Sindaco al tempo della Prima Guerra Mondiale
di Claudio Mercatali
Palmerino Mercatali nacque a Marradi il 23 febbraio 1862 e morì il 19 novembre 1933. Aveva una mescita di vino in via Fabroni (clicca sulla foto), accanto alla tipografia Ravagli, che nel 1914 pubblicò i Canti Orfici. Sua figlia Alpina aprì e gestì per tanti anni l’attuale Bar Sport, che in paese era chiamato appunto “Bar dell’Alpina”. Lì c’è ancora una sua fotografia incorniciata, sopra i ripiani dei liquori. Egli aveva un forte impegno sociale e fu per tanti anni cassiere dalla SOMS, la Società Operaia di Mutuo Soccorso, che dava aiuto a chi aveva avuto incidenti sul lavoro.
Il logo della SOMS
Di che partito era Palmerino? Era un socialista della prima ora. Prima del 1921 dentro il PSI c’erano molte correnti e il nostro Sindaco seguiva di più quella di Turati, che potremmo definire social democratica. Questo lo rendeva accettabile anche per i cattolici e infatti nella sua Giunta c’erano degli assessori che poi aderirono al Partito popolare di Don Sturzo, la futura Democrazia Cristiana. Il suo mandato cominciò il 25 maggio 1915, proprio all’inizio della Prima Guerra mondiale. Prima di lui a Marradi per un anno si erano alternati quattro commissari, perché il Comune era in crisi.
I SINDACI DAL 1900 AL 1920
04/1901 - 10/1901 Alessandro Salvatori (commissario), 10/1901 - 12/1902 Antonio Ghetti (sindaco), 10/1903 - 09/1907 Attilio Bandini (sindaco), 09/1907 - 08/1908 Giuseppe Cavina (facente funzioni), 08/1908 - 05/1910 Giuseppe Baldesi (sindaco), 06/1910 - 08/1910 Lorenzo Luti (facente funzioni), 10/1910 - 05/1914 Vincenzo Mughini (sindaco), 05/1914 - 05/1915 4 commissari prefettizi, 05/1915 - 04/1920 Palmerino Mercatali
Fu eletto con 14 voti a favore su 20 (5 schede bianche e un contrario) I suoi assessori erano: Guglielmo Ranieri, Giuseppe Meucci, Luigi Maestrini, Achille Consolini, Giovanni Ciottoli e Ciro Calosci. Il nuovo Sindaco ringraziò i consiglieri con queste parole: “…un cordiale ringraziamento ai consiglieri che riposero fiducia in me eleggendomi alla non facile carica di Sindaco, specie in quest’ora tragica e perigliosa … mentre in passato io fui contrario alla guerra, oggi che gli eventi sono compiuti mando un augurio al nostro Esercito e confido che la vittoria sollecita e completa arrivi presto …”.
Nel 1915 - 1918 era difficile amministrare, perché lo Stato spendeva per gli armamenti e dava pochi soldi agli Enti Locali. I Comuni dovevano arrangiarsi e nei Verbali dei Consigli si trovano soprattutto delibere su temi drammatici o tristi, come queste:
Il 23 giugno 1916 si decise di applicare il calmiere ai generi di prima necessità.
Il 12 dicembre 1917 vennero requisiti i cereali per le necessità della guerra (vedi il manifesto qui accanto).
Il 2 giugno 1918 si deliberò una cifra per assistere gli orfani dei caduti, da aggiungere ai contributi dello Stato e della Provincia: “ … un contributo continuativo, per un ventennio, in ragione di 5 centesimi per abitante, da ripartirsi in ragione del numero degli orfani. La spesa annua per il Comune è di 502,73 lire …”
Il 1 ottobre 1918 Il consigliere Baldesi interpellò il Sindaco sul razionamento del cibo: “ … prima del tesseramento sorse in me il dubbio che non tutte le famiglie fossero egualmente provvedute e che vi potessero essere delle speciali concessioni e privilegi per alcune classi. Ora questo sembra eliminato con il sistema delle tessere ma richiedo un più sollecito razionamento degli approvvigionamenti e l’adozione di una nuova tessera a tagliandi …”
Nei Consigli c’erano spesso tanti assenti, perché una parte dei consiglieri era al fronte, altri si erano dimessi e altri ancora anziani. Ecco il risultato dell’ appello al Consiglio del 14 aprile 1918, riconvocato il giorno 17 per l’insufficiente numero dei presenti (dieci su trenta).
