Lanfranco Raparo, Marradi

Lanfranco Raparo, Marradi

lunedì 30 gennaio 2023

La strada dei frati di Badia della valle

Un trekking 
in una Via molto antica

Sopralluogo di Claudio Mercatali


Badia della Valle, o di Valle Acerreta, è un sito dell' anno Mille, cenobio di frati della Regola di San Pier Damiano. Gamogna era il suo eremo, perché questi monaci alternavano un periodo di vita cenobitica a uno di vita eremitica.



Nel Cinquecento il convento chiuse e la chiesa divenne una semplice parrocchia di fondovalle. Anche Gamogna ebbe la medesima sorte.

I frati non avevano bisogno di comode vie d' accesso, perché si spostavano soprattutto a piedi e poi in fondo erano dei penitenti. Così Badia della Valle a fine '800 si raggiungeva  con un sentiero che saliva da Lutirano lungo l'alveo del torrente Acerreta. Il tracciato si vede nella planimetria qui sotto.

Essendo cambiati i tempi, nel 1895 il Comune di Marradi commissionò all' ing. Lorenzo Fabbri un progetto per costruire una comoda strada comunale, quella odierna.


La vecchia via fu abbandonata volentieri dai lutiranesi, perché correva lungo la riva del torrente con un percorso disagevole al massimo, soprattutto d’inverno, e aveva l’unico pregio di toccare poco i campi, destinati per bisogno alla coltivazione e non al passaggio.
Noi oggi non abbiamo questa necessità e possiamo scegliere: questo trekking si può fare lungo l’alveo, d’estate, e lungo l’orlo dei campi, d’inverno. Se c’è neve, come oggi, con le ciaspole il trekking è gustoso, però con gli stivali di gomma si può scendere nel torrente, che è di una bellezza unica.

Si parte dalla fontanina al ponte per Tredozio, lungo la sponda del torrente, nell'Area verde di Lutirano, un sito curato per chi d’estate vuole andare al fiume.


Poi si attraversa il gruppo di case detto Lutirano di sopra, che è la parte antica di questo paesino. Qui bisogna scegliere: d’estate si può andare lungo il torrente ma ora non è il caso.




Si percorre l'orlo del campo fino allo sfondo di questa foto, dove c'è la casa Senzano di sotto. Qui bisogna risalire sul tracciato attuale della comunale, per evitare una proprietà privata.


E' questione di un centinaio di metri e poi si può tornare nel percorso antico, accanto al podere Case di sotto, che si vede qui. Da ora in poi l'orlo del campo non si abbandona più.

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Dopo 1,5 km si arriva al Molino di Badia della valle, che è proprio sotto alla chiesa.







Siamo alla fine. Sulla strada comunale, sul Fosso di  Monte Misano, c'è questo ponte progettato dall'ing. Lorenzo Fabbri, come tutti gli altri lungo la strada del 1895. Costui all'epoca era anche il progettista e il proprietario della centrale elettrica di Marradi. 

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Seleziona "Comunità di Lutirano" nell'archivio tematico. Compariranno altri trekking sulla neve e altri post sulla valle Acerreta.



sabato 21 gennaio 2023

In giro attorno al Monte Bicocche

Un trekking nella neve 
in un cocuzzolo 
molto panoramico

Resoconto di Claudio Mercatali




Ieri 20 gennaio finalmente è nevicato anche a quote basse. Venti centimetri di neve attorno a Marradi, acquosa e pesante. Basta appena per le ciaspole ma devo proprio andare perché sono tre anni che non le uso. Nei giorni scorsi ho cercato un percorso breve, di circa un chilometro e mezzo, perché le ciaspole sono attrezzi facili da usare ma faticosi e bisogna “misurare il passo con la gamba”.


Il Monte Bicocche, un cocuzzolo panoramico dopo Sant’Adriano e quasi di fronte a San Martino in Gattara, oggi è proprio il posto giusto. Per la visuale fu uno dei capisaldi della Linea Gotica in questa zona e gli Inglesi preferirono evitare l'assalto e affrontare il Tedeschi sulla Cavallara. Ecco come racconta il fatto Ray Ward, un ufficiale scozzese che fece la guerra qui da noi e poi scrisse un libro di memorie.

Oggi sono partito dalla casa poderale La villa, ora sede del Gruppo venatorio Il Grifo, che la usa per laute cene. La strada campestre è agevole e la vista sulla valle si apre subito.


La casa poderale Le bicocche è crollata tanti anni fa e non è stata ricostruita, però il posto è incantevole.



Ora si tratta di salire mantenendosi al margine del pascolo e la vista panoramica su ogni lato allevia la fatica.





Si vede tutta la valle del Lamone 
da Marradi a San Cassiano.



