all'alta valle del Lamone
ricerca di Claudio Mercatali
ricerca di Claudio Mercatali
Dov'è il castello? Dalla strada statale non si vede ma è proprio sopra al paese, in posizione dominante. La foto satellitare di Google maps qui accanto chiarisce tutto.
Chi costruì questa difesa? Non lo sappiamo ma l’organizzazione civile dell’ alta valle in corti e castellari segna un punto a favore dei signori locali discendenti dai Longobardi. Le nebbie del Medioevo si diradano nel XIII secolo quando ormai da secoli non c’erano più i fondatori e prendono forma alcuni personaggi ...
Era un signorotto della zona, padrone del castello e di tante terre attorno. Guido del Duca, incontrato da Dante nel Purgatorio, parla dei romagnoli del suo tempo retti e prudenti e dice che essendo morti anzi tempo i suoi figli il nome di Ugolino non sarà macchiato dai discendenti (una ben magra soddisfazione …).
O Ugolin de Fantolin, sicuro
è’l nome tuo da che più non s’aspetta
chi far lo possa, tralignando, scuro
O Ugolin de Fantolin, sicuro
è’l nome tuo da che più non s’aspetta
chi far lo possa, tralignando, scuro
Alessandro Guidi da Romèna, Inferno XXX, 73 – 78
Era il marito di Caterina Fantolini, figlia di Ugolino, erede del castello di San Cassiano. Alessandro era un capo dei Bianchi fuoriusciti da Firenze nel 1303, fra i quali c’era anche Dante. Condannato e graziato nel 1286 per aver fatto coniare dal fonditore Adamo il Falzario dei soldi falsi. Invece Mastro Adamo fu condannato al rogo e nell’Inferno dantesco è alle Malebolge, condannato a patire la sete in eterno. Dice che pur di vedere qui anche i conti Guidi rinuncerebbe all’ acqua di Fonte Branda (una nota sorgente del Casentino).
Ivi è Romèna là dov’ io falsai
la lega suggellata del Batista;
per ch’io il corpo su arso lasciai
Ivi è Romèna là dov’ io falsai
la lega suggellata del Batista;
per ch’io il corpo su arso lasciai
Ma s’io vedessi qui l’anima trista
di Guido o d’Alessandro o di lor fratre,
per fonte Branda non darei la vista.
Maghinardo Pagani da Susinana, Inferno XXVII, 49 - 51
Feudatario, abile condottiero e politico. Dante lo descrive mutevole fra Guelfi e Ghibellini (muta parte da la state al verno). Il nido bianco nella terzina dantesca che state per leggere sarebbe il sito più alto di Susinana, o forse lo sfondo del suo stemma con il leone rampante.
Le città di Lamone e di Santerno
Conduce il lioncel dal nido bianco
Che muta parte da la state al verno
Questi personaggi si alternarono nella signoria del castello di San Cassiano alla fine del Duecento, dopo essersi combattuti duramente.
Come in ogni castello che si rispetti ad un certo punto ci fu un assedio, una capitolazione e la distruzione delle mura. Infatti alla fine del Duecento era sorta una disputa fra Alessandro da Romèna e Maghinardo Pagani, che si contendevano il predominio sulla zona. Le cose andarono come ci racconta lo storico dell'Ottocento Antonio Metelli, che vediamo qui sopra.
Poi alla metà del Quattrocento cominciò il declino. La valle era stata spartita fra lo Stato Pontificio e la Signoria di Firenze con un accordo politico forte e i castelli non servivano più. All'inizio del Cinquecento il fortilizio venne abbandonato e lentamente cominciò la rovina.
A questo punto conviene leggere le memorie di Achille Lega nel libro Fortilizi di Val di Lamone (1883) perché lui era originario di S. Cassiano e la sua famiglia nell' Ottocento e anche prima era proprietaria dei resti del castello e delle terre attorno:
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Dunque ora non rimane che andare a vedere che cosa è giunto fino a noi ...
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Nel sito Associazione Promozione Sociale San Cassiano c'è una ricerca fatta molto bene sulla storia medioevale di questo paese.