Lanfranco Raparo, Marradi

Lanfranco Raparo, Marradi

venerdì 30 dicembre 2022

La strada di Dino Campana

La via percorsa dal poeta per andare nel casale più amato

ricerca di Claudio Mercatali




E' noto che il Poeta si trovava bene soprattutto a Campigno, la più isolata frazione di Marradi, sito di pastori transumanti abituati alla vita dura, regolata da consuetudini tramandate da secoli e rispettate con scrupolo. Ai primi del Novecento l'unico collegamento con Marradi era una accidentata mulattiera che risaliva la valle per 4 km mantenendosi sempre sul lato sinistro del torrente e poi dopo la borgata di Gamberara di colpo si inerpicava sul lato destro per 1 km fino ad arrivare alla chiesa. Proprio qui nel 1899 una frana devastante ostruì il torrente e si formò un lago nel quale rimase sommersa tutta Gamberara cosicché il tracciato divenne ancora più torto e malagevole. 


Il Messaggero del Mugello nel settembre 1900 descrisse in questo articolo l' antica Festa di Santa Croce che si teneva a metà del mese a Campigno. 


La ricorrenza era un appuntamento importante per Campana, che nel 1910 partì per il viaggio a La Verna proprio dopo la fine della festa.







Al tempo di Campana la frana di Gamberara era avvenuta da poco e l'ambiente era ancora devastato dagli effetti del movimento di circa un milione di metri cubi di macigni e pietrame. L'impressione destata nel poeta da questo caos si coglie netta nei suoi scritti:

Campigno: paese barbarico, fuggente, paese notturno, mistico incubo del caos. Il tuo abitante porge la notte dell’antico animale umano nei suoi gesti. Nelle tue mosse montagne l’elemento grottesco profila: un gaglioffo, una grossa puttana fuggono sotto le nubi in corsa. E le tue rive bianche come le nubi, triangolari, curve come gonfie vele: paese barbarico, fuggente, paese notturno, mistico incubo del Caos.




Dino Campana risalì tante volte questa via del tutto diversa da quella odierna per arrivare nel posto amato, nel quale si sentiva accettato e compreso. Ora faremo così anche noi e dal podere Ravale arriveremo alla Colonna delle Scalelle, vicina a Campigno, senza mettere piede nell' asfalto della strada comunale. 






Il sito si riempie di suggestioni se si percorre tenendo a mente le varie descrizioni che ne diede il poeta. Era impresso in fondo all' animo di Campana, e l'immagine di questi luoghi  emerge più volte nella prosa poetica Salgo, anche se il poeta parla del monte Falterona, al ritorno dal viaggio a La Verna.


SALGO (nello spazio, fuori del tempo)
L’acqua il vento
La sanità delle prime cose Il lavoro umano sull’elemento
Liquido - la natura che conduce
Strati di rocce su strati - il vento
Che scherza nella valle - ed ombra del vento
La nuvola - il lontano ammonimento
Del fiume nella valle E la rovina del contrafforte - la frana
La vittoria dell’elemento - il vento
Che scherza nella valle.
Su la lunghissima valle che sale in scale
La casetta di sasso sul faticoso verde:
La bianca immagine dell’elemento.
La tellurica melodia della Falterona. Le onde telluriche.



Le rocce, l'acqua, il vento della valle danno vita a uno dei passi più alti dei Canti Orfici.



26 settembre 1910 
Viaggio a La Verna    Il ritorno

Ecco le rocce, strati su strati, monumenti di tenacia solitaria che consolano il cuore degli uomini. E dolce mi è sembrato il mio destino fuggitivo al fascino dei lontani miraggi di ventura che ancora arridono dai monti azzurri: e a udire il sussurrare dell’acqua sotto le nude rocce, fresca ancora delle profondità della terra. Così conosco una musica dolce nel mio ricordo senza ricordarmene neppure una nota: so che si chiama la partenza o il ritorno: conosco un quadro perduto tra lo splendore dell’arte fiorentina colla sua parola di dolce nostalgia: è il fìgliuol prodigo all’ombra degli alberi della casa paterna. Letteratura? Non so. Il mio ricordo, l’acqua è così.


La stessa immagine è all'inizio del viaggio a La Verna

15 Settembre 1910 (per la strada di Campigno)
Tre ragazze e un ciuco per la strada mulattiera che scendono. I complimenti vivaci degli stradini che riparano la via. Il ciuco che si voltola in terra. Le risa. Le imprecazioni montanine. Le rocce e il fiume. . . . . . . . . .