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Anche al ritorno la vista può spaziare, da Grisigliano fino ai monti di Palazzuolo.




mercoledì 18 gennaio 2023

La bottega di Lutirano

Drogheria e Tabaccheria
dai primi del Novecento
ed editrice di tante cartoline

ricerca di Claudio Mercatali


Nei piccoli paesi la bottega, l'Ufficio postale, il Circolo e la Chiesa erano dei punti vitali ed è così anche oggi. Lutirano non fa eccezione e la Drogheria mescita e Tabacchi aperta più di cento anni fa al civico n°10 (ora n° 23) è attiva anche oggi. I fondatori furono i coniugi Rossi: Giuseppe era il titolare della licenza e sua moglie Giuseppina Quercioli era la proprietaria del palazzo. Lo dice lei stessa in un atto rogato da un notaio di Modigliana in cui chiarisce bene questa suddivisione. E' qui sotto.





La bottega vendeva un po' di tutto, era lo spaccio del paese e anche un punto di incontro, così come oggi. Giuseppe Rossi era anche un abile commerciante all' ingrosso, di vino, olio, liquori, legna e carbone e la previdente Giuseppina nel 1934 stipulò una assicurazione contro gli incendi, che potevano scoppiare nella bottega e rovinare anche la sua casa.




Così dal dettaglio della polizza, che è qui accanto,  apprendiamo che il signor Rossi aveva un carrettino trainato da un cavallo, per trasportare le sue merci, che forse è quello che compare parcheggiato davanti alla bottega in un bel quadro di Bianca Minucci Fabroni, pittrice marradese, e aveva anche alcuni annessi da usare come magazzini.
 
Dopo di lui la bottega passò al figlio Bruno che la gestì assieme alla moglie Annina come aveva fatto suo padre e ampliò l'offerta di prodotti tipici locali quando cominciò l'esodo dalle campagne e cominciò il flusso dei turisti domenicali e dei villeggianti. Nel 1976 la bottega fu rilevata da Marina Lamponi e da suo marito Giovanni Felice, che tuttora la gestiscono con cura e dopo quasi mezzo secolo vorrebbero venderla. L'edificio è ancora di proprietà Rossi, abitato dalla maestra Paola e dalla sua famiglia.

Ora in particolare interessa il fatto che il signor Bruno Rossi era anche un appassionato editore di cartoline di Lutirano e dintorni, che evidentemente avevano un certo successo, perché ne pubblicò diverse serie, che oggi sono interessanti documenti della evoluzione del paese. Sono queste:


La villa di Cignano alla metà dell'Ottocento era la residenza della famiglia Montaguti, proprietaria di tante terre in questa valle. 


Poi fu acquistata dalla Diocesi e divenne un seminario.


Dopo la chiusura del seminario, fino agli anni Sessanta, fu sede di ritiri spirituali per i giovani di Marradi e di Tredozio e luogo di soggiorno estivo. 


La valle Acereta, da Ponte della valle a Modigliana, per quasi venti chilometri è larga, pianeggiante e fertile.


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Questo edificio all'ingresso del paese dalla parte di Badia della valle, ora casa privata, prima era l'ambulatorio del medico condotto, prima ancora scuola elementare e nel 1920 casa antisismica (!) assegnata ai terremotati del 1919.


Il campanile è stato costruito negli anni Settanta. Prima le campane erano in una vela sul tetto.

















Negli anni Sessanta le nevicate copiose erano una costante in questa parte dell'appennino.


La villa di Ponte della valle è la prima residenza storica, delle dodici che sono nella valle Acereta compresa nel Comune di Marradi.




Acereta o Acerreta? Si trova scritto in tutti e due i modi ma il veterinario Francesco Cattani, proprietario della villa di Vossemole diceva che la dizione esatta è quella con una "t".




Il motivo della sua convinzione era che nella valle ci sono tanti aceri e pochi cerri.




... Lutirano m. 400 slm. L'ubertosa Valle Acerreta ideale soggiorno estivo ...







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giovedì 12 gennaio 2023

Gli astri dell'esagono invernale

Sei stelle famose 
nel cielo di Gennaio

resoconto di Claudio Mercatali


L'Esagono invernale è un poligono con ai vertici le stelle Sirio, Procione, Polluce, Capella, Aldebaran e Rigel, che fanno parte di altrettante costellazioni: Cane Maggiore, Cane Minore, Gemelli, Auriga, Toro, Orione.




Sirio e Procione
Sirio è la stella più brillante, vicina perché dista "solo" 8,6 anni luce ( 90.000 miliardi di Km). Secondo gli egizi in luglio la sua comparsa segnava l'inizio delle piene del Nilo, invece secondo i Romani portava l'afa e il caldo d'agosto. Da questo viene il nome di Canicola per indicare la settimana del ferragosto. Procione è uno dei vertici del Triangolo Invernale (vedi la bibliografia del blog) e dista 11,5 anni luce.

