giovedì 13 novembre 2014

La cometa di Halley

Il passaggio del 1910
ricerca di Claudio Mercatali



In questi giorni si è saputo che l'ESA, l'agenzia spaziale europea, molti anni fa aveva sparato nello spazio una sonda in grado di atterrare su una cometa. Noi Europei non siamo come gli Americani, che reclamizzano sei mesi prima il lancio delle loro sonde e lo scopo delle missioni. E' una differenza di stile o ci rende incerti la sudditanza tecnologica? 
La cometa si chiama  67 P/ Churjumov - Gerasimenko e secondo l'uso dell' astronomia, prende nome da chi l'ha scoperta, cioè in questo caso da due russi .
Il primo segnale è arrivato al Centro di controllo ESA in Germania, alle 17,03 dell' 11 novembre: per la prima volta, una sonda interplanetaria è atterrata sul nucleo di una cometa, per studiare le caratteristiche misteriose di questi corpi celesti. Il segnale arriva da 511 milioni di chilometri: ha impiegato 28 minuti e 34 secondi per giungere fino a noi. Come andrà a finire la missione? Lo sapremo nelle prossime settimane dalla stampa. In attesa di notizie occupiamoci di una cometa famosa in periodico transito attorno alla Terra, ossia della cometa di Halley.

Le comete fin dall' antichità hanno sempre affascinato, e fu appunto una cometa a guidare i Re Magi fino alla grotta di Betlemme. Nel medioevo le credenze popolari volsero al peggio e la loro comparsa fu considerata segno di sventura.
Oggi gli astronomi ci dicono che queste non sono altro che nuclei ghiacciati e la coda si forma quando sublimano passando vicino al Sole. Sono anche corpi orbitanti e quindi se il Sole non le scioglie del tutto ritornano dopo un certo numero di anni.

L' astronomo Edmond Halley si accorse che la cometa che vedeva nel 1682 era simile a quelle descritte da Pietro Apiano nel 1531 e da Johannes Kepler nel 1607 e pensò che fosse la stessa, di ritorno ogni 76 anni circa. Infatti la cometa fu rivista da Johann Georg Palitzsch la notte di Natale del 1758. Il 20 maggio del 1910 la cometa passò vicino alla Terra, a 22 milioni di chilometri, creando spettacolari vedute alle alte latitudini.
Il 13 gennaio Tolstoj un po' preoccupato scrisse nel suo Diario:
Giovanni Pascoli fu più ottimista di Tolstoj e pubblicò sulla rivista Il Marzocco la poesia Alla cometa di Halley che comincia così:
O tu, stella randagia, astro disperso …
 
clicca sulle immagini 
se le vuoi ingrandire

L'Italia non era in una posizione ottimale per l'osservazione della cometa di Halley del 1910, però le aspettative furono tante lo stesso. Gli astronomi avevano spiegato che l'orbita coincideva con quella terrestre e ci poteva essere uno scontro, o potevano cadere i detriti accumulati nel nucleo. Infatti le comete inglobano polveri e meteore raccolte lungo le loro lunghissime orbite.

Fin qui la scienza. Che impressioni ebbe la gente, nella nostra zona, di fronte a tutte queste notizie?
A quanto risulta dagli articoletti dei giornali locali pare che  non ci fossero molte preoccupazioni. Il passaggio della cometa era previsto, atteso e noto a tutti, perché se ne era fatto un gran parlare.
 I Salesiani di Faenza per l'occasione organizzarono una conferenza con padre Alfani, il prete astronomo direttore dell' Osservatorio Ximeniano di Firenze. Il settimanale cattolico Il Piccolo diede risalto alla cosa nel modo che si legge qui sopra.
 





... e subito il settimanale faentino Il Socialista commentò con sarcasmo ...




... ma quelli del Piccolo fecero finta di niente ...
come si legge qui accanto 












La conferenza di padre Alfani sarà stata di certo interessante, perché era un abile conferenziere. E' probabile che i discorsi del prete astronomo abbiano stuzzicato la fantasia dei presenti e creato anche qualche aspettativa per il 19 maggio, data del passaggio della cometa alla minima distanza dalla Terra.

Padre Alfani 
con Guglielmo Marconi




Però la notte del passaggio qui da noi successe poco o niente e non ci fu nessuno dei  particolari effetti che la gente si aspettava. Perciò Il Lamone, giornale anticlericale dei repubblicani faentini pubblicò questo ironico articolo "In cerca della coda" che conclude così:



... una sposina che aveva assistito alla conferenza della coda ai Salesiani, poi alla predica del suo parroco, l'abbiamo sentita, mentre tornava a casa con gli occhi imbambolati, che diceva: - ho voluto credere ai preti e per una coda immaginaria ho perduto tutta una notte. Ai Salesiani non andrò più e in quanto al parroco voglio che si diverta lui con le sue code, anche se luminose. Non spenderò più una intera notte per rincorrere l'inafferrabile, l'incerto, il problematico perdendo poi il sonno e passare la mala notte. E forse quella sposina non aveva torto. Ah, se al mondo si nascesse vecchi !!
 

Anche a Lutirano la cometa venne usata per fare dell'ironia. In quei mesi questo paesino isolato era senza dottore, perché il nuovo medico condotto aveva preso la residenza a Tredozio e si faceva vedere poco. A suo dire il contratto che aveva con il comune di Marradi non lo obbligava a risiedere sul posto e sfidava i lutiranesi a trovare un foglio che dicesse il contrario.







Lo spiritoso e indispettito parroco di Lutirano, scrisse al Piccolo l' articolo qui sopra chiedendosi: l'obbligatorietà della residenza non si sarà persa nella coda della cometa?

E un altro lutiranese gli rispose quello che si legge qui accanto:
... reverendissimo signor parroco l'altra sera mentre l'illustre padre Alfani in piazza S.Lorenzo a Firenze osservava con il suo miglior telescopio la cometa ... sentì cadere sull'obbiettivo un corpo estraneo …


Fonte: Emeroteca della biblioteca comunale di Faenza. 

 

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