delle Mente
e degli Origani
ricerca di Claudio Mercatali
Le piante non si possono spostare, perché hanno bisogno di prendere di continuo l'acqua dal sottosuolo e di un radicato sostegno per le chiome dove si svolge la fotosintesi. Dunque per la riproduzione a loro serve qualche strategia per trasportare i gameti maschili (il polline), verso i gameti femminili, nell' ovario dei fiori di un' altra pianta. Il sistema più semplice è l'anemofilìa, cioè l'affidare il polline al vento, ma il più efficace è l'entomofilìa, il trasporto per mezzo degli insetti. Perché un insetto svolge questo compito? C'è il trucco: la pianta produce il nettare, un cibo zuccherino pregiato e l'ape arriva per succhiarlo. Senza saperlo "si sporca" con il polline e lo porta alle piante successive. Come fa una pianta a farsi riconoscere dall'ape? Può generare un fiore vistoso, o comodo da "visitare" oppure può produrre un odore gradevole per gli insetti impollinatori.
Eccoci giunti al punto che interessa. L'odore è una strategia per attirare gli insetti melliferi, efficace anche per le le piante piccole e poco appariscenti. Un odore piacevole è attrattivo anche per gli Umani, se lo sentiamo arriviamo senz'altro a strappare la pianta vanificando la sua strategia, ma questo è un altro discorso. Quali sono le erbe odorose piacevoli per noi? Vediamone alcune:
La Menta
Il mentolo è un composto chimico con un odore piacevole, anche mescolato al tabacco delle sigarette (ma di recente è stato vietato). C'è in tutte la varietà di Menta, che sono decine. Nella nostra flora spontanea se ne trovano con facilità tre: la Menta piperìta, è orginaria dell' America ma ormai ha invaso i nostri ambienti. Fu portata in Europa perché era più adatta delle nostre per la produzione dolciaria. La Menta spicata, cioè con i fiori disposti a spiga è la più comune e la Menta acquatica ha un odore forte e gradevole. Sono essenze piccole e passano inosservate se proprio non vengono cercate. Secondo il mito Minta era una ninfa bella e appariscente che aveva sedotto Ade, il dio degli inferi. Sua moglie Proserpina si ingelosì e per vendetta trasformò la seducente Minta in una piantina profumata ma poco visibile.
Questo è il nome di un intero genere di piante aromatiche di circa cinquanta specie. Le due più note sono l'Origanum vulgaris e la Maggiorana (Origanum majorana). Sono erbe aromatiche molto usate nella nostra cucina, per i piatti di carni e pesce, nelle insalate e nella pizza. Si dice che siano repellenti per le formiche e le zanzare. Nel linguaggio dei fiori da sempre sono state considerate essenze che danno sollievo, conforto e salute.
Dunque dal punto di vista botanico anche la Maggiorana è un origano.
Il classico Origano, il vulgaris, ha tante proprietà terapeutiche. Il suo principio attivo è soprattutto il Timolo ma contiene anche proteine, sali minerali, vitamine e carboidrati. Slanciato ma debole, forma un insieme di diversi fusti che crescono fino a mezzo metro ma poi si piegano in modo disordinato e danno alla pianta un aspetto sgraziato. La pianta è citata già da Teofrasto, un filosofo e botanico greco vissuto nel IV secolo a.C. che forse le diede il nome con l'unione di due parole: "òros" = monte e "ganàos" = sto bene, cioè "vivo bene sui monti".
Il Timo
Anche questo è il nome di un gruppo di piante che comprende molte specie e varietà Nella nostra flora spontanea c'è il Tymus vulgaris (o officinalis), un cespuglietto con i fiori piccoli, fitti, bianchi o rosati. Ha delle proprietà antisettiche note anche agli Egizi, che lo usavano per imbalsamare. Fino a cento anni orsono era alla base dei disinfettanti più comuni e anche oggi si trova in polvere da cospargere dentro le scarpe. Le proprietà anti batteriche sono dovute al timolo, che è in tutte le parti della pianta, responsabile anche del forte profumo. Il modo più semplice per usare il timo è quello dell' infuso, preparato con i fiori e le foglie tritati come se si facesse un thé. Però il timolo naturale è una essenza che si presta bene anche per aromatizzare i cibi. E' difficile dare delle ricette, perché il profumo e il sapore del timo sono veramente particolari. Si può provare a fare un battuto e a metterne un po' su una polpetta di carne macinata, oppure a mescolarlo con la carne cruda e poi cuocere il tutto. Forse la prima volta conviene usarlo per condire una semplice insalata.
La Santoreggia
Anche questa è una pianta con tante varietà. Le principali qui da noi sono due, non tanto facili da distinguere. La Satureja montana è perenne e in estate dà dei fiori bianchi. Ha un aroma delicato, simile all'origano. La Satureja hortensis è annuale e ha un aroma forte, è più piccola e più erbacea. I suoi fiori rosati spuntano in cima ai rami. Ha le foglie un po' più tondeggianti e rade rispetto a sua sorella. Le santoregge sono parenti strette del Timo e dell' Origano e hanno un odore simile, apprezzabile sulle uova sode, i legumi e le verdure cotte. In cosmesi un infuso fatto con 500g di fiori in due litri d'acqua, laborioso da preparare, versato nell’acqua della vasca da bagno è emolliente e anti infiammatorio per la pelle. In caso di punture di insetti un massaggio con una foglia di santoreggia dà sollievo. I fiori secchi messi in un sacchettino di tela nei cassetti tengono lontane le tarme e messi in una ciotola sul davanzale (... forse) allontanano le zanzare. Per antica tradizione è considerata una pianta afrodisiaca e i Greci la usavano nei riti per il culto di Dioniso, dio del vino, della gioia e del benessere. Per questa sua noméa di erba dissoluta era proibito ai monaci coltivarla negli orti dei conventi.
Nessun commento:
Posta un commento