ricerca di Claudio Mercatali
L’assenzio è una specie di droga? E' un distillato con 50° e anche di più, derivato dai fiori e dalle foglie di Artemisia, Melissa, Issopo, Dittamo e altre, aromatizzato all’ anice. Fu creato da Pierre Ordinaire, un medico francese rifugiato in Svizzera nel 1792 per sfuggire alla Rivoluzione francese, e a suo dire era un toccasana. Poi la ricetta brevettata venne ceduta alla ditta Edouard Pernod, che lo commercializzò in gran quantità.
Il liquore era di moda nella seconda metà dell' Ottocento negli ambienti degli artisti parigini. In seguito il suo uso si estese a chi poteva permettersi un passaggio ai Caffé cittadini con gli amici, verso sera dalle 17 alle 19 a sorseggiare la Fée verte (la fata verde) nome derivato dal colore del liquore.
Il vero assenzio, come questo, contiene l’artemisia. Dicono che faccia marcire il cervello, ma io non lo credo. Fa solo deviare i pensieri. La regola è di versarci dentro lentamente l’acqua, a gocce, ma io ho versato il liquore nell’acqua.(Ernest Hemingway, Per chi suona la campana)
La storia della pianta, dell'invenzione del liquore e del suo uso è ben descritta in questo articolo di Laura Francolini, esperta in questo argomento e dunque non ci rimane che leggerlo per essere edotti dei fatti:
"Un bicchiere d'assenzio, non c'è niente di più poetico al mondo. Che differenza c'è tra un bicchiere di assenzio e un tramonto? Il primo stadio è quello del bevitore normale, il secondo quello in cui cominciate a vedere cose mostruose e crudeli ma, se perseverate, arriverete al terzo livello, quello in cui vedete le cose che volete, cose strane e meravigliose". Oscar Wilde
Storia antica e travagliata, quella del legame fra il genere umano e l'Artemisia absinthium. Il suo gusto amarissimo le ha regalato nel tempo la nomea di pianta maledetta. Le prime maldicenze su questo arbusto si incontrano nella Bibbia. Plinio il Vecchio, nel I secolo d.C., racconta che i campioni nelle corse delle bighe bevevano una tazza di vino con foglie di assenzio per non dimenticare il lato amaro della gloria. Nei secoli seguenti l'attenzione verso questa specie fu legata anche al suo impiego esoterico. Si diceva che portare un rametto nella bisaccia attenuasse la fatica del viaggio, scacciasse i demoni e il malocchio.
La metà del XIX secolo segna l'età dell' oro per l'assenzio, e nacquero i riti per la somministrazione e le leggende sui suoi effetti. I grandi artisti dell' epoca, frequentatori assidui del sottobosco culturale parigino, si innamorarono di questa bevanda e contribuirono alla sua diffusione. Baudelaire, Rimbaud, Degas, manet, Van Gogh, Verlaine, Wilde, Lautrec... tutti stregati dalla Fée Verte (fata verde).
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Com'è fatta l'Artemisia? E una pianta
a cespuglio, verde chiaro, alta e larga almeno un metro,
di portamento arbustivo, come si vede qui accanto. Quando era piccola l'ho scansata per caso con il decespugliatore, perché mi era parsa diversa dalle altre e di bell' aspetto. Poi un amico botanico l'ha vista e ha puntato il dito da lontano: "quella è l'Artemisia Absinthium! E' rara qui da noi, tienila di conto". Fonti
Laura Francolini, esperta in grafica, consulente in comunicazione ambientale, gastronoma, viaggiatrice. Mizio Ferraris, botanico, divulgatore scientifico, esperto in educazione ambientale, scrittore, viaggiatore.









Bellissima ed interessante ricerca, grazie!
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