Un' invettiva contro
i Protestanti
letta al Sinodo Diocesano
di Faenza nel 1565
i Protestanti
letta al Sinodo Diocesano
di Faenza nel 1565
ricerca di Claudio Mercatali
L'eremo di Camaldoli
Bartolomeo Mariscotti monaco a Camaldoli, era nativo di Marradi. Lo storico dell’ Ottocento Antonio Metelli lo definisce “scrittore di qualche grido” ma come vedremo fra poco questa definizione forse è un po’ riduttiva.
Lo troviamo citato diverse volte anche dai letterati del Seicento e del Settecento, dai quali ci sono giunte le notizie sulla sua vita, che si possono leggere qui accanto.
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e avere una comoda lettura
I suoi scritti più importanti sono:
Li sette salmi penitenziali del santissimo Poeta Davitte dichiarati in lingua volgare, cioè tradotti dal latino e il De utilitate Concilii Tridentini, un' invettiva violenta contro i Protestanti che leggeremo fra un po'.
Era contemporaneo di Silvano Razzi, marradese anche lui e abate di quel monastero. Bartolomeo era un frate predicatore, spesso in giro per i compiti del suo ministero e scriveva spesso al suo superiore, amico e compaesano …
Bartolomeo Mariscotti a Silvano
Razzi,
monaco dell’ Ordine camaldolese per
chiedere una vita felice e immortale
(traduzione dal testo latino qui sotto)
(traduzione dal testo latino qui sotto)
Se posso dire una cosa, mi sembra grave che l’egregia tua virtù di costumi e l’integrità di vita non abbiano permesso in nessun modo di legarmi a te, mio soavissimo Silvano, fin dal tempo in cui venni a vivere nella tua comunità per unirmi a te con molto amore e convinzione e per dedicarti la mia vita: sono tanto lontano per quanto mi dedichi agli studi, con la diligenza, l’impegno e l’ingegno che c’è in me (che benché siano poca cosa, ti furono spesso molto graditi) per farti piacere.
In
più il legame per il fatto che siamo dello stesso paese e della santissima
religione, nella quale tu già da tempo hai dedicato una devozione costante, danno
alla mia volontà di stare con te una forza incredibile e fanno in modo che non
ti rifiuto niente, non lo voglio assolutamente, non devo e non posso.
Pertanto
poco prima della scadenza dei tuoi impegni e soprattutto come dicevi per onorare
come si deve Antonio Pisano, colonna e vanto camaldolese, ora abate Classense in
carica nello studio di Ravenna e secondo le nostre confidenze che avemmo nel
sinodo diocesano, se ti importasse e desiderassi con forza da me che mi
occupassi di quel che c’è da scrivere
per quella onoranza con te a Firenze e con i tuoi Benedetto Varchi e Leonardo
Salviati, e che portassi qualcosa da mostrare ai nostri, … (… conferma ora, perché intendevi farlo …)
ma non l’hai fatto …
Ti
ho spedito questa di cui ti ho detto ora, perché mi fa piacere che tu la legga:
e se l’eruditissimo Benedetto Varchi e Leonardo Salviati (non mi pare che vi
siano altri così degni) volessero presentarla farò mio il tuo consiglio. E
inoltre non appena potrò ti manderò cinque mie argomentazioni riguardo a
Lutero, delle quali hai visto una parte.
Ma
pur essendo impedito in modo evidente dagli impegni dell’insegnamento, se forse
lo vorrai lo farò per farti piacere. Conosco bene i miei limiti e i miei
impegni e non ignoro il lavoro da fare per presentare questa cosa fatta bene, a
te che considero l’arbitro più autorevole. Presto, permettendo il Signore, la
scriverò e te la manderò.
Vale mi dulcissime atque optime
Sylvane, vale, vale, et salve et crebro tuas mihi iocundissimas litteras mitte,
ut quando tam longo locorum intervallo disiuncti sumus, per litteras
inter nos quam saepissime colloquamur.
