Un trekking nei giorni
considerati i più freddi dell'anno
resoconto di Claudio Mercatali
Il mito dice che una merla e i suoi piccoli per
ripararsi dal freddo si rifugiarono in un comignolo, dal quale uscirono il
primo febbraio tutti grigi per la fuliggine. Da allora tutti i merli femmina e
i piccoli furono grigi. La favola spiega così il forte dimorfismo sessuale di
questi uccelli, che hanno le penne nero brillante e il becco giallo se sono
maschi o sono di colore bruno grigiastro, anche il becco, se femmine.
La valletta di Val Lutirano
Secondo la tradizione se i giorni della merla sono
freddi ci sarà una bella primavera e quindi ci siamo perché il termometro segna
-1°C. E’ un freddo secco e pungente, ma tanto poi camminando in salita non si
sentirà. Sono diretto a Val Lutirano, un podere abitato, nella prima valletta
dopo il paese, all’imbocco della strada per Badia della Valle. E’ un posto
frequentato dagli escursionisti e il proprietario accoglie volentieri i
passanti purché (leggi il cartello nella fotografia qui accanto) …
Dopo
la casa si arriva al crinale e si cambia versante entrando in un grande
castagneto. L’esposizione di questi frutteti è sempre a bacino e il freddo si
fa sentire ancora di più. Là di fronte ci sono i poderi Pian di Sopra e Pian di
Sotto, che sono la prima meta di questa passeggiata nella neve. Si vede anche la strada di Bulbana, che percorrerò fra un'ora.
Alla
metà dell’Ottocento a Pian di Sotto c’era la filanda di seta di Antonio
Bandini, che portò a Parigi i suoi filati all’Exposition des produits de l’industrie ed è citato nel catalogo
della mostra assieme ad altri marradesi. Questa bella casa è stata la residenza
di campagna della famiglia per più di cento anni.
Nell'estate 1944 qui vicino i Tedeschi trovarono uno dei loro morto. I soldati
della 305 Div. Wehrmacht che combattevano nella Valle Acerreta non
erano criminali e non si accanirono uccidendo i contadini, però vollero vendicarsi.
Il 23 agosto misero due bombe d’aereo nelle cantine di Pian di Sotto e …
Le
suorine del monastero di Marradi, che erano sfollate al seminario di Cignano, a
un chilometro da qui, rimasero scioccate dalla forza dello scoppio. Però non
morì nessuno e la casa fu ricostruita dopo qualche anno con i contributi per i
danni di guerra.
La
strada scende serpeggiando piacevolmente per un chilometro fino al fondovalle,
dove si innesta nella Traversa di Lutirano a Rio Bulbana, una casa signorile
dell’Ottocento che ora è un elegante B&B. Nella foto qui accanto sullo sfondo la linea gialla segna la strada che ho fatto per arrivare qui.
Rio Bulbana fu costruita vicino alla villa di Cignano per una rivalità fra proprietari. Ha delle eleganti pitture liberty che si ritengono della bottega Chini di Borgo S.Lorenzo.
Clicca sulle immagini
se le vuoi ingrandire
Cignano ai primi del Novecento era un seminario, ma prima era
la residenza della famiglia Montaguti, grandi proprietari terrieri della valle
Acerreta. A metà Ottocento il posto non era sicuro per niente, perché nelle
campagne si aggiravano i briganti della Banda del Passatore, che sconfinavano
nel Granducato dallo Stato della Chiesa a Santa Reparata (tre chilometri più a
valle) per sfuggire alla gendarmeria pontificia.
Per questo il 12 agosto 1850
Domenico Montaguti, di ritorno dalla fiera di San Lorenzo a Marradi fu preso
sulla strada che ora sto facendo e costretto a guidare i banditi fino a casa
sua.
I briganti sequestrarono la famiglia per rubare i soldi e l’argenteria anche
se i contadini accorsi sparavano contro le finestre per spaventarli. Ecco qui sopra come
racconta il fatto Pier Luigi Farolfi, autore del libro Facinorosi Pontifici …
Il tabernacolo del
Vado
avanti trastullato da queste storie, la strada è in piano e non si fà fatica. I
poderi qui attorno li ho visti tante volte ma nella neve sono più belli e le
case di pietra fanno figura: La Bertalinga, Pistoglia, Vicchio di Sotto e di Sopra, Filuga,
Veriolino, il Giardino, il Molino di Veriolo, Bracanello, il Forno … Ecco Lutirano, ho fatto due chilometri e non me ne sono accorto ...
Nevica, sono fermo qua, non
pensavo che succedesse. Aspetterò
il pulmino delle 17.00 per Marradi, davanti al camino, senza
infilarmi lì dentro anche se questi sono i giorni della merla.