Lanfranco Raparo, Marradi

Lanfranco Raparo, Marradi

venerdì 30 aprile 2021

Le chiese antiche ristrutturate

Tanti modi 
di modificare una chiesa
Ricerca di Claudio Mercatali


 
Ognuno di noi sa che gli edifici possono cambiare aspetto e destinazione in una infinità di modi, per le mutate esigenze dei frequentatori. Anche le chiese, specialmente le più antiche, sono state spesso adattate alle necessità del culto nel corso dei secoli.

I due casi limite forse sono questi: la moschea di Cordoba, in Spagna, una delle maggiori nel mondo islamico con le sue centinaia di colonne, fu trasformata in chiesa cattolica dopo la Reconquista del 1236 e chi la visita si confonde un po’. Al contrario a Instanbul nel 1453 dopo la conquista dei Turchi la cattedrale di Santa Sofia, una delle maggiori della cristianità, fu trasformata in moschea e ancora oggi è circondata da minareti. Ci sarebbero molti altri esempi ma adesso la ricerca riguarda dei casi meno estremi e cioè le modifiche edilizie fatte nei secoli alle chiese del nostro territorio che sono sempre state di culto cristiano.






Madonna dei Tre fiumi
Questa chiesetta è gemella della chiesa di Quadalto. I due edifici nacquero dallo stesso progetto, solo che la chiesa di Madonna dei Tre fiumi ingombrava il passo lungo la nuova Faentina granducale e alla fine del Settecento venne mozzato l’arco che dà sulla strada, fino a fargli assumere un aspetto vagamente orientale. Il fatto è ricordato in un pannello all’interno.




Il Monastero di Razzuolo
Le cronache dicono che nel decennio 1035 – 1045 san Giovanni Gualberto edificò il Monastero di San Paolo in Razzuolo, vicino a Ronta, chiuso circa nel 1782. La chiesa era rivolta dalla parte opposta rispetto alla odierna, cioè verso la vecchia Faentina, che passava dietro alle case, come si può vedere se si va a curiosare. Venne voltata com’è oggi alla fine del Settecento quando fu costruita Faentina, in modo che avesse la facciata verso la nuova via del Granduca. Si capisce perché sul retro c’è la traccia della porta antica, murata. E’ l’unica nella nostra zona che non ha le finestre laterali per smaltire il fumo delle candele. Un minimo di aerazione si otteneva con l’altezza notevole del soffitto e forse questo per i frati penitenti era sufficiente.





La Chiesa di Casaglia
La chiesa attuale fu costruita nei primi anni del Novecento dal parroco don Enrico Braschi, partendo dal suolo. La chiesa vecchia era la prima casa del paese dalla parte di Marradi, si vede bene nel Catasto Leopoldino. Fu dismessa, venduta, però c’è ancora traccia della porta con la data impressa. Oggi è una casa di villeggiatura ben tenuta e con la piscina.






La Chiesa di Lozzole
La chiesa di San Bartolomeo a Lozzole fu costruita nel Settecento con le pietre di un castellare degli Ubaldini, demolito dai Fiorentini alla fine del Trecento, quando finalmente riuscirono ad avere ragione di questa tenace famiglia di feudatari. La guerriglia a Lozzole fu lunga, ben descritta dallo storico del Trecento Matteo Villani.





La Baiocca
Santa Maria delle nevi, la chiesetta di Albero, venne edificata ex novo nel Cinquecento “… per il comodo degli abitanti …”. Ce lo dice don Ascanio Marchesini nel suo resoconto scritto nel 1573 su incarico del vescovo di Faenza, che lo aveva inviato in giro nella diocesi a preparare la visita pastorale. Era alla Baiocca, ossia al podere di Albero di Sotto, con tanto di cimitero. Nella seconda metà del '700 fu edificata la chiesa attuale, per iniziativa dell’abate di Santa Reparata al Salto, Giuseppe Maria del Braccio. L’edificio della Baiocca fu venduto ai fratelli Mercatali del Borgo, ristrutturato come casa poderale, passato di proprietà tante volte e oggi è una elegante abitazione privata.



La Chiesa di San Martino 
in Collina
Il beato Giovanni da Vespignano fu un ammirevole religioso del Duecento, nato nella parrocchia di Cesata secondo Romualdo Maria Magnani, storico faentino del Settecento, oppure originario del Mugello, secondo don Giuseppe Maria Brocchi, che lo cita come nativo di Vespignano, località fra Vicchio e Borgo San Lorenzo. Sia come sia oggi nel crinale fra Marradi e Tredozio, ci sono i resti della chiesina che fu una sua celletta, poi divenne oratorio, poi dipendenza della chiesa di Cesata, poi casa poderale, poi ristrutturata come seconda casa, poi crollata per la cattiva esecuzione dei lavori e oggi tristemente in abbandono sepolta nei rovi.



