Lanfranco Raparo, Marradi

Lanfranco Raparo, Marradi

sabato 30 aprile 2022

Qualche riga su Rocco Quirino. Graf zu Lynar

Da un articolo 
di Clemens Kurz




Es gibt Menschen, bei denen zweifelt niemand daran, dass sie ihr Leben in vollen Zügen gelebt haben. Dass sie viel getan, viel geliebt, viel erlebt und erlitten und dass sie viel gesehen und erreicht haben. Solche „Macher“ gab es schon im 16. Jahrhundert, wenn mich die Lebensgeschichte eines in Berlin vielleicht zu Unrecht fast vergessenen Mannes nicht täuscht. Einige Zeilen zu Rochus Quirinius, Graf zu Lynar ...

Tutto chiaro? Sarà meglio tradurre:

Ci sono persone delle quali nessuno dubita che abbiano vissuto la loro vita al massimo. Che hanno fatto molto, amato molto, vissuto e sofferto molto e che hanno visto e ottenuto molto. Tali personaggi esistevano già nel XVI secolo, se non mi inganna la storia della vita di un uomo forse a torto quasi dimenticato a Berlino. Ecco qualche riga su Rocco Guerrini, Conte di Linari ...


Quando Rocco Guerrini nacque a Marradi, in Italia nel 1525, né i suoi genitori né altri avrebbero potuto immaginare dove avrebbe detto addio al Terreno circa 71 anni dopo. Vale a dire in una altrettanto piccola città del Brandeburgo chiamata "Spandow".

Ma ho anticipato, perché sono successe tante cose nei 70 anni e 363 giorni della sua vita. Sono stupito che fino ad oggi nessun produttore cinematografico o rete televisiva europea abbia filmato la sua storia. Ci sarebbe una multiparte lì dentro. Con costumi, set e location forti in almeno tre paesi. Perché il piccolo Rocco Guerrini, che proveniva dalla casa dei Conti di Linari ed emise il suo primo vagito la vigilia di Natale del 1525, condusse una vita professionale che può essere definita solo "avventurosa" e "moderna", mentre la sua vita privata, d'altra parte, non è borghese e non avrebbe potuto essere migliore.


Uff, un sacco di elogi iniziali. Vediamo se posso rendergli giustizia ora:

Da bambino servì come paggio il Granduca Alessandro di Firenze, da ragazzo fu paggio del Delfino (erede al trono di Francia). Quindi non sorprende che Rocco Guerrini in seguito sia stato soldato francese, abbia preso parte a vari conflitti tra Francia e Spagna e si sia dedicato alla costruzione di fortezze. Nel 1554 fu elevato al grado di maggior generale e nominato "commissario generale di tutte le fortezze francesi". Secondo i documenti, si dice che abbia comandato fino a 1.000 fucilieri. Tra il 1556 e il 1560 partecipò a vari assedi e riconquiste delle "sue" fortezze francesi, ma perse l'occhio sinistro.


Nel 1560 prese la decisione che alla fine sarebbe costata a lui, soldato di successo e architetto di fortezze, la sua casa in Francia: divenne protestante. Per noi oggi forse una decisione di cui non è difficile comprendere il senso. A quel tempo una conversione dal cattolicesimo alla “Nuova Dottrina”, in questo caso alla Confessione Riformata di Calvino, era una sorta di tradimento della “maestà più cattolica” del re di Francia. Tuttavia, questo non fu subito noto e rilevante per l'opera di Guerrini. 


