figli e quindi dovrò ringraziarlo e dirgli che alla mia età e alle sofferenze che ho passato mi ha fatto vivere per avere questa bella soddisfazione, a loro stesso nel sentire tutto quello che le abbiamo raccontato ………. a un vero miracolo l’aver rivisto sua madre, il babbo è molto più robusto di me e quindi i disagi gli ha superati molto meglio. Anche questo figlio nel vedere il suo paese così ridotto un mucchio di macerie e la nostra casa in piedi con poche altre potrete pensare come ne avrà ringraziato il buon Dio perché tutti anche se la casa non è bella si sente di esserci molto affezionati.
Certo ora ci troviamo molto sacrificati perché come vi ho detto altre volte è tutta occupata dalle famiglie che sono senza tetto e a noi ci resta libera una camera e il resto si vive insieme a un’altra famiglia anche Renzo come Enrico si rassegnano perché vedono come vivono male gli altri si spera che in Comune si interessino per provvedere a questi sfortunati ma vediamo che i mesi passano e nulla viene sistemato. Certo la nostra casa ha sofferto coi bombardamenti e più con l’invasione di soldati Indiani e di tutte le razze che hanno bruciato mobili e sciupato la casa che dovrebbe essere riparata ma come fare in questi momenti?
Neppure si trova il materiale e se un poco si trova ha prezzi spaventosi che nessuno ha il coraggio. Pazienza, torneranno i tempi migliori e quello che non è più possibile far noi lo faranno i figli se il buon Dio li assiste. Certo il mio sogno sarebbe ancora di vedervi sistemati e speriamo di vivere ancora per vedervi pienamente felici. Enrico non vuole sentir dire che ormai la mia felicità è completa per aver avuto la felicità di rivederli, …. ….. ma pure bisogna rassegnarsi! …Vedete quanto a lungo vi scrivo e vi parlo dei miei figli e come desidero la sua felicità. Voi pure che …. Mi comprendete e siate certa che l’affetto che avete per lui vi unisce a mia carne come una figlia. Saluti cari affettuosi da noi tutti fatene a parte alla vostra famiglia e con un abbraccio sono vostra affezionatissima Luisa.
Documenti di famiglia, gentilmente concessi dalle nipoti di Luisa Cavallari e Giuseppe Parrini: Giuliana (Giuly) che abita a Montepulciano, Luisa che abita a Lugo e Patrizia che abita a Ravenna.
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