Polluce
E' una stella gigante giallo arancio distante 34 anni luce, compagna di Castore nella costellazione dei Gemelli. Polluce e Castore erano due fratelli figli di Zeus. Il primo aveva il dono dell' immortalità e quando suo fratello morì chiese al padre di rinunciare per essergli vicino agli Inferi. Però Zeus gli consentì la rinuncia solo per metà e così vissero per sempre un giorno agli Inferi e un giorno sull' Olimpo (i Greci erano specialisti in queste favole).

Capella
Dista 43 anni luce e in realtà è un sistema di quattro stelle molto vicine fra loro, che si distinguono solo con un telescopio potente.








Aldebaran

E' una stella arancione a 65 anni luce. Ha un pianeta più grande di Giove, che forse è Alderaan nella saga cinematografica Guerre Stellari, dov'è cresciuta la principessa Leila  (gli Americani sono degli specialisti in queste favole).


Rigel
E' una supergigante blu situata a circa 860 anni luce. Nella sua costellazione contende il primato di luminosità a Betelgeuse. Il nome arabo è riǧl al ǧabbār, che significa "il piede del gigante" perché si trova ai piedi della costellazione di Orione.


Per ampliare
Digita "Il triangolo invernale" sulla casella di ricerca del blog.

venerdì 6 gennaio 2023

Gli Inglesi verso Faenza nel 1944

La lenta avanzata nelle valli dell'appennino

ricerca di Claudio Mercatali



Il 24 settembre gli Indiani sikh in forza all'8a Armata e gli Inglesi della 1a Divisione di fanteria arrivarono a Palazzuolo sul Senio. Il giorno dopo liberarono Marradi. Però in tutti e due i casi l'avanzata si fermò qualche chilometro dopo i capoluoghi e il resto dei due territori comunali fu preso dopo un mese e più di feroci combattimenti.

Lo sfondamento della Linea Gotica non c'era stato e gli Alleati avanzarono verso la pianura romagnola lentamente. La resistenza dei Tedeschi fu ostinata, tenace e il Comando Alleato decise che non era il caso di forzare più di tanto per conquistare dei territori che nel giro di pochi mesi sarebbero stati presi anche per sfinimento degli avversari.  

A Marradi gli Alleati presero subito le redini dell' amministrazione, visto che i marradesi non erano al momento in grado di farlo.




La vita ricominciò ma c'era bisogno di tutto. Gli Americani furono generosi e rifornirono il paese di benzina. Il Sindaco provvisorio scrisse a Firenze per avere carbone e legna.




Il 14 novembre ci fu la prima seduta della Giunta Municipale. Non c'era nemmeno la carta per fare il verbale e venne usato un quaderno di scuola con la propaganda della Marina, come si vede qui accanto.

All'inizio del 1945 il Sindaco ricominciò a rilasciare i documenti, come questo qui accanto. Ci sono ancora i fasci del passato Regime, che il Sindaco scarabocchiò con uno svolazzo della sua firma.

Il quei mesi c'era bisogno di un lasciapassare degli Alleati per uscire dal paese.




La stampa estera seguiva con interesse le operazioni sulla Linea Gotica. Questo è un articolo del quotidiano canadese Le Devoir che descrive l'arrivo degli Alleati a Modigliana, liberata il 14 novembre.


Il periodico americano The Painesville telegraph riporta la notizia della presa di Casola Valsenio, avvenuta il 29 novembre.

La Brigata Maiella era una formazione di volontari del Molise inquadrati dagli Inglesi. Furono loro a liberare Brisighella, il 6 dicembre, scendendo dalla Strada della Carla e dal Passo della Bicocca. Qui li vediamo schierati nella piazza principale.


Brisighella era un caposaldo tedesco e fu l'ultimo paese della zona ad essere liberato, due mesi e mezzo dopo Marradi. Per avanzare di 25 km gli Alleati avevano impiegato più di 70 giorni.



Per arrivare a Faenza ci vollero ancora una decina di giorni e una dura serie di scontri a Monte Fortino e nelle ultime pendici della collina romagnola. Gli eventi sono ben descritti in questo articolo del foglio brasiliano Jornal do Brasil.


Così finalmente la liberazione della valle del Lamone e dell' appennino circostante fu compiuta. Ecco come un testimone racconta il fatto in un editoriale del settimanale Il Piccolo, ad un anno di distanza.





I duri combattimenti lungo la vallata lasciarono un segno profondo nelle persone e nelle cose.


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