La planimetria della fortezza di Metz nel 1740




Perché nel 1563 lo troviamo ancora nella fortezza di Metz, a curare l' ampliamento. Un anno dopo sposò la nobile vedova francese Anne de Montot di Borgogna. Anche lei è, come potrebbe essere altrimenti, una protestante calvinista. Quando nel 1562 iniziarono le massicce persecuzioni contro i Francesi protestanti (gli Ugonotti) e crebbero nel tempo, il terreno sotto i piedi di Rocco Guerrini diventò sempre più caldo. Nel 1567 si trasferì finalmente in Germania con la famiglia. Prima alla corte del conte Casimir von der Pfalz a Heidelberg, conosciuto in varie campagne. Guerrini si recò poi in Sassonia, dove entrò al servizio dell' Elettore Augusto I. Lì continuò a lavorare diligentemente agli edifici della fortezza, ma anche ad abbellire le sue prime residenze civili. Tuttavia, i Sassoni non erano molto a loro agio con il suo carattere impulsivo e rude. I costruttori che lavoravano sotto di lui si lamentarono presto. Forse perché Guerrini, che dal 1571 riprese il titolo di Conte di Linari dei suoi avi insisteva sul rispetto dei contratti e gli orari di lavoro concordati. Alla fine perse la lotta contro i costruttori, e in seguito anche contro la corte dell' Elettore, e con essa la fiducia del sovrano. Forse durante questo periodo ricevette offerte per tornare alla sua vecchia casa nel nord Italia e per usare i suoi talenti lì. Ma poiché (forse non a torto) intuì di nuovo lì la persecuzione religiosa, nel 1578 accettò finalmente l'offerta dell' Elettore del Brandeburgo Johann Georg di trasferirsi nel suo territorio. Ovviamente la reputazione di Rocco come capomastro fu danneggiata solo in Sassonia, ma in altri luoghi era rimasta intatta e come protestante rimase indisturbato nel Brandeburgo.






La statua di Gioacchino II di fronte 
alla Nikolaikirche di Spandau

Nel 1571 l'Elettore Johann Georg aveva ereditato dal padre Gioacchino II (sì, quello la cui statua si trova di fronte alla Spandau Nikolaikirche) il cantiere della Cittadella di Spandau, la cui costruzione era già iniziata intorno al 1560. Ma il primo l'architetto, anche lui italiano di nome Gandino Chiaramella non aveva portato a termine il progetto. Il sottosuolo fangoso, a volte i materiali da costruzione scadenti e i costruttori negligenti ritardavano all' infinito tutta la pianificazione. Lo sai, no? Parola chiave: BER! (Berlino) che per tradizione si colloca nel XVI secolo. Forse il tempo necessario per completare la città coincise con quello della Cittadella di Spandau.

Toccò a Rocco Guerrini “di Linari” e “Spandow”. L' Elettore del Brandeburgo gli diede un po' di terra per stabilirsi lì. L'ubicazione dell'ex “Palais Lynar” è nota ancora oggi ma purtroppo non se ne conosce più l'esatto aspetto. Da qui il costruttore, ora latinizzato come "Rochus Quirinius zu Lynar", assunse il compito di portare "Zug" nel pigro completamento della cittadella di "Spandow".Vorrei che finisse di costruire BER...

Era logico che Lynar controllasse anche l'artiglieria, le munizioni e le armerie in tutte le fortezze del Brandeburgo. Lynar usò questa autorità per riorganizzare la produzione di polvere da sparo, la fusione di armi da fuoco e la costruzione di fortezze in tutto il Brandeburgo e per aggiornare le tecniche di produzione. Fu anche attivo come imprenditore per grazia del "Principe". Nomi come "Pulvermühlenweg" a Haselhorst indicano ancora dove un tempo Lynar aveva fabbriche. Sotto la sua supervisione furono costruite anche diverse fortezze, come Peitz o Küstrin. Secondo i suoi piani, il palazzo della città di Berlinofu ampliato per includere un edificio trasversale un po' rustico.

La prima moglie di Lynar, Anne de Montot, morì a Spandau nel 1585.Alla sua memoria sono dedicati i rilievi sull'altare della chiesa di San Nicola a Spandau, sotto il quale giace la cripta, dove fu sepolta. Lynar stesso donò l'altare, forse nel 1593. Il conte si sposò di nuovo, Margarethe von Thermow, nel 1588. Rochus Quirinius, conte zu Lynar, morì il 22 dicembre 1596 a Spandau, dove fu sepolto il 4 gennaio 1597. A fianco della sua prima moglie Anne de Montot nella cripta sotto l'altare donato nella chiesa di San Nicola.