Faenza 12 marzo 1565
Dunque Bartolomeo Mariscotti era una
persona sensibile. E proseguendo la lettura si capirà chiaramente che le sue
convinzioni religiose erano assolute, e non sopportava i Protestanti, che per lui
erano tutto quello che potrete leggere qui di seguito:
Qual è il contesto storico in cui vive fra' Bartolomeo? Siamo
alla metà del Cinquecento, ed è in corso lo scisma di Martin Lutero,
odiatissimo dai frati camaldolesi. Il papa Pio IV ha appena concluso il
Concilio di Trento, che segna la controffensiva della Chiesa Romana e i frati
predicatori come Bartolomeo girano nei Sinodi diocesani di tutta
Italia e recitano le loro orazioni contro i Protestanti.
Dunque non ci rimane che leggere qualche scritto di lui. Useremo l'edizione originale della Tipografia Giunti, Firenze 1565, che si vede qui sotto, per estrarre qualche brano, accompagnato da una traduzione in sintesi.
.…………………………………………..
De
utilitate concilii Tridentini (sull’utilità del Concilio di Trento)
Faventiae sinodus habita, 1565 (detta nel sinodo Diocesano di Faenza, 1565)
Tandem
aliquando, patres optimi, immortalis et maximi Dei beneficio singulari, mira
Sanctissimi Pii IIII, Romani, et proinde
totius christianae, catholicae …
Dopo una lunga attesa finalmente, ottimi padri, per esclusivo beneficio del Dio massimo, si realizza una cosa ammirevole del santissimo Pio IV di Roma e di tutta la chiesa cristiana, cattolica …
Universa
catholicorum ecclesia quod iamdudum opravit in oecumenicum id est ex omnis
orbibus partibus congregatu, generale concilium tantis heresum pestibus, et
morum perversitatibus, quibus illa est tam agitata diu, atque vexata, mederetur
est consecuta: ut iam sanctissima laetizia exultantes in illa possimus erupere;
haec est dies, quam fecit Dominus, exultemus, ac laetemur in ea.
L’universale assemblea dei
cattolici, che già da tempo era all’ opera
in questo concilio ecumenico
generale convenuta da tutte le parti del mondo, a causa delle tante rovine prodotte
dagli eretici e da perverse abitudini,
per le quali essa è tanto scossa e ferita, è stata curata e ha ottenuto lo
scopo; così ora esultanti possiamo manifestare in quella con letizia
santissima: questo è il giorno che Dio ha fatto, esultiamo, e siamo lieti in
questo.
…………………….
Quanta
fuerit sacrosanti oecumenici concilii utilitas atque necessitas, si quo in
statu res toties Catholicae Ecclesie versarentur ante concilium et quo nunc
esse experint, et maxime future videantur, consideratur, facilius longe, longeque
clarius apparebit: et, ut inde, ubi rerum omnium caput est, exordium sumam,
nimirum a fidei nostrae ac doctrina catholicae disciplinis, quanta diversarum
heresum pravitate, veluti turbolentissimis quibusdam ventorum ac procellarum
tempestatis agitata navicula, Petri Sanctissima ac Apostolica fedes antea
iactabatur.
… Che si consideri quanta sarà
stata l’utilità e la necessità del sacrosanto ecumenico concilio, se per questo
siano cambiate tutte le cose della Chiesa Cattolica rispetto a prima, e per questo
ora ci sia speranza e si veda un grandissimo futuro che apparirà più facile più
lungo e più chiaro: e da quel luogo dove sta il capo di tutte le cose,
prenderemo inizio, proprio dalla nostra fede e dalle discipline della dottrina
cattolica, per considerare quanta sia la cattiveria degli eretici nemici, come prima
sia stata agitata dalle turbolenze dei venti e dal turbine delle tempeste, la
navicella della Santissima e Apostolica chiesa di Pietro ...
