venerdì 13 marzo 2020

I nomi dei fiori e dei frutti

Nella toponomastica 
di Marradi
ricerca di Claudio Mercatali

A Marradi ci sono tanti siti e poderi che hanno il nome di una pianta. E’ normale che in un comune di montagna dove la gente ha vissuto di agricoltura per più di mille anni i posti siano stati chiamati spesso con il nome di qualche vegetale o di qualche animale selvatico tipico.

E’ quasi impossibile impostare una ricerca su tutti i nomi di questo gruppo, perché si dovrebbe scrivere un libro e anche di più: tanto per chiarire anche alcune frazioni del Comune prendono nome da una pianta: Abeto, Albero, Popolano (populus è il pioppo), Crespino.


Dunque restringiamo l’indagine ai nomi di piante con un frutto, una radice o un fiore commestibile. Un fiore? Eh si, anche i fiori qualche volta si mangiano, come quelli di zucca, d’acacia e di sambuco.






 Il finocchio selvatico è una piante erbacea, alta anche un metro o due che produce dei semi usati come aromatizzanti delle verdure e della carne.






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A Marradi non potevano mancare i castagneti con un nome proprio. 
I castagneti sono quasi sempre impostati nel versante nord o in qualche valletta poco soleggiata. 




Si ritiene che questo servisse per evitare il più possibile la siccità estiva, che danneggia la fioritura. Nel dialetto locale c'è un detto: "lè l'aqua ed luj clà fa maturé i marò".





I poderi ricchi, a solame, con campi piani, avevano i castagneti a parte in terreni anche lontani.






Le sùcciole in Toscana sono le nostre  ballotte, cioè il marroni lessati. I ruderi di questo poderetto lungo la strada comunale per Grisigliano si vedono a stento fra i rovi. I quattro puntini nella cartina, accanto al nome, indicano che il sito ha interesse archeologico, forse per la scoperta di qualche oggetto.



Le fave erano una coltura d'orto molto praticata.



Anche il porro, sostitutivo della cipolla, era coltivato spesso perché è poco esigente e resistente.
   


Per lo stesso motivo
si coltivava la rapa.


Ci sono anche i frutti aspri delle piante più selvatiche, che in mancanza di meglio venivano colti, ma di solito si lasciavano agli animali …


Non tutti i frutti delle piante selvatiche sono aspri e poco zuccherini.


La noce è il frutto che forse ha dato origine al maggior numero di toponimi: Nociatelle, La Noce, Noceto, Val di Noce …




In questa rassegna non poteva mancare la vite. Oggi a Marradi ci sono pochissimi vigneti ma un tempo non era così.

Oltre Crespino, al confine con Borgo San Lorenzo c'è il Poggio degli scornabecchi, piante semi sconosciute che producono delle bacche rosse.



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