La famiglia aristocratica brandeburghese di Lynar fa risalire il suo albero genealogico a Rochus dopo che si erano trasferiti da Spandau allo Spreewald intorno al 1621. Successivamente si dividerà in una parte "principesca" e una "conte", ma questa è una storia completamente diversa. 
Oggi tuttavia ci sono discendenti di Rochus Quirinius a Lübbenau, dove il loro antico castello è ora un hotel di lusso. Nel 2015 hanno aperto lì un piccolo museo.

Clemens Kurz

Fonti: Giornale di Berlino, wikisource, Università di Berlino
Immagini, fatte da me Clemens Kurz nel 2019



domenica 24 aprile 2022

La Cassa di Risparmio di Firenze

L'Agenzia più vecchia
del Comune di Marradi
ricerca di Claudio Mercatali



                                                                                 Nel logo c'è San Giovanni, patrono di Firenze

Nei primi anni del Novecento a Marradi erano attive diverse banche: 

1) La filiale della Cassa di Risparmio di Firenze, aperta alla metà dell' Ottocento.
2) La Banca di Deposito e Sconto, fondata da un gruppo di marradesi nel 1861
3) La filiale della Banca di Firenze (fondata nel 1894, poi  inglobata dalla Banca Toscana dal 1930) attiva dai primi anni del Novecento, con una sede in Piazza Scalelle 6, della quale si sa poco o niente.



Nel 1930 la situazione era immutata, come si può leggere del Dizionario qui accanto, e la Cassa di Risparmio di Firenze aveva ancora il nome originario di Cassa Centrale di Risparmi e Depositi di Firenze.



4) C'erano le Casse Rurali di Sant'Adriano e Lutirano, società cooperative gestite dai parroci. 
5) Nel 1921 aprì il Credito Romagnolo, detta la Bănca di Prìt, perché fu fondata anche per coordinare le microscopiche Casse Rurali di credito cooperativo, che cento anni fa erano una iniziativa della cosiddetta "finanza cattolica". 

6) Infine anche le Poste, come oggi, gestivano il risparmio con i libretti postali.

Dunque il panorama degli Istituti di credito, qui e nei paesi attorno era ampio e variegato. Ora ci interessa la Cassa di Risparmio di Firenze, oggi inglobata in Banca Intesa. Il radicamento nella realtà del paese era così forte che, nonostante l'acquisto, la nuova proprietà ritenne opportuno mantenere il senso della continuità e nella facciata c'è ancora il nome originario che in futuro sarà sostituito con un nuovo logo.



A Modigliana furono tempestivi e la loro sede fu la quinta ad aprire nel Granducato (i comuni sul versante romagnolo erano sotto Firenze, c'era la Romagna Toscana).

Non è stato possibile per ora stabilire l'anno esatto dell'apertura dell'Agenzia di Marradi, ma dal documento qui accanto sappiamo che le la sede centrale della Cassa di Risparmio di Firenze fu fondata nel 1829 e le varie succursali aprirono negli anni successivi. Modigliana era di prima classe, ossia dotata di autonomia finanziaria quasi completa, poi toccò alla sede di Rocca San Cassiano, agenzia di seconda classe, che doveva rendere conto in modo più stretto del suo operato alla Cassa centrale di Firenze. Dunque possiamo supporre che la sede di Marradi abbia cominciato la sua attività alla metà del secolo e forse anche un po' prima. 



La Cassa di Risparmio di Firenze incontrò il favore della gente e si allargò molto. Ecco qui accanto come lo studioso Luigi Passerini riassume la sua storia:




Per dare un'immagine le banche hanno sempre delle sedi eleganti, e la nostra non fu da meno. All'inizio del Novecento la Centrale di Firenze fu arredata con sofisticate vetrate di Galileo e Tito Chini.