Palmerino alla fine degli anni Venti
IL CONSIGLIO COMUNALE DEL 14 APRILE 1918
Presenti: Mercatali Palmerino, Calosci Ciro, Maestrini Luigi, Consolini Achille, Ferrini Angiolo, Bandini Pietro, Baldesi Giuseppe, Ranieri Guglielmo, Mercatali Emilio, Ciottoli Dario.
Assenti: Malavolti Angiolo, Cappelli Giovanni, Zacchini Francesco, Ciottoli Giovanni, Pieri Carlo fu Giovanni, Pieri Carlo fu Angelo, Bernabei Romano, Galli Giovanni
Dimessi: Gigli Dante, Cappelli Silvestro, Vanni Attilio. Defunti: Bandini cav. Alfredo, Squarcini Emilio, Tricca cav. Fosco. Al fronte: Zacchini avv. Filippo, Liverani Bruno, Cantoni Giovanni, Scalini Attilio, Fabroni Leonardo, Meucci Giuseppe.
Finalmente nel novembre del 1918 si respirò aria di festa. L’esercito austriaco era stato sconfitto a Vittorio Veneto, si ritirava rapidamente e la guerra era alla fine. Al Consiglio del 12 novembre 1918 il Sindaco invitò il Regio Prefetto di Firenze, il deputato del Collegio e il Presidente della Provincia per celebrare la Vittoria e pronunciò un discorso per la conquista delle “terre irredente” (Trento e Trieste):
“ … Signori Consiglieri, alla trepidazione, alle speranza di giorni migliori, tutti avvinti dallo stesso sentimento, esultammo di gioia all’ annuncio della vittoria. La pagina più bella, pagina storica delle vicende della guerra fu scritta, in una sintesi meravigliosa, dal generale Diaz. Tutti l’avranno letta e la ricorderanno con sentimento di viva riconoscenza verso i nuovi fattori della più grande Italia … A nome della Giunta municipale invito il Consiglio ad associarsi all’ unanime esultanza della Nazione e a voler intitolare il Piazzale dell’Ospedale al nome di Trento e Trieste. Propongo che la seduta sia tolta in segno di esultanza…”.
IL BOLLETTINO DELLA VITTORIA
La “sintesi meravigliosa” di cui parla Palmerino è il Bollettino della Vittoria del generale Diaz, che nei punti salienti diceva così:
La guerra contro L'Austria Ungheria che, sotto l'alta guida di S.M. il Re, l'Esercito Italiano, inferiore per numero e per mezzi, iniziò il 24 vmaggio 1915 e con fede incrollabile e tenace valore condusse ininterrotta ed asprissima per 41 mesi, è vinta. La gigantesca battaglia ingaggiata il 24 dello scorso mese è finita. … L'Esercito Austro - Ungarico è annientato: esso ha subito perdite gravissime nell'accanita resistenza dei primi giorni e nell'inseguimento ha perduto quantità ingentissime di materiale di ogni sorta e pressoché per intero i suoi magazzini e i depositi. Ha lasciato finora nelle nostre mani circa trecentomila prigionieri con interi stati maggiori e non meno di cinquemila cannoni. I resti di quello che fu uno dei più potenti eserciti del mondo risalgono in disordine e senza speranza le valli che avevano disceso con orgogliosa sicurezza. 4 novembre 1918, ore 12, il generale Diaz
Il Consiglio approvò per acclamazione e il consigliere Giuseppe Baldesi (che era stato sindaco) propose di costruire un obelisco con i nomi dei caduti accanto all’Ospedale. I tempi cupi della guerra erano finiti e tornò la normalità. L’immancabile Baldesi continuò con le sue interpellanze, però su temi più leggeri, come questa del 21 gennaio 1919: “ … il paese è sempre al buio o quasi. E’ necessario ripristinare il servizio dell’illuminazione pubblica per il comodo di tutti … e togliere la gestione alla Società Adriatica … per i tanti inconvenienti avvenuti e per aver lasciato il paese quasi nell’oscurità la sera che Marradi ebbe l’onore di ospitare il Regio Prefetto …”
Nel 1919 il Sindaco e la sua Giunta ritornarono ai problemi quotidiani:
L’arciprete chiese 1422,88 lire per rifare l’altare maggiore, ci fu qualche discussione in Consiglio e alla fine gli furono promesse 1200 lire. Silvio Cappelli, moderatore dell’orologio pubblico (ossia addetto alla sua carica quotidiana) ottenne un compenso di 150 lire all’anno ed Enrico Masi, custode del carcere, un aumento di 120 lire. Rosa Benini, maestra elementare in pensione con trent’anni di servizio, scrisse al Sindaco “… chiedo un sussidio trovandomi in miseria… ” e il Comune le concesse 100 lire una tantum. In maggio il consigliere Baldesi, inviperito, spedì un telegramma alla Direzione delle Ferrovie: “… protesto a nome di queste popolazioni contro superiori autorità ferroviarie che trascurano interessi nostra regione anche nel considerare Faenza – Firenze cenerentola delle linee toscane …”
Nel Consiglio del 17 giugno 1919 il Sindaco Palmerino comunicò che aveva finanziato la Ditta Ruggero David, di Bologna, con 600 lire annue per 10 anni, perché effettuasse il “servizio automobilistico” Palazzuolo - Casola - Riolo e così iniziò il regolare collegamento con la corriera (una corsa al giorno e due d’estate). Lo Stato ricominciò a finanziare i Comuni e quindi si “rispolverò” il piano di lavori pubblici sospeso nel 1916, che prevedeva la costruzione delle case operaie a Villanceto, i marciapiedi nel viale della stazione, i lavatoi pubblici, la pavimentazione del vicolo Tintoria, la sistemazione del macello e dell’acquedotto di S.Adriano.
La tranquillità durò ben poco. Nell’estate del 1919 i forti contrasti fra il Partito popolare e il Partito socialista si manifestarono anche a Marradi e la Giunta si dimise.
Il 15 settembre una parte degli assessori ritirò le dimissioni “ …per mantenere salda la compagine amministrativa nei momenti attuali che richiedono la concordia di tutti per il bene del paese …” Così il sindaco Palmerino sostituì gli assessori dimessi e concordò un programma minimo da portare avanti. Però il 29 settembre la sezione socialista “Spartaco” di Biforco, in cui c'era una forte presenza di socialisti massimalisti, cioè i futuri comunisti, votò un ordine del giorno contrario alla partecipazione alle amministrazioni locali e l’assessore Luigi Maestrini si dimise di nuovo “ … in quanto socialista iscritto e rispettoso delle decisioni del partito …”.
L’Amministrazione non cadde subito perché la Lega Operaia, una forte cooperativa marradese, intervenne facendo presente che l’arrivo di un Commissario avrebbe provocato l’arresto dei lavori pubblici, una delle poche fonti di lavoro per la mano d’opera del paese. Però il tempo della politica per Palmerino era finito e si dimise il 13 aprile 1920. Le motivazioni delle dimissioni sono uno sfogo amaro in cui parla “ … del clima di agitazione di diverse classi sociali e della poca fiducia che si coglie in paese nei confronti dell’ Amministrazione…” ma anche dei disastri prodotti dall’ inflazione. Infine lamenta che l’ Amministrazione annonaria di Firenze ha diminuito la quota di grano spettante ai Comuni e lui non sa come soddisfare le richieste della gente, visto che il 1919 è stato un anno di carestia.
Nei cinque anni del suo mandato Palmerino Mercatali dovette tener conto della Prima guerra mondiale, del terremoto del 1919, dell’epidemia detta Spagnola e del clima turbolento del dopoguerra nel quale cresceva il fascismo. Un record di situazioni drammatiche in mezzo alle quali però se la cavò abbastanza bene e, in quanto ex sindaco, ottenne il titolo di cavaliere. Come si può leggere nell’articolo di giornale qui accanto, il 25 giugno 1919 gli amici e i suoi compagni di partito fecero festa, perché era arrivato il decreto della sua nomina a Cavaliere della Corona. Il rinfresco si svolse “nel giardino del nuovo locale di Luigi Maestrini” e cioè in viale Baccarini, all’ incirca sul retro dell’attuale bar 8 marzo o nel piazzale della casa del sig. Lollini. Questo posto non esiste più perché fu distrutto da una bomba d’aereo nel 1944.
Fonti Documenti dell'Archivio storico del Comune e notizie fornite dalla famiglia.