martedì 21 giugno 2016

Di notte a Fontana Moneta


18 giugno 2016
Un trekking nella sperduta 
valle della Sintria
Resoconto di Claudio Mercatali



Qui a Marradi i trekking al plenilunio più vicino al solstizio d’estate sono diventati una piacevole abitudine. Nel 2013 andammo alla Colla di Mondéra, nel 2014 all’osservatorio astronomico di Monte Romano, nel 2015 al Monte delle Scarabattole. E quest’anno?

E’ stato scelto un trekking dalla chiesa di Gamberaldi (Firenze) alla chiesa di Fontana Moneta (Ravenna), che è in fondo alla valle della Sintria, un sito isolato fra le valli del Senio e del Lamone. Siamo più di cento alla partenza.





Mentre finiscono i preparativi diamo un’ occhiata al sito dove siamo capitati. 
Gamberaldi oggi è un posto isolato ma era un crocevia nella viabilità medioevale. Da qui si entra con facilità nelle terre della Badia di Susinana, dominio del feudatario Maghinardo Pagani che alla fine del Duecento signoreggiava da queste parti.
Questo posto è anche uno snodo fondamentale per i trekking lungo il confine Toscana – Emilia Romagna che si svolgono in un intrico di strade campestri e sentieri che al tempo del Granducato erano altrettanti percorsi di contrabbando. Chi andava verso lo Stato Pontificio portava olio e vino, chi entrava nel Granducato cercava di evitare il dazio sul grano e il sale.




Nelle descrizioni dei trekking che sono nell’ archivio del blog abbiamo già detto tante volte queste cose e non vale la pena di ripeterle ora.






La chiesa di Gamberaldi era il riferimento per chi abitava nei poderi circostanti.
Nel cimitero ci sono rimaste le tombe di alcuni dei proprietari terrieri, che amavano questo posto così tanto da chiedere di rimanere qui per sempre.






Anche la doppia villa di Gamberaldi meriterebbe un’occhiata, ma gli amici premono per partire e ne parleremo un’ altra volta.
Il trekking inizia attraverso i prati del podere La Perdolina, che ha una casa antichissima, con finestre in pietra scolpita e una bella porta ad arco. Oggi è un moderno agriturismo ma ai tempi del Granduca era una dogana dove i finanzieri granducali e le guardie pontificie cercavano di reprimere il traffico contrabbandiero.

Orticaia



Il programma prevede di salire a Orticaia, un podere isolato dal quale si vede un paesaggio esagerato, fino alla dorsale appenninica. Nel 1910 i famigliari di Dino Campana presero in affitto qualche stanza della casa padronale vicina alla colonica e spedirono qui il poeta, che era tornato più agitato che mai dal viaggio a La Verna. Qui sono state scritte alcune delle pagine più belle dei Canti Orfici.

Presso Marradi (ottobre)

Son capitato in mezzo a bona gente. La finestra della mia stanza che affronta i venti: e la... e il figlio, povero uccellino dai tratti dolci e dall’anima indecisa, povero uccellino che trascina una gamba rotta, e il vento che batte alla finestra dall’orizzonte annuvolato, i monti lontani ed alti, il rombo monotono del vento. Lontano è caduta la neve... La padrona zitta mi rifà il letto aiutata dalla fanticella. Monotona dolcezza della vita patriarcale. Fine del pellegrinaggio.




Planimetria del trekking 
(lungo 9 km)





Dopo Orticaia la strada spiana piacevolmente perché ormai siamo nel crinale delle Salde, che ci porterebbe alla Chiesiuola di Monte Romano e poi all’ Osservatorio astronomico, come facemmo nel giugno del 2014.

Però questa volta deviamo verso la valle della Sintria passando per la Casa Bianca, un podere che ha il confine di regione a metà dell' aia. In queste terre non abita nessuno da cinquanta anni e per diversi chilometri è come se il tempo si fosse fermato.

Attraversiamo il castagneto della Casetta, poi il torrente Sintria e risaliamo verso La Palazzina e verso il tabernacolo del Monte Toncone, al confine con il comune i Palazzuolo sul Senio. Da qui fino alla chiesa di Fontana Moneta si percorre un crinale.






Il tabernacolo
del Monte Toncone







Chi non è allenato finora ha patito, perché la valle del torrente Sintria è selvaggia e aspra, e costringe allo sforzo. Sta scendendo la sera e quando siamo alla chiesa è ormai buio.





La sosta rinfranca, la canonica è aperta e accoglie un altro gruppo di camminatori che si fermeranno a dormire, la sera è fresca e piacevole. 






Però è tutta un’illusione, perché dopo la partenza ci aspetta un durissimo sentiero in salita che ci porterà di nuovo al crinale di Orticaia nel giro di 45 minuti.




Ora l’anello è chiuso e costa poco scendere a Gamberaldi, dove è prevista la parte enogastronomica del trekking, cioè la cena all’ aperto.





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