Clicca sulle immagini
per avere
una comoda lettura







Le motivazioni della fondazione sono espresse in Antologia, un giornale letterario del 1829:

... La mancanza in cui spesso si trovano le persone che vivono unicamente col prodotto dell'opera loro, di certe comodità, dei mezzi di ben collocare la loro famiglia ...





In effetti la Cassa di Risparmio di Firenze ha finanziato più volte, senza scopo di lucro, le attività di Marradi limitando il cosiddetto drenaggio finanziario, cioè il portar via il denaro raccolto senza investire niente nel paese. Ad esempio si può ricordare l'acquisto all'asta, a carissimo prezzo, del manoscritto Il più lungo giorno, la bozza persa e ritrovata dei Canti Orfici di Dino Campana, che ora è alla Biblioteca Marucelliana di Firenze. 

Però questa non è una Associazione di filantropi o una Benemerita Confraternita ma una Società finanziaria gestita come si può leggere qui sotto ...




Ecco una serie di bilanci e consuntivi, nei quali compare la sede di Marradi. L'aridità delle cifre non sarà gradita a tutti, però i soldi non si raccontano, si contano ...

Dunque non rimane che dare una scorsa a tutto questo.


















lunedì 18 aprile 2022

I contratti dei Marradesi nel Duecento

Le stipule dai notai 
del paese

ricerca di Claudio Mercatali


La Badia di Bagno a Ripoli, a sud di Firenze, nel Medioevo era un convento vallombrosano e lì è sepolto Ascanio Tamburini (Marradi 1580 – Ripoli 1666) che fu abate. 


Forse fu lui ad archiviare lì 52 contratti di compra vendita, affitto e altro stilati alla Badia vallombrosana del Borgo, a Marradi, nel Duecento e nel Trecento. 






La sua data di nascita è incerta: la lapide della Badia di Ripoli dice 1580 ma la lapide al cimitero di Marradi, posta dalla famiglia Tamburini dice 1642. Altre fonti danno indicazioni diverse.  Però adesso questo per noi non ha importanza.



Come si faceva un rogito a Marradi nel Duecento?

In paese c'era un notaio e bisognava rivolgersi a lui: in ogni scrittura c'è la formula d'uso … imperiali auctoritate notaius ... Sappiamo che era di Marradi perché firmava con il suo nome e quello del padre, dicendo dove era nato. L'uso del cognome cominciò solo nel Cinquecento e prima le persone firmavano con il patronimico “di” o “fu” a seconda che il padre fosse vivente o no. Per esempio la mia firma sarebbe stata Claudio fu Adelmo di Marradi. Dai contratti che ci sono giunti pare di capire che il notaio da vecchio lasciava il posto a un successore. 


Nei contratti c’è sempre il suo logo, che spesso è un disegno di fantasia curioso e artistico. E’ fatto a mano con la penna d’oca perché nei contratti di solito non si usavano i timbri. Era una garanzia di originalità e infatti in fondo ai contratti che stiamo per leggere spesso c’è scritto ego scripsi, rogai, meum signum apposi et pubblicai.

Ogni pergamena ha il cosiddetto titolo topico, ossia riporta con precisione il luogo dov’è stata scritta. Per esempio: nel chiostro della Badia di Santa Reparata nelle Alpi, o nella chiesa di San Lorenzo in Marciana, oppure “nel palazzo dove si rende ragione” o “nella casa dove si amministra il diritto”, che sono due indicazioni per dire la canonica della chiesa arcipretale o qualche palazzo dove c’era un tribunale.

Ogni contratto è accompagnato da un regesto, un riassunto, fatto da un archivista della Badia di Ripoli a fine Ottocento. Meno male, perché le pergamene originali sono in un duro latino medioevale. Ecco dunque il perché di questa ricerca antica: negli atti notarili, assieme alla definizione di quanto in oggetto ci sono sempre le descrizioni dei siti, i nomi dei posti, le regole del diritto vigente … e da tutto questo si ricavano tante notizie sulla vita in paese novecento anni orsono.