La Chiesa arcipretale 
del capoluogo

La antica chiesa arcipretale di San Lorenzo in Marradi fu costruita in un secolo che non si sa con struttura romanica. Il terremoto del 1661 la sfiancò e venne tenuta in piedi con un terrapieno accumulato lungo il muro maestro che dà sulla strada. Nel 1782 fu demolita del tutto e sostituita con quella odierna.




La Priorìa di Popolano
Santa Maria in Popolano è una chiesa Priόra costruita in parte sopra o vicino ai resti di un castellare medioevale, dal quale fu ricavato anche il campanile. Ce lo dice Emanuele Repetti, uno storico del primo Ottocento, e anche la scheda di censimento CEI delle chiese. Dentro ci sono ancora due finestre antiche murate, che non si spiegano con la struttura attuale. Si capisce anche salendo nel campanile con una scaletta pericolosa, fatta per le necessità della difesa più che per il comodo del sagrestano.


La Cappellina della Dogana
Questa chiesina è una dipendenza della chiesa di Popolano. Al suo interno il grande crocifisso dietro all' altare è sovrastato da un arco con due angioletti che si sbaciucchiano e quindi è evidente che qualcosa non va ...





La Badia di Campora
Di questo sito è rimasto solo il nome, senza alcuna traccia evidente. Però la chiesa è descritta nel resoconto di don Ascanio Marchesini e compare come semplice edificio poderale in una carta topografica del 1597. Oggi è un rudere, proprio sulla strada che porta a San Martino e non ha nessuna caratteristica che ricordi una chiesa.







La Parrocchiale di Galliana
San Rufillo in Galliana è una chiesetta sconsacrata, venduta ai proprietari della fattoria vicina molti anni fa. Compare nel Catasto Leopoldino del 1822 nella posizione di oggi ma forse fu costruita in un tempo che non si conosce al posto di una più vecchia, che dovrebbe essere in un poggio di fronte, in un boschetto indicato qui accanto.






La Plebana di Grisigliano
La chiesa di San Michele in Grisigliano era un piccolo edificio antico, con un buon orientamento Est – Ovest, indizio di una sua origine medioevale. Compare in una carta topografica del 1594 con il campanile a vela, proprio quello di oggi. Solo che l’edificio era angusto e nel 1712 come scritto sopra alla porta, venne allungato parecchio e la vecchia chiesa in parte fu trasformata in canonica o in abitazione. L’interno ha tante tracce di questo, nessuna definitiva, ma di certo questo edificio non era una casa  poderale. Oggi l’edificio è un rifugio scout, che ospita tante comitive di giovani ma la porta della chiesa minaccia il crollo.



La chiesa di Sant’Adriano
Questa chiesina alla metà del Settecento venne sopraelevata parecchio e affiancata da una casa colonica nel retro. Nel primo Novecento fu allungata di dieci- quindici metri.

Dunque in totale qui da noi per le necessità del culto o altro una chiesa può essere stata: tagliata per far posto a una strada, voltata di 180 gradi, sostituita da una nuova e venduta come casa privata, ricavata dalle rovine di un castellare, costruita sfruttando un fortilizio, dismessa del tutto fino a perdere ogni traccia (Badia di Campora), demolita e riedificata un km oltre (San Rufillo), trasformata in canonica dopo averne costruito un’altra lì accanto, demolita perché sfiancata dal terremoto e riedificata ex novo, oppure sopraelevata, allungata e affiancata da una casa colonica ... Sic tempus transit (così passa il tempo).

sabato 24 aprile 2021

La vita di Silvano Razzi

Quando era abate 
di Santa Maria degli Angeli
ricerca di Claudio Mercatali





Il campanile di Santa Maria degli Angeli
visto dal chiostro più interno

Il monastero di Santa Maria degli Angeli era in centro a Firenze, in via degli Alfani.



Fu chiuso da Napoleone nel 1808, soprattutto per incamerare il ricco patrimonio che possedeva. Oggi l'enorme edificio in parte è sede della Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Firenze.


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Nel Cinquecento era un notevole centro di cultura e di potere, perché questo fu uno dei secoli d'oro dei frati camaldolesi. A quell'epoca qui fu abate il marradese Silvano Razzi che conseguì il priorato nel 1582. 