Quot
malignantur et sathanae sinagogae passim, multe palam omnibus erigebantur, et
clam plurime inquibus vere Dei optimi sponsae assidue detrahebantur, et vulpes,
tamquam in foueis, et maceriarum cavernis, ad vineam Domini demoliendam parate
latitabant, et rudes animi, simplice in impiorum consiliis, et via
peccatorum intruebantur, et dedocti viam iustitiae recta Domini semitas, et
veri pastorem vocem perversissimi Lutheri orrenda sacr
ilegia, foedissimas veneris furias, et nefande impietatis genus omne docebantur.
ilegia, foedissimas veneris furias, et nefande impietatis genus omne docebantur.
…
Qua paucis ante mensibus erat in transalpina Gallia tanta hereticorum multitudo
congregata, quantam nunquam antea nemineribus neque etiam fortasse legerimus?
Qui omnes nihil alud omnino conaretur, quam catholicum, ortodoxum nomen
abolere, quam sanguinem Christianorum effundere, laniare carnem, rapere
virgines, matres familia violare, villas, castella, urbes incendere, facultates
diripere, agros denique fe, possessionesque dividere …
… In che modo fino a pochi mesi fa
nella Gallia si era radunata una moltitudine di eretici tanto grande quanta non
se ne ricordava o se ne sia forse mai raccolta prima? Tutti costoro non
facevano altro che cancellare il credo cattolico ortodosso, versare il sangue
dei cristiani, dilaniare la carne, rapire le vergini, violare le madri di
famiglia, incendiare le case, i castelli e le città, saccheggiare, spartire i
campi fra sé e dividersi le proprietà …
…
Exurge, exurge quotidie domine clamabat, ne recedas longius, intende velocius
in auditorium meum, ad me adiuvandam, a tanta rabie, ac furoris liberandam
festina pro clementia tua: exaudi Domine, exaudi iustitia meam, deprecationem
meam attende: iam satis Domine meum cor probasti, aspergere satis visitasti, ardentissimo
me inimicorum igne examinasti: iam noli ultra despicere Domine, iam velociter
me exaudi, ne in finem misereri obliviscaris, neque contineas in ira tua
misericordias …
… Sorgi, sorgi griderò ogni giorno o Signore, che tu non sia più lontano e ti rivolga più rapidamente al mio auditorio, per aiutarmi e liberarmi in fretta da tanta rabbia e furore con la tua clemenza: soddisfa o Signore il mio sentimento di giustizia e ascolta la mia preghiera: hai messo alla prova il mio cuore già abbastanza, sei entrato in modo abbastanza aspro, ha esaminato il mio fuoco ardentissimo contro i nemici: adesso non mi dare altro dispiacere o Signore, ma esaudiscimi rapidamente, voglio che tu dimentichi di avere compassione e la tua misericordia non trattenga la tua ira …
… Habent fortes quo iam feriat acrius, iugulentque gladio Ecclesiae hostes perversissimos, quibus armis bonis pastores lupos rapacissimos longe a gregis Dominici caulis arceant, quibusque leones rapientes, rugentesque confodiant ...
… Perciò si facciano avanti i forti e colpiscano più
duramente, e taglino con la spada la gola dei nemici perversissimi della Chiesa, con queste buone armi i pastori tengano lontano i lupi
rapacissimi dalle greggi del padrone, e trafiggano i leoni feroci e ruggenti …
... in eius manum perfectam Romanae Ecclesiae, obedientiam, promptam, sinceram, perpetuamque
iuremus. Dixi
... di fronte a lui giuriamo obbedienza perfetta, pronta,
sincera e perpetua alla Chiesa Romana. Ho detto.
sincera e perpetua alla Chiesa Romana. Ho detto.
Habita Faventiae in die XIII Calendae Martiae 1565
Letta a Faenza nel giorno XIII delle Calende di Marzo 1565
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