Il poeta tornò qui molte altre volte. Da una lettera scritta a Sibilla Aleramo (Rina) sappiamo che nell' estate del 1917 era nell'amata valle:

"Cara Rina Mi trovo finalmente a Marradi fra le vergini foreste paese che tu pure hai veduto. Compiango il tempo che ho trascorso in paesi meno vergini.... Dalle rupi di Campigno, nelle cui rupi petrose abita permanentemente il falco io spero di superarle e volare sopra di esse con tutta la fierezza e la forza dell’aquila… Dino Campana Cosi detto poeta del presente e dell’avvenire."      Campigno Martedì 8 agosto 1917

Nei primi giorni d'autunno 1917 scrisse da Campigno a Giovanni Papini e parlando della sua drammatica condizione di salute descrisse un punto dove scorreva dell' acqua fredda in un pozzetto sotto una cascatella. Nella strada vicina un crapaud, un rospo, stava in mezzo e Dino avvilito e scoraggiato per la sua condizione, si immedesimò. Era mattina presto e il sole non si era ancora levato sopra i castagni. Leggiamo:





Dino Campana a Giovanni 
Papini via Colletta 10 Firenze

Come un fauno deluso prendo il ghiaccio dell'acqua di un bacino sotto una cascatella montanina. Il sole non s'affaccia ancora dietro i castagni. Incontro nel ritorno l'amico notturno crapaud illuso dalla freschezza dell' acquazzone. Povero Dino. Non restare in mezzo alla via ti schiacceranno. Ma lui resta in mezzo alla via. Sono nate fuori le cavallette e mi saltano intorno con ruote rosse. Pure in tutto c'è una certezza che io ... (c'est un secret par tous connu). Devo farmi coraggio?        Marradi 25 settembre 1917





Dov' è questo posto? La strada, la  cascatella, il castagneto sono tanti indizi che fanno pensare alla Fonte del lago, una sorgente al Lago di Gamberara, formato a seguito della frana del 1899 descritta prima. La strada di allora passava dal podere E Trè, nella parte opposta del fosso rispetto a quella di ora e tenuto conto di questo tutto torna.

Il poeta era consapevole che la sua malattia stava prendendo il sopravvento e si rendeva conto che c'era una certezza per lui … Dopo quattro mesi venne ricoverato definitivamente a Castelpulci e non uscì più.


Per approfondire sul blog
15.01.2014 In giro per Marradi con Dino Campana
12.09.2015 L'alba, la fonte e il rospo

Bibliografia
Per la lettera a Papini: Gabriel Cacho Millet, Souvenir d'un pendu p.219
Il più lungo giorno. Vallecchi editore,1973




sabato 24 dicembre 2022

I disegni di Romolo Liverani


Una rassegna di scorci e 
chiese della nostra zona

ricerca di Claudio Mercatali



Romolo Liverani (Faenza, 1809 -1872) è stato un pittore, scenografo e decoratore, molto attivo nella sua città natale. Alla metà del suo secolo realizzò per passione decine di disegni dei punti salienti della valle del Lamone e dintorni, con scorci di paesi e vedute che sono una preziosa testimonianza grafica della nostra zona in quei tempi.

Gli edifici storici e quelli con un valore simbolico vengono modificati meno degli altri e il loro aspetto si conserva più a lungo.

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Però in questa rassegna c'è soprattutto una serie di chiese di campagna tuttora esistenti, sconsacrate e in parte vendute a privati. Ancora oggi sono edifici suggestivi, talvolta ristrutturati con cura, ma tutti molto diversi da quelli disegnati da Liverani, per le tante modifiche e demolizioni subite a fine Ottocento o nel primo Novecento. 





Tutto normale: le case vennero ristrutturate a seconda delle necessità di chi le abitava e le chiese di campagna non erano fatte per piacere ai posteri ma per le necessità della parrocchia, mutevoli anche quelle con il tempo. D'altra parte i secoli non passano invano.







Il campanile originale della chiesa di Sant' Eufemia era a vela, come si vede qui sotto, ma crollò nel 1923 distruggendo mezza canonica. Fu sostituito dopo qualche anno con il campanile attuale, a torre.


La vecchia strada Faentina passava accanto alla chiesa dalla parte sinistra per chi guarda la facciata.


Il complesso chiesa e canonica di Casale aveva una armonia costruttiva che avrebbe meritato la conservazione.




La chiesa di San Martino in Gattara, antichissima, venne ristrutturata negli anni Sessanta senza alcun riguardo per la sua struttura originaria.

Il campanile a vela, pericolante, fu demolito e sostituito con il campanile a torre odierno.


domenica 18 dicembre 2022

La cronaca di Marradi nel 1910 - 1911

Il paese negli articoli
della stampa locale

ricerca di Claudio Mercatali




Il Lamone e Il Piccolo erano due settimanali di Faenza in perenne polemica perché il primo era la voce del Partito Repubblicano e il secondo del Partito Popolare. Ambedue erano in vendita a Marradi ma il Piccolo era più letto perché questo era ed è un paese di profonda cultura cattolica.




