lunedì 7 agosto 2023

Il grano Senatore Cappelli

Breve storia e uso 
di un grano antico

Ricerca di Claudio Mercatali



Il Senatore Cappelli è un grano ottenuto dal genetista Nazareno Strampelli ai primi del ‘900 al Centro di ricerca cerealicola di Foggia incrociando la cultivar tunisina Jenah Rhetifah con altre varietà. Nel 1915 Strampelli diede al nuovo grano il nome del senatore Raffaele Cappelli che lo aveva sostenuto e finanziato.


Il frumento Cappelli è molto alto (circa 150 - 160 cm) e subisce l'allettamento, cioè il suo fusto si piega fino al suolo con il vento, però l’altezza è una difesa dalle erbe infestanti basse e questo agli inizi del ‘900 era un bel vantaggio, perché non c’erano gli erbicidi che ci sono oggi. In più la sua semola è di ottima qualità. Con questa nuova cultivar le rese per ettaro passarono da 9q (1920) a 12q (fine degli anni '30). Fino agli anni '50 la maggior parte del grano italiano era Cappelli ma poi l’avvento degli erbicidi permise di coltivare piante di minore taglia, meno soggette all’allettamento e il Cappelli andò in declino e fu sostituito da cultivar come quelle dei gruppi “Val” (Valgerardo, Valnova, Valselva, Valriccardo) o “Castel” (Castelporziano, Castelfusano, Casteldelmonte e Castelnuovo) ma soprattutto dal Creso, un grano derivato dallo stesso Cappelli. 



Come vennero ottenute queste nuove varietà soprattutto il Creso che ebbe il maggiore successo commerciale? Leggiamo le schede qui accanto …






Oggi il grano Senatore Cappelli occupa una nicchia di mercato dedicata ai cultori di frumenti antichi non OGM. E' in produzione anche a Marradi, presso l'Azienda agricola Zerbini di Sant'Adriano e l'Azienda agricola di Val Lutirano, dove c'è un forno che cuoce un pane fatto con questo grano. E' mostrato qui accanto; fragrante, piacevole al palato, adatto sopratutto a chi ha i denti buoni, perché le farine ottenute con il Senatore Cappelli danno un pane più "duro" di quello che siamo abituati a mangiare, specialmente se ottenute con la molitura tradizionale a pietra.


Nessun commento:

Posta un commento