ricerca di Claudio Mercatali
E’
stato caldo anche qui a Marradi in queste giornate di fine luglio.
Una vampata di calore ha mantenuto la temperatura oltre i 30° e ha reso afose anche le notti, almeno fino all’una o alle due, quando ha preso il
sopravvento la brezza fresca che scende dai monti. Poca cosa rispetto ai 40°C
della pianura e alle temperature della Francia, che sono state ancora più alte delle
nostre. I meteorologi dicono che questa afa finirà il 27 e il 28 luglio, quando
ci saranno due giorni di pioggia, ma poi tornerà.
L'Europa fotografata il 25 luglio dal satellite meteorologico Sentinel 3. Nelle zone rosse la temperatura raggiunge i 40°C.
Il
fatto è normale e può generare un evento forte che un tempo era noto come “la burrasca di sant’Anna”. Nella pianura Padana comincia
spesso il 26 luglio, giorno dedicato a questa santa e da noi arriva dopo, quando ormai è scarica e si manifesta con una pioggerella insistente, ma a volte anche con qualche grandinata. La meteorologia moderna
intesa come scienza nega in modo netto che ci sia una relazione fra un evento
meteo e una data del calendario e quindi questa ricorrenza è solo una
tradizione popolare. Tuttavia
gli antenati non erano poi così ingenui e avevano fissato questa data perché era
evidente che all’incirca alla fine di luglio, dopo tanto
caldo ci doveva pur essere un punto di rottura e di refrigerio.
Il
punto di rottura è la bassa pressione che si genera su un continente quando il
calore del sole agisce per lungo tempo: l’aria calda sale, la pressione
atmosferica scende e quindi si aprono le vie per l’aria circostante che arriva
per pareggiare il dislivello barometrico.
Una
volta pareggiato il dislivello le cose torneranno come prima e l’estate si
manifesterà di nuovo come al solito: dunque non illudiamoci, il caldo estivo
non è finito.
Tutto questo era già noto cento anni fa al tempo di Raffeale Bendandi il geologo, meteorologo, astronomo autodidatta faentino che nelle colonne dell’ Idea Popolare (il settimanale di Faenza che oggi si chiama Il Piccolo) commentava così una calura estiva dei primi anni Venti simile a quella di oggi, Verrebbe da dire: nulla di nuovo sotto il Sole!
Raffaele Bendandi