Il camaldolese frà Antonio Farulli nell'Istoria cronologica del nobile e antico monastero ci dice che frà Silvano fu un brillante amministratore e uno stimato uomo di cultura. Leggiamo:




domenica 18 aprile 2021

Razzuolo

Un paesino con un monastero 
dell'anno Mille
ricerca di Claudio Mercatali



Razzuolo è un paesino composto da una trentina di edifici, incassato nell'alta valle del torrente Ensa, a 11 km da Borgo San Lorenzo e a 5km dal Passo della Colla. Chi scende dal passo quando arriva lì ha la sensazione, errata, di essere quasi alla base del monte ma in realtà Razzuolo è un centinaio di metri più alto di Crespino. 



Era una tappa per chi voleva valicare l'appennino quando ancora non c'era la strada: chi partiva da Borgo San Lorenzo dopo 3 miglia (4,9km) arrivava a Ronta dove c'era la fonte per sé e per il suo cavallo, e poi di tre miglia in tre miglia arrivava a Razzuolo, alla Colla, a Casaglia, a Crespino, a Fantino e a Marradi. Questo borghetto schiacciato fra i monti sembra insignificante e invece ha una storia millenaria. Ecco un riassunto delle cose più importanti.

Don Giovanni Gualberto nacque a Firenze nel 985 e circa nel 1010 costituì una famiglia monastica, riconosciuta dal vescovo di Fiesole. Fondò nel 1015 il monastero di Acqua Bella (detto in seguito Vallombrosa) e poi l’Abbazia di Moscheta (1034). 


Poco dopo il 1047 fondò a Razzuolo la terza Badia vallombrosana dedicandola a San Paolo, e la affidò all’abate Teuzzone e ad altri otto monaci suoi seguaci. Citata in una bolla di Pasquale II del 1115 e poi in un’altra di Innocenzo III del 1198, la Badia aveva un ospizio per i poveri, per i pellegrini e qualche giaciglio per chi era senza dimora. Dopo Teuzzone, in epoca più tarda, furono abati il Beato Alberto, fiorentino, e poi Antonio e Francesco Della Casa. Alla metà del Duecento il cardinale Ottaviano degli Ubaldini, signore di tante terre nel Mugello, per fasi perdonare qualcuno dei suoi peccati , offrì al monastero il possesso di Razzuolo e della Crucifera (alla Colla di Casaglia), luoghi adatti per la vita monastica.



Nel Seicento i monaci abbandonarono Razzuolo per trasferirsi nella sede di Ronta, alla chiesa della Priorìa, e la Badia perse di importanza.

Il monastero fu ristrutturato nel 1687 e nel 1730, ma poi il granduca Leopoldo I ne decretò la chiusura alla fine di quel secolo. L’edificio della Badia di Razzuolo era un intralcio per il transito sulla nuova Faentina granducale e per allargare la strada fu demolita l’abside della chiesa, riducendola allo stato in cui è ora. 


Furono modificati il transetto, il coro e l’altare maggiore, sotto al quale forse c’era la tomba del Beato Teuzzone. Così oggi è difficile riconoscere la struttura originaria.





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San Paolo a Razzuolo è la chiesa parrocchiale, che in origine era parte del monastero. L'accesso era dalla parte opposta rispetto a quello odierno, ma la chiesa fu voltata di 180 gradi (!) alla fine del Settecento, in modo da avere la facciata verso la nuova strada granducale, che corrisponde alla strada maestra attuale.


La via medioevale è dietro alla chiesa e la vede bene chi ha la curiosità di girare attorno all'edificio.

Tutto il valico era brullo, con le rocce bene in vista, irriconoscibile rispetto a quello odierno.



 

lunedì 12 aprile 2021

1919 Il terremoto devasta il Mugello e il Casentino

Il dramma della gente 
raccontato da un testimone

da un documento di Mario Montuschi







Il 29 giugno 1919 il terremoto devastò il Mugello, il Casentino e l'appennino da Firenzuola a La Verna. A Marradi crollò l'abside della chiesa di San Lorenzo, un chierichetto e un frate morirono sotto le macerie e ci furono tanti danni in paese. Nel fondovalle del Mugello andò molto peggio: a Vicchio e a Borgo San Lorenzo quasi il 50% degli edifici rimasero inagibili per diversi anni e ci furono circa 100 morti. Questa che segue è la descrizione della situazione, fatta da un Anonimo che visitò tutti i paesi, annotando i danni in ognuno.

Non si sa di preciso perché lo fece e chi lo incaricò però dai suoi discorsi si capisce che era un tecnico, un esperto nell'estimo dei danni degli edifici. La sua relazione è precisa, un po' pignola, ma questo ora ci fa comodo perché ci permette di sapere anche gli aspetti più curiosi di questo evento drammatico e le impressioni della gente. Leggiamo:


Il nostro Anonimo aveva anche idee sue sulla propagazione dei sismi, e con una serie di osservazioni interessanti si convinse che l'onda aveva agito in direzione SSW – NNE.


