dei ritrovamenti
nel Comune
ricerca di Claudio Mercatali
La valle del Lamone è stata
abitata fino dalla preistoria, come del resto quasi tutte le valli
dell' appennino romagnolo.
La buona qualità dei terreni del fondovalle e l'acqua del Lamone, discretamente attivo anche d'estate, rendevano apprezzabili queste terre. In più l'appennino qui da noi non è certo invalicabile e si poteva commerciare con l'Etruria o contare su un flusso di gente di passaggio. Ormai si sa che non c'era una via consolare vera e propria, però la valle del Lamone aveva una certa importanza nel sistema viario dell' Impero.
La buona qualità dei terreni del fondovalle e l'acqua del Lamone, discretamente attivo anche d'estate, rendevano apprezzabili queste terre. In più l'appennino qui da noi non è certo invalicabile e si poteva commerciare con l'Etruria o contare su un flusso di gente di passaggio. Ormai si sa che non c'era una via consolare vera e propria, però la valle del Lamone aveva una certa importanza nel sistema viario dell' Impero.
I toponimi parlano chiaro:
poco dopo Errano, per chi risale la
valle, c'è Quartolo, confine fra Brisighella e Faenza, a quattro miglia (4 x
1500m = 6km) dalla Via Emilia.
Al passaggio a livello di Sarna c'è il Rio
Quinto e dopo Brisighella la Pieve di Thò (o in ottavo) quindi Ponte Nono e
dopo Fognano la chiesa di S.Maria in undecimo.
Gli archeologi dicono che il nome
Fognano, come spesso i toponimi che finiscono in "ano" viene dal nome
del proprietario romano di quei siti, che forse si chiamava Fannio.
Allo stesso modo la parte di Marradi verso Faenza, fino al Lamone, per tanti
secoli si è chiamata Marciana, da Marzio, e ancora oggi c'è il podere
Marcianella, vicino al vivaio forestale del Consorzio di Bonifica. C'era anche il podere Marciana, dove ora c'è la stazione, ma la casa fu demolita per costruire la ferrovia Faentina.
Si stima che al tempo di Augusto l'Italia
avesse circa 10 milioni di abitanti e quindi la pressione demografica non
costringeva la gente ad abitare fra i monti, Perciò è del tutto probabile che
le nostre montagne fossero disabitate e tutti vivessero nel fondovalle.
Stele di Calesterna, del sec. I a.C
conservata in una abitazione
privata a Marradi.
Che cosa ci è giunto da quei
secoli lontani?
E' noto che a S.Martino in Gattara c'era un insediamento di
Galli Boi, con tanto di necropoli. Ognuno di noi sa che di fronte a S.Martino ci
sono Galliana, Galliata e Boesimo e quindi questi sono i principali siti
archeologici della nostra zona, ma si trovano cose interessanti anche altrove.
Dei reperti di S.Martino abbiamo
già detto in un articolo in archivio su questo blog al 18 agosto 2012 e non è
il caso di riparlarne ora.
Adesso faremo una visita al museo
archeologico di Palazzuolo, nel Palazzo dei Capitani, che è il sito ufficiale
in cui la Sovrintendenza archeologica della Toscana raccoglie tutto quello che
viene trovato nell' Alto Mugello.
Palazzuolo, Palazzo dei Capitani,
sede del museo archeologico.
Che reperti ci sono provenienti
da Marradi? Vediamo:
Le cose più interessanti vengono
da Taverna, un podere vicino a Lutirano, verso Badia della Valle dove, a seguito
degli scavi per il metanodotto algerino vennero alla luce dei resti di una fattoria romana.
Dai resti delle fondazioni,
secondo gli archeologi chiamati a suo tempo per le necessarie indagini,
l'edificio doveva avere circa questa forma (vedi qui sopra).
I frammenti rinvenuti sono tanti,
ma nessun oggetto è intero. Forse la cosa più particolare sono i contrappesi
per i telai della tessitura, che avevano la struttura illustrata
qui accanto.
Clicca sulle immagini
se le vuoi ingrandire
La fattoria aveva stanze pavimentate con elementi di cotto ad esagono o a parallelepipedo, che sono stati rinvenuti in buona quantità. Un certo numero di questi reperti viene anche dal podere Senzano, poco distante da Taverna.
Nel museo ci sono anche reperti
di altri secoli e altre culture. Questo qui accanto è un martello
litico rotto a metà, trovato nel podere di Scorzolino, di fronte a S.Martino in
Gattara e probabilmente risalente al Neolitico.
Il reperto più bello è questo
bassorilievo su arenaria, in cui si vede una grande croce su un cumulo, che dovrebbe
rappresentare il Monte Calvario.
Ai lati due croci su due poggi più bassi
dovrebbero essere quelle del supplizio dei due ladroni condannati con Gesù.
Tutto attorno ci sono varie
figure umane stilizzate, in atteggiamenti vari e una ricca serie di simboli
misteriosi.
Questa pietra viene dal podere Le
Lastre, sopra a Gamberaldi. La fattura del bassorilievo e il
tema fanno pensare che sia una scultura medioevale.