domenica 22 settembre 2013

Il ritorno da Casetta di Tiara



Dino Campana rientra a Marradi
alla fine dell'estate
 ricerca di Claudio Mercatali


Casetta di Tiara


L'estate del 1916 fu una bella stagione per Dino Campana. Nei primi giorni d'agosto era cominciata la storia con Sibilla Aleramo con un soggiorno appassionato nello sperduto paesino di Casetta di Tiara. Per i due furono giorni di matta passione, di amore travolgente in giro per i monti.
A settembre Sibilla tornò a Firenze e Dino, dopo essere rimasto solo per qualche giorno, si avviò a piedi verso Marradi. A Palazzuolo spedì all'amata la lettera che è qui di seguito preannunciando il suo arrivo a Firenze per il giorno successivo.

 
La bella giornata, il lungo cammino attraverso i monti (da Casetta di Tiara a Marradi ci sono più di venti chilometri) l'avevano messo di buon umore e cantava il ritornello "io ti scopersi e ti chiamai Sibilla" che a dire il vero viene da un sonetto di Giovanni Cena, uno scrittore col quale Sibilla aveva vissuto per diversi anni. Dino faceva il disinvolto, ma era gelosissimo del passato di Sibilla ...

Sopra: Visuale dalla Bastia verso Palazzuolo
A destra: ... mi avvicino al mio fatale paese ... Il Lavane visto dalla Colla di Palazzuolo

A Sibilla Aleramo
Pensione Scandinavia
Corso dei Tintori  Firenze

Sabato, domani, all'ultimo treno che arriva a Firenze, alle ore 8 e 3/4 o alle nove, io verrò mia cara. Non posso dirti nulla. Sono quà a Palazzolo (ne vedesti la direzione dalla Bastìa). Mi sono messo in viaggio questa mattina con un tempo magnifico e per tutta la mattinata ho pensato a te come per raccoglierti intorno gli ultimi splendori della bella stagione nei prati umidi, un verde intenso di velluto. Non ti dirò le sciocchezze che servivano di pretesto al mio amore, sono di quelle che non mi vuoi perdonare. Cantavo, figurati che avevo per ritornello: io ti scopersi e ti chiamai Sibilla. Volevo anzi telegrafartelo senz'altro questo ritornello come una protesta brutale della sanità vitale del nostro amore, unica ambigua e chiara risposta alle tue possibili ansie. Mi accorgo di sragionare. Mi avvicino al mio fatale paese. Addio amore ritroverò la forza fra le braccia della mia Sibilla.

Palazzuolo di Romagna  22 settembre 1916             Dino Campana

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