ricerca di Vincenzo Benedetti
Marciana e Marcianella erano due
poderi appena fuori Marradi, dalla parte di Faenza. Il primo si estendeva nell' attuale
piazzale della stazione, fino a Casa Gondi e oltre.
Era così grande e
importante che nelle carte antiche il nome indica tutta la parte di Marradi
oltre il ponte sul Lamone, quella che oggi in dialetto si chiama Jum Marè (Marradi
basso).
Marcianella era un podere più
piccolo, corrispondente ai terreni dell' attuale Vivaio Forestale. A Marcianella c'è "la terra
buona" ossia bruna e senza sassi, fertile e ottima anche per fare i
mattoni. Infatti ogni tanto nell'Archivio Comunale si trova traccia di attività
di fornace, fino dal Seicento. Tutte queste cose le sapeva
benissimo anche Giuseppe Torriani, che nel 1920 decise di comprare il sito per
costruire una moderna fabbrica di laterizi. L'edificio fu completato nel 1921 e
il 16 marzo di quell' anno cominciò la produzione.
La fabbrica andò avanti per circa
dieci anni, spesso in difficoltà. Cambiò ragione sociale due o tre volte, come
si può leggere nelle schede della Camera di Commercio di Firenze che sono qui
accanto. Il proprietario fu sempre Giuseppe Torriani, con alcuni soci minori.
Nel 1923 occupava 19 operai, come
dice lo stesso Torriani in questa lettera al Sindaco, però era in difficoltà
per mancanza di commesse.
Nel 1930 circa, a seguito della
grande crisi economica del 1929 chiuse per fallimento. Il crac coinvolse anche
la Banca di Credito e Sconto, cioè la piccola banca marradese attiva dal 1860,
che venne rilevata dalla Cassa di Risparmio di Firenze. Per pagare i debiti
Giuseppe Torriani dovette vendere la fattoria di Galliana, bene di famiglia dal
Settecento.
Giuseppe Torriani, con il cappello bianco, parla dei laterizi della sua fornace con il direttore Armando Bartolini.
Dalle schede della Camera di
Commercio di Firenze la fornace risulta esistente fino al 1937. Non produceva
più niente, e l'attività commerciale consisteva nella vendita dei laterizi
dello stesso edificio, che venne letteralmente "smontato" tanto che
non è rimasto niente.
Giuseppe Torriani e Armando Bartolini mostrano un manufatto della fornace Marcianella.
Oggi in quel sito c'è solo la
palazzina dell' ex Amministrazione, che è un condominio di tre vasti
appartamenti. In compenso è rimasto il nome e a Marradi, quando si dice " ...
alla Fornace ..." si intendono i campi oltre la ferrovia Faentina, dopo il
Ponte del Vivaio.
I mattoni e le marsigliesi
venivano caricate in
questa particolare carriola.
Come si vede i piazzali
della Fornace Marcianella
erano pieni di laterizi
Il trasporto dalla fornace
ai cantieri edili veniva
fatto soprattutto con
carretti trainati da muli,
perché negli anni Venti
i veicoli a motore qui
da noi erano una rarità.
L'edificio era tutto di mattoni,
con una facciata molto elegante
(foto di Giuseppe Farolfi)
Dopo il fallimento, per recuperare
almeno in parte i soldi persi, il
proprietario fece demolire la fabbrica
per vendere i mattoni
di cui era fatta.
Questi sono gli operai addetti alla demolizione:
In primo piano, da destra: Alfredo Parrini
(con la coppola) Alfredo Bartolini (in giacca
e cravatta) e Luigi Billi (con il cappello
a larga tesa)
Rimase solo l'edificio dell'Amministrazione,
che oggi è una casa privata con alcuni
appartamenti.
(la foto d'epoca è di Giuseppe Farolfi)
Fonti: Camera di Commercio di Firenze, Archivio storico del Comune
di Marradi.
Nessun commento:
Posta un commento