1204     2 februarius

Nei primi anni del Duecento pare che a Marradi non ci fosse ancora l’ufficio notarile, perché Jacopo abate di Crespino nel 1204 stipulò un contratto di affitto con Cristiana del fu Giovanni presso il monastero di Santa Apollinare, che è a Firenze, in centro.

Il notaio la prende un po' larga e ci dice che il trono imperiale era vacante (imperator non datum). In effetti Ottone IV venne incoronato nel 1209 e nel 1204 era re senza corona. Il papa era Innocenzo III (1198 - 1216) al secolo Lotario da Segni.


1236  8 februarius

Albertino, notaio imperiale, aveva per logo una spada. Con la sua elegante e difficile calligrafia qui stipula un contratto a livello (ossia un affitto) della durata di 29 anni fra Jacopo abate della Badia del Borgo e Matteo di Ubaldino per un campo. Nel contratto a livello si pagava un affitto in natura con prodotti agricoli o con ore lavorative secondo il mestiere dell' affittuario. Il “livello” o libello era il libretto con le condizioni concordate e ogni contraente firmava quello che rimaneva in mano all' altro.



1259
     20 aprilis


In questo contratto c'è anche l'ora della stipula. Nel medioevo si seguiva ancora la regola dell'Antica Roma, cioè il dì andava dalle sei del mattino (ora I) alle sei di sera (ora XII). 


Quindi le ore del medioevo corrispondono alle nostre diminuite di sei: per esempio il mezzogiorno è 12 - 6 = ora sesta, da cui viene la parola spagnola siesta. 
Dunque l'ora VII che si legge nelle prime righe del contratto è l'una.




1259
     7 8bre


Campora è un podere proprio al confine fra Toscana e Romagna. E un sito antichissimo sede di una Badia dell'alto medioevo, dismessa in un secolo lontano e già difficile da individuare nelle mappe del Cinquecento. 


Nella seconda metà del secolo il notaio era Giovanni da Marradi e rimase in carica per molti anni. Poi toccò a Giovanni di Bernardo, che aveva un logo molto elegante.



 


1260
     8 8bre 


Pian del Cardello è un sito poco oltre la Badia di Campora, oggi nel comune di Brisighella.










Clicca sulle immagini
se le vuoi
ingrandire





1261
   11 maius


Questa è una concessione livellaria da rinnovare ogni sessanta anni di un bosco a Seccheta (Scheta) fatta da Iacopo abate di Santa Reparata a Toscolo da Borgo ricevente per sé e Pellegrino da Borgo. 


Fatta nel chiostro del Monastero. Rogita Giovanni da Marradi. Scheta di Voltalto è un podere nella valle di Albero, noto per un secolare castagneto e la vastità del bosco ceduo.





1270   
30 9bre


Vendita di un pezzo di terra arativa fatto in Marzana della corte di Marradi descritta né suoi confini fatta da Gandolfo e Santino suo figlio a Lapo del fu Migliorato del monastero di Santa Reparata




 comprante per sé e suoi eredi al prezzo di sette lire di buoni soldi. Fatto sulla piazza di Marradi. Giovanni da Marradi rogò.







1271
    25 8bre


Vendita di un pezzo di terra arativa in Marzana fatta da Gibbolo del fu Corso da Marradi e Viviano del fu Giovanni di Venezio compratori per sé e per i loro eredi al prezzo di lire nove di buoni soldi. Fatto in Marradi rogò Giovanni da Marradi.

La data oltre la metà del mese spesso era sottrattiva, cioè si contavano i giorni mancanti alla fine del mese. Quindi die septimo ex mancata mensis octobris che si legge all'inizio significa sette giorni prima della fine di ottobre, cioè il giorno 25. Non è poi così strano, lo facciamo anche noi con le ore: se un orologio segna le ore 10.45 si può dire che sono le dieci e tre quarti oppure le undici meno un quarto. Il contratto fu stilato a Marciana, ossia a Marradi oltre il Ponte Grande, verso Faenza (nota come jum Maré, fondo Marradi). Il nome Marciana forse deriva da Marzio, un proprietario al tempo dei Romani. Il podere Marciana fu espropriato e spianato nel 1880 per costruire la stazione ferroviaria di Marradi. Dopo un chilometro c'è anche Marcianella.