Figura 1 A Borgo S,Lorenzo ... Nella chiesa del Crocifisso con l'asse diretto SSW – NNE, 18 candelieri si sono rovesciati sul davanti cioè verso NNE.


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Figura 5   A Crespino ... Il parroco, entrato in chiesa mezz'ora dopo la scossa vide che una lampada appesa al soffitto con un cordino lungo sei metri oscillava trasversalmente all'asse della chiesa, che è SSW – NNE. Questa direzione è confermata dal fatto che nessuna delle quattro campane ha suonato, potendo oscillare solo secondo l'asse della chiesa.







Non mancano naturalmente i racconti sulla allerta degli animali, secondo la convinzione diffusa che essi hanno una percezione dei terremoti più pronta della nostra: ... pochi istanti prima della scossa a Marradi una donna vide schizzare via a pelo ritto un gatto, come se avesse visto un cane ... a Marradi un signore tornava in paese con il barroccio e all'improvviso il suo cavallo si bloccò ...















In effetti l'epicentro del sisma fu poco a monte di Vicchio, nella frazione di Caselle, un sito compatibile con gli orientamenti rilevati dall' Anonimo, però le onde sismiche si propagano anche per rimbalzi sotterranei di vario tipo a seconda del terreno che incontrano.




Sono descritte altre osservazioni: sulla oscillazione dei pendoli nelle botteghe degli orologiai, sulla direzione di ribaltamento delle lapidi nei cimiteri e delle bottigliette nelle farmacie.

Figura 13  A Scarperia ... cinque merli del Palazzo dei Vicari, caduti verso NNE sembrano indicare questa direzione.




Per ampliare

Nel tematico del blog alla voce "Scienze geologiche" ci sono altri articoli sui terremoti avvenuti nella nostra zona.

martedì 6 aprile 2021

Una accurata biografia di Dino Campana

La vita del poeta descritta
da Franco Matacotta



Matacotta e Sibilla ai tempi 
della loro relazione
Franco Matacotta nacque a Macerata nel 1916. Nel 1936 quando era studente di Lettere a Roma incontrò Sibilla Aleramo, alla quale aveva inviato alcune sue poesie, e con lei iniziò una relazione che a fasi alterne durò più di dieci anni. Sibilla nel suo Diario lo definì un «amore insolito», perché aveva sessant’anni e Matacotta venti. 
Il legame affettivo e intellettuale con quella che egli chiamò «Alma Mater» (madre feconda) lo indirizzò a nuove letture (D.H. Lawrence, Colette, P. Valéry, O. Khayyam, George Sand) e gli permise di studiare gli inediti di Dino Campana, custoditi dalla Aleramo, che Matacotta pubblicò a Fermo (1949) nel libretto intitolato Taccuino. Questo suscitò le proteste di Sibilla, che accusò l'ex amante di averle sottratto dei documenti personali.


Ora leggeremo un’accurata biografia di Dino Campana, pubblicata nel periodico La Fiera Letteraria nel 1953, con lo pseudonimo Francesco Monterosso.

... provvisti come siamo ormai del bagaglio completo degli scritti campaniani ...




... a Marradi dino compie gli studi elementari ...









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lettura



... quando tornai a Marradi mi deridevano, mi arrabbiai e divenni nevrastenico ...






... volevo studiare chimica ma poi non studiai più nulla perché non mi andava ...






Il 13 settembre il padre di Dino scrive al prof. Angelo Brugia: "Anni sono, una domenica mattina, si presentò a Lei un uomo vicino alla cinquantina ...




... Sei mesi dopo il 23 maggio 1907 il Servizio Sanitario del Municipio di Marradi avverte la direzione del Manicomio ...

... Verso i vent'anni non potevo più vivere. Andavo sempre in giro per il mondo ...




... Reduce dall'Argentina sbarcò ad Anversa ...















... Indebolito dalle privazioni e dalle sofferenze Dino s'imbattè in un nuovo periodo di crisi ...











... Sono stato a Odessa. Mi imbarcai come fuochista, poi mi fermai a Odessa. Vendevo le stelle filanti nelle fiere ...














... A questo punto, dal 1911 in poi, fino al 1914 la biografia di Campana è un perpetuo vagabondaggio...










... A Bologna Dino abita dapprima in una pensione in via Zamboni, angolo via del Guasto. Ma deve presto sloggiare a causa di alcune risse ...








... Dino è stato veduto da alcuni amici a Genova, dove pare che non stia male ...












... Nell'inverno del '13 Dino è veduto sovente a Firenze ...



















... Uscito il volume Dino fa la spola tra Firenze e Bologna, per la vendita ...










... Dino varcò la frontiera per recarsi in Svizzera sul finire del 1914 ...