Nel febbraio 1910 il passaggio della cometa di Halley fu uno spettacolo astronomico. Nella nosra zona destò meraviglia o preoccupazione a seconda delle idee di ognuno, come si può leggere qui accanto.




I due periodici si occupavano di cronaca locale più o meno condìta con spunti politici e polemici ma anche di cultura dialettale. 







La ferrovia Faentina, con i suoi disservizi, era spesso citata.
Nel 1910 la Cassa Rurale di Palazzuolo subì un grave danno di immagine per la cattiva amministrazione e siccome era una banca cattolica il periodico Il Lamone rimarcò il fatto.




I Clericali vinsero le elezione e Il Piccolo non mancò di rilevare e rimarcare la sconfitta dei Popolari (Socialisti, Repubblicani e altri laici).


A Lutirano cominciò l'attività della Cassa Rurale, una piccola banca gestita in parrocchia e naturalmente Il Piccolo scrisse e Il Lamone tacque.
Ci furono anche tante proteste perché il medico condotto rifiutava di risiedere sul posto (il dr. Ghetti era di Tredozio).


Il silenzio del Lamone non durò molto e attaccò don Claudio Bulgarelli parroco di Lutirano, definito prete baiocco per la sua attività di amministratore della Cassa Rurale.




Deragliò un treno a Brisighella


Il Piccolo polemizzò con Il Lamone sempre a proposito della Cassa Rurale di Lutirano.


Crisi comunale a Marradi, i Clericali erano in disaccordo per la nomina del sindaco. Arrivò il commissario prefettizio e Il Lamone rilevò che era andato a far visita all'arciprete don Montuschi, fondatore del Circolo democristiano del paese.



23 consiglieri comunali su trenta si dimisero e si andò a nuove elezioni amministrative (il Commissario prefettizio per legge resta in carica solo per pochi mesi poi bisognava votare).


L'arciprete deluso dalle liti dei consiglieri che aveva contribuito ad eleggere meditò di lasciare il paese e Il Lamone infierì.

Le elezioni erano fissate per il 23 ottobre.


Vinsero di nuovo i Clericali. Nella minoranza venne eletto Anacleto Francini, giornalista, scrittore di operette teatrali e direttore del periodico locale Il Marciapiede.


Clicca sulle  immagini 
per avere
una comoda lettura


Venne eletto sindaco l'ing. Vincenzo Mughini, che rimase in carica quattro anni.

L'articolista che si firma Lafrode (è quasi certamente l'avvocato Zacchini di Camurano) polemizzò duramente con don Edmondo Massimelli, ossia l'arciprete don Montuschi.



Scioperarono le filandaie della Filanda Guadagni e si radunarono in piazza.


Continuarono le conferenze dell'Università Popolare. che consistevano in una serie di incontri su temi vari tenuti da esperti venuti da Firenze.







lunedì 12 dicembre 2022

Il castagneto di Funtana Quéra


Un'area attrezzata
per la raccolta, il trekking e la
meditazione

I percorsi guidati
da Vincenzo Moffa




L'Azienda Agricola La Casetta, alla Badia del Borgo ha un maneggio, tanti sentieri didattici da percorrere a cavallo o a piedi e 13 ettari di castagneti, dove si può praticare la raccolta diretta e si può vedere com'è organizzato un castagneto del marron buono di Marradi.




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se le vuoi ingrandire

Qui c'è tanto da vedere non solo in ottobre. I castagneti sono ambienti vitali tutto l'anno, piacevoli al risveglio primaverile ma anche in inverno quando sono coperti di neve e si prestano al trekking con le ciaspole.

Il percorso più originale si chiama Dove non penso ed è un trekking nei castagneti più grandi dell' Azienda, quelli del podere Funtana Quéra. E' un tracciato prestabilito, con tante stazioni di sosta, osservazione e meditazione.


Comincia dalla casa poderale, dove c'è ancora un seccatoio, cioè una piccolo edificio dove venivano affumicati i marroni, per asciugarli e conservarli.
E' una casina senza finestre né camino, perché il fumo doveva ristagnare denrtro e uscire lento dalle tegole, dopo aver attraversato la stesa dei marroni. Nel comune di Marradi c'erano diverse centinaia di seccatoi e il loro funzionamento è spiegato in una ricerca sul blog citata in bibliografia.

Le stazioni del percorso Dove non penso si susseguono e l'effetto rilassante e meditativo aumenta. Pioviggina, è freddo ma il cammino è piacevole lo stesso, come si vede in queste fotografie.
 

Per ampliare      Sul blog: I seccatoi del Comune di Marradi 
Su YouTube scrivi: --- Ricciolina Marradi --- potatura castagneto Marradi