Lanfranco Raparo, Marradi
giovedì 30 dicembre 2021
Le cartoline di Odoardo Bandini
venerdì 24 dicembre 2021
14 foto insolite di Marradi
Marradi nell'Ottocento. La cartolina è della Tipografia Forzano (Borgo S.L.) e il timbro è del 1895.
Dal Poggio di Valdolséra
Da Poggio Muschieto
Dal Poggio di Villanova
se le vuoi ingrandire
(era uno dei siti preferiti da Dino Campana)
Dalla Sassogna
Da Galliana
In primo piano San Martino: Marradi è proprio in fondo alla visuale. A destra si vede la valle di Valnera.
sabato 18 dicembre 2021
La Valle Acerreta prima dell'anno Mille
Lutirano visto
(confine con Tredozio)
Questa valle isolata o un po’ in disparte ha una storia antica. Le vicende sono più o meno le stesse avvenute nelle valli vicine, ma qui per una fortunata serie di circostanze i fatti sono documentabili. Non ci credete? Vediamo che cosa successe prima dell’anno Mille.
L’ottima resa agraria
favorì l’insediamento dei Galli già due o tre secoli avanti Cristo. Lo sappiamo
perché sono rimasti i nomi di Galliata o Galligata e Galliana, due fattorie
ancora oggi attive che si estendono sul Monte Budrialto, fino al crinale con la
valle del Lamone e oltre. Budrio o botro è una parola celtica, presente in
diversi siti della Romagna, che significa con molti fossi o scoli d’acqua.
La pendice comincia dalla fattoria di Bedronico. Anche questa è una parola
celtica di sicura origine, derivata dalla radice bedo, canale. Infatti
sotto Bedronico c’è il Molino Bedronico, che aveva un canale di adduzione molto
lungo.
La stessa radice c'è nel nome Abeto, Abìd in romagnolo, che difficilmente può essere il nome della pianta, perché di abeti qui non ce ne sono (siamo a 300m slm e queste piante proliferano molto più in alto). Però c’è il molino di Cà d’zò (Casa di sotto) che aveva un doppio canale, dalla Acerreta e dal fosso laterale di Stagnana. Al confine con Modigliana, nei pressi della chiesa di Santa Reparata nel 200 a.C. forse fu combattuta una feroce battaglia fra i Galli e i Romani. La descrive lo storico romano Tito Livio, nel Libro XXI della sua Ab Urbe còndita (storia di Roma dalla sua fondazione). Leggiamo che cosa dice:
Il destino dei Galli era la sottomissione a Roma ma sempre Tito Livio nel Libro XXXIII scrive che nel 195 a.C. una coorte romana, giunta a Modigliana dal Passo del Trebbio, bloccata dai Galli all’inizio della valledo dovette tornare indietro. Dunque anche qui come a San Martino in Gattara è documentata la presenza di questa popolazione celtica.
I Romani
Dopo la sottomissione dei Galli arrivarono i coloni Romani e i due popoli si assimilarono. Ai tempi di Augusto la valle era un ricco comprensorio agricolo della regione Aemilia. L’imperatore assegnò, come altrove, molte terre ai suoi legionari reduci dalle battaglie, secondo il motto Vir bonus colendi peritus (l’uomo valido è esperto di coltivazioni).
Tutto passa e dopo la
fine dell’ Impero nel territorio di Marradi arrivarono i Longobardi. Questi
germani, rudi guerrieri, cacciatori e allevatori di pecore e maiali non vennero
per predare ma per risiedere. Abitarono la valle Acerreta dal 600 al 900 d.C. prima
in posizione dominante e poi in assimilazione con gli indigeni. Di loro non rimane quasi niente, perché non
avevano una lingua scritta e una cultura da tramandare. Però qualche eco si
sente nella radice germanica di certe parole: il nome del podere Pizzafrù si
spiega solo con spitz, vetta, e così Linsetola da linse,
lenticchia, Le ghialde da Gli Aldi, i vecchi, Borgo di sopra e di sotto,
da burg, posto sorvegliato, Rè ed corniόla da korn, grano, Rio
Faggeto da Cafaggio, ossia riserva di caccia. Anche i nomi di certi
monti danno una traccia: Poggio Dorneta, da dorn, spina, Il Viglio, da
wild, selvatico, e forse il Monte Solistra da hirsch, cervo. Poi
ci sono due dei sette Gattoleti del comune di Marradi, da watha, posto
di osservazione e le chiese di Abeto e Trebbana dedicate a san Michele, l’
arcangelo con la spada caro ai Longobardi. Altre tre sono alla Maestà di
Piaiano, a Grisigliano e a Tredozio, che sono qui vicino.
Dunque è probabile che alcuni
clan di Longobardi dopo la fine disastrosa del loro regno in Italia siano rimasti
autonomi in questa valle per un paio di generazioni in più rispetto ad altri
posti. Se le cose andarono così si venne a ripetere nel Medioevo quello che era
successo al tempo dei Galli, ossia l’isolamento del sito consentì il permanere
di certe identità un po’ più a lungo rispetto a quelle ormai prevalenti.
I frati eremiti
Nell’anno Mille l’alta
valle era sede di diverse comunità di monaci. In particolare San Pier Damiani
nel 1056 fondò l’Eremo di Gamogna e il cenobio di Badia della Valle. Infatti
secondo la sua Regola la vita spirituale del monaco era compiuta se ad un
periodo di vita comunitaria, cenobitica, si alternava un periodo di vita
eremitica.
Così siamo arrivati al nostro traguardo, però nei secoli seguenti sono successe altre cose: nel Trecento forse al Passo della Collina nacque il beato Giovanni da Vespignano, nel Quattrocento forse arrivarono i fiorentini della fallita Congiura dei Pazzi, in fuga da Firenze dopo l’attentato a Lorenzo il Magnifico, nel Cinquecento forse alla fattoria di Pian di Sotto aprì una delle prime filande di seta del Comune di Marradi e forse ci sarà una prossima ricerca per tutto questo.
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