La sua
tipografia, diretta dal
fratello Bruno, stampò I Canti Orfici
ricerca di Luisa Calderoni
Con delibera N° 112 il Consiglio
Comunale di Marradi, in data 17.4.1980, intitolava una via al Professor
FRANCESCO RAVAGLI e precisamente la strada che, diramandosi a sinistra da via
del Castellone, prosegue in parallelo con la sottostante via Francini, in
direzione di Cardeto.
Ma chi era costui e perché dedicargli una via?
Riportiamo di seguito il testo della libera n° 112.
Francesco Ravagli nasce a Marradi il 3 giugno 1853, morirà a
Rocca Pitigliana il 17 marzo 1910. Laureatosi in Lettere all’Istituto degli
Studi Superiori di Firenze nel 1878, più tardi viene nominato professore di
Lettere nel Ginnasio di Cortona.
Il Ravagli scrisse saggi sulla natia Marradi di cui illustrò la Chiesa Arcipretale,
la Chiesa di
Santa Reparata di Badia del Borgo e la Chiesa di Santa Maria di Popolano ( 1893). Da
quell’anno inizia la pubblicazione di una rivista mensile: “Erudizione e Belle
Arti” che stamperà fino alla sua morte, nel 1910. Oggi è assai
rara, poche sono le biblioteche che la posseggono.
Nel 1894 appaga il proprio sogno cioè quello di possedere una
propria tipografia. Nell’ultimo decennio del XIX secolo collabora con il
giornale “LA NAZIONE”
di Firenze.
Dopo la morte del Professor
Ravagli, i macchinari della tipografia furono portati a Marradi e installati in via Fabroni dove, Bruno, fratello di Francesco, di lì a
poco avrebbe stampato i “CANTI ORFICI” di Dino Campana (1914).
Oggi quella edizione è
valutata diverse migliaia di euro, e pensare che erano molti i marradesi che ne
possedevano una o più copie, senza dargli un gran valore.
Una testimonianza su Francesco Ravagli è in "STUDI
ROMAGNOLI"
Vol. XV° (1964) a cura di Giancarlo Susini.
" ... Vorrei qui richiamare
una voce pressoché ignorata in Romagna, quella di uno studioso di Marradi che
fu al suo tempo insigne ed apprezzato da alcuni dotti a lui legati
da amicizia e da comuni interessi: mi riferisco a Francesco Ravagli, nato il 3
giugno 1853, laureato in lettere all'Istituto di Studi Superiori di Firenze nel
1878, e nominato poco più tardi professore di lettere nel Ginnasio di Cortona.
(...)
La personalità di Francesco
Ravagli si rivela con la pubblicazione, a partire dal 1893, di una singolare e preziosa
rivista mensile: "Erudizione e belle arti", cui il Ravagli preferì
conferire l'attributo di "miscellanea". (...)
La prima serie di
"Erudizione e belle arti" abbraccia gli anni dal 1893 al 1900, anno
nel quale il Liceo di Cortona fu soppresso e il Ravagli si trasferì a Carpi.
(...)
Il Ravagli stesso pubblicò e
commentò per primo una celeberrima iscrizione romana scoperta a Marradi, quella
della gente dei Calesternae nella quale si volle da più studiosi ravvisare sia
un nomen con suffisso etrusco sia la possibilità di un preciso confronto con il
toponimo tuttora vivente in Galisterna, borgo della val di Senio. (...)
Indubbiamente uno dei più attivi
collaboratori di "Erudizione e belle arti" fu il Ravagli stesso il
quale scrisse pagine documentarie oggi preziose su monumenti romagnoli: il
nucleo di saggi più nutrito fu dedicato alla nativa Marradi, della quale
illustrò la chiesa arcipretale di San Lorenzo, la chiesa di Santa Reparata in
Borgo Badia, la chiesa di santa Maria a Popolano (I - 1893 poi V
-1899).
(...) Le vicende del periodico
del Ravagli sono strettamente legate alle tipografie che lo pubblicarono.
Iniziò nel 1893 valendosi di una tipografia cortonese, la Bimbi,
(...) ma verso la
fine del 1894 appagò il sogno di possedere una tipografia propria, con macchine
modernissime che allogò a Cortona, in vicolo Sant'Agostino, proprio di fronte
alla sede del suo Ginnasio. Da allora la tipografia Ravagli rivoluzionò per
alcuni anni il mercato tipografico di Cortona e dell'Aretino, primeggiando per
varietà di tipi e per le novità dell'impaginato.
La tipografia lo seguì nel
trasferimento a Carpi, dove egli insegnò ancora nel ginnasio, e dove
"Erudizione e belle arti" riprese ad uscire in seconda serie
nell'agosto del 1903.(...)
Nel dicembre del 1908 esce
l'ultimo fascicolo della seconda serie: La tipografia Ravagli resta a Carpi ma
il suo fondatore e proprietario si trasferisce a Bologna, dove tuttavia abita
assai di rado preferendo la residenza di campagna di Rocca Pitigliana, presso
Riola in Val di Reno, dove muore il 17 marzo del 1910.
Come già detto, dopo la morte di Francesco la tipografia fu
rilevata dal fratello Bruno, che con Baldo, il terzo fratello, e la sorella Teresa, scrittrice di cose religiose, alternavano i loro
soggiorni tra Marradi e Carpi. (...)
La Tipografia fu portata
da Bruno a Marradi, dove di lì a poco, nel 1914, furono
impressi i Canti Orfici di Dino Campana. La tipografia Ravagli operò a
Marradi ancora per una decina di anni, affiancandosi alla più vetusta
tipografia Forzano, divenuta poi la stamperia Neri, che legò il suo nome alle
ultime memorie dell'Accademia degli Animosi, ed alla stampa di gustosi
periodici locali quali " Il Marciapiede" , " La Turlupineide",
"lo Zibaldone".
La personalità di Francesco
Ravagli, singolare figura di studioso fra i due secoli, legato agli interessi
colti di tre regioni - la
Romagna, la
Toscana, l'Emilia - resta quindi affidata nel quadro della
cultura storico e artistica di ambito locale alla sua rivista " Erudizione
e belle arti", i cui fascicoli, stampati ogni volta con copertine di
colori diversi e vivaci, raggiungevano gli scrittoi di studiosi insigni che gli
furono amici (...).
Disponiamo fortunatamente di un
altro strumento utile ad illuminare la formazione ed i gusti intellettuali
del Ravagli: la sua biblioteca che un marradese, Pietro Bandini, ha conservato,
con un atto prezioso di autentico amore agli studi, salvandola dalle
distruzioni e dalla dispersione."
Fonti:
La rivista Erudizione e Belle Arti è stata fornita dalla dr.ssa Patrizia Rocchini, della Biblioteca comunale di Cortona (Ar)
Il testo della delibera n°112 viene dall'Archivio Storico del Comune di Marradi
Altre notizie vengono da prof. G.Susini, in Studi Romagnoli, vol XV, anno 1964