1299
     8 8bre


Il regesto è molto dettagliato e scritto nella figura accanto. Castelnuovo è una casa poderale sul crinale di fronte alla Badia del Borgo.





Le rovine mostrano una planimetria diversa dalle usuali case coloniche antiche e forse in origine era un fortilizio, un posto di osservazione per ampliare la visuale verso la valle che porta al Passo della Cavallara, che dal Castellone di Marradi non si vede. 




Il contratto di enfiteusi durava di regola 29 anni rinnovabili e l'affittuario aveva l'obbligo di effettuare dei lavori per migliorare il fondo. Roga Giovanni figlio di Bastiano di Marradi notaio con licenza dell'imperatore.






Per ampliare

Fonte delle pergamene: Archivio di Stato di Firenze, Fondo Diplomatico

Altri contratti nel blog:

24.06.2012 San Giovanni patrono di Firenze
07.12.2015 I frati di Crespino
14.03.2016 A.Tamburini Giurista e Generale dei frati di Vallombrosa
23.07.2016 Undici contratti medioevali fatti a Marradi
08.03.2018 Un trekking lungo il sentiero dei Fiorentini
25.06.2000 Il Codice di Lottieri della Tosa



martedì 12 aprile 2022

Il Canto della tenebra

4a lezione di poesia
da Dino Campana
ricerca di Claudio Mercatali



Nei secoli passati le poesie si scrivevano in rima, ma alla fine dell' Ottocento questo linguaggio venne abbandonato quasi del tutto a favore del verso libero, ritenuto più espressivo e meno condizionante. Con il verso libero certe poesie potrebbero essere messe anche in prosa, ed è quello che fece Dino Campana nei suoi appunti con la lirica Il Canto della tenebra. I risultati della lirica in versi e della prosa sono questi:
 
Il Canto della tenebra (Dai Canti Orfici)

La luce del crepuscolo si attenua:
Inquieti spiriti sia dolce la tenebra
Al cuore che non ama più!
Sorgenti sorgenti abbiam da ascoltare,
Sorgenti sorgenti che sanno
Sorgenti che sanno che spiriti stanno
Che spiriti stanno a ascoltare ......
Ascolta: la luce del crepuscolo attenua
Ed agli inquieti spiriti è dolce la tenebra:
Ascolta: ti ha vinto la sorte:
Ma per i cuori leggeri un'altra vita è alle porte:
Non c'è di dolcezza che possa eguagliare la Morte
Più Più Più
Intendi chi ancora ti culla:
Intendi la dolce fanciulla
Che dice all'orecchio: Più Più
Ed ecco si leva e scompare
Il vento: ecco torna dal mare
Ed ecco sentiamo ansimare
Il cuore che ci amò di più!
Guardiamo: di già il paesaggio
Degli alberi e l'acque è notturno
Il fiume va via taciturno ......
Pum! mamma quell'omo lassù!




Il Canto della tenebra 
(da Taccuini abbozzi e carte varie).


La luce del crepuscolo si attenua inquieti spiriti sia dolce la tenebra al cuore che non ama più. Sorgenti sorgenti che state a cantare? Sorgenti sorgenti che abbiam da ascoltare? Sorgenti notturne che state a cantare? Più più più più. Ascolta: ti à vinto la sorte, ma per i cuori leggieri un'altra vita è alle porte. Non c'è di dolcezza che possa eguagliare la morte più più più. Intendi chi ancora ti culla. Intendi la dolce fanciulla. Che dice all'orecchio più più. Ed ecco si leva e scompare il vento, o ritorna dal mare, ed ecco sentiamo ansimare il cuore che ci amò di più. Guardiamo: e di già il paesaggio degli alberi e l'acqua è notturno: il fiume fuggì taciturno.


Dunque il poeta ci lascia scegliere? No, perché la versione pubblicata è la poesia, mentre la prosa è solo uno studio scritto nei suoi appunti.