Lanfranco Raparo, Marradi

Lanfranco Raparo, Marradi

giovedì 28 novembre 2019

Le cartoline dell' Edicola Tito



Tante vedute degli anni Sessanta
di Marradi e dintorni
Ricerca di Claudio Mercatali
 
 
Mario Recati (a sin.) davanti
al suo negozio a Borgo San Lorenzo

Mario Recati era il titolare dell’ Edicola Cartolibreria Tito, nel Corso che porta alla Torre dell’ Orologio di Borgo San Lorenzo. Aveva rilevato la Ditta nei primi anni Sessanta dalla famiglia di Tito Maestrini e ne aveva mantenuto il nome.

 
Era un appassionato suonatore di jazz e per quanto ci interessa ora anche un attento osservatore della realtà mugellana. Nel suo emporio si potevano trovare le belle cartoline che lui stesso aveva fatto stampare negli anni Sessanta. Nei 32 anni in cui ho lavorato al Liceo di Borgo San Lorenzo mi è capitato a volte di passare da lui a prendere il giornale, a mezza mattina, e poi dalla Pasticceria Aurelio, che allora era poco più avanti.
 
 
 

  

 
 
Sapeva stare al pubblico benissimo  e da lui non mancava quasi mai qualche garbata battuta. Queste che seguono sono le foto dei nostri posti, da Marradi a Ronta, che si riconoscono per la tipica fattura anni Sessanta e per la dicitiura  sul retro “Ed. Cartoleria Tito, Borgo San Lorenzo, Fototipia Berretta S.A. Terni”.

Il Ristoro del Ponte di Collecchio fino ai primi anni Settanta è stato un punto di ritrovo per tanti giovani marradesi.




Clicca sulle immagini
se le vuoi ingrandire










Questa bella cartolina ripara un torto: S.Adriano è la frazione meno fotografata del Comune di Marradi.








La automobili, dalla prima verso lo sfondo sono: FIAT 600, Renault Dauphine, FIAT 850, FIAT 128, FIAT 500, FIAT 1500, Alfa Romeo Giulia.
Nell'angolo a destra si intravede una Bianchi Bianchina e nell'angolo a sinistra una Ford Anglia 105.

































Sopra: Marradi visto da Casa Vigòli, secondo una classica prospettiva verso Sud ovest.
 
A sinistra: il paese visto dal Ponte di Villanceto secondo una altrettanto classica prospettiva verso nord est.


























Il ponte della ferrovia è nuovo di zecca, ricostruito in cemento armato da pochi anni (1956) al posto del bellissimo ponte in ferro precedente, minato dai Tedeschi nel 1944.










La cartolina per un errore tipografico ha la scritta "Cascata fiume Lamone" invertita con quella della veduta accanto.









Questa è una visuale di Casaglia molto nota, per il panorama ma soprattutto perché le rocce della pendice alla destra della signora che cammina sulla strada, a ben guardare, disegnano il profilo di un volto.


















L'Hotel Pensione Gran Fonte dell'Alpe era ancora aperto.











Era gestito da due sorelle con dei nomi particolari: Ada e Ede, sempre con il grembiule da cucina.














L'edificio fu costruito alla fine dell' Ottocento dalla famiglia Sicuteri, di Razzuolo. Era una genìa di allevatori di pecore e mucche, proprietaria di vasti terreni attorno alla Colla di Casaglia e fino a Prato all' Albero, dove ancora oggi ci sono la Capanna Sicuteri e la Capanna Marcone, meta di trekking.



Ecco  Madonna dei Tre Fiumi, dove finisce il tratto montano della strada e comincia la conca del Mugello.













Il lago dell'Annunziata nel 1963













Il monumento nel 1973














Biforco nel 1975














Biforco nel 1958










giovedì 21 novembre 2019

Marradi nell' Ottocento

Le prime fotografie scattate
alla fine del secolo XIX
ricerca di Claudio Mercatali
 
 
 
 
Il 7 gennaio 1838 all’ Accademia di Francia fu presentata l’invenzione di Louis Daguerre, la dagherrotipìa, un metodo di impressione delle immagini su lastre fotosensibili.
Questa è la data di nascita della fotografia, parola coniata con l’unione delle parole greche grafìa = scrittura e fotò = con la luce. Nella seconda metà dell’ Ottocento la lastra di Daguerre fu superata dalle lastre fotografiche di vetro, spalmate con una emulsione di bromuro d’argento, un sale che scurisce di più o di meno a seconda dell’intensità della luce che lo colpisce. All’inizio del Novecento il vetro fu soppiantato dalla lastra di celluloide e poi dal rullino di celluloide, che oggi non è più in commercio perché le foto sono digitali. Queste notizie non esauriscono certo la storia della fotografia, ben documentata in tanti siti Internet, ma bastano per definire l’ambito di questa ricerca. Quali sono le fotografie di Marradi scattate nell’ Ottocento? Perché furono fatte?
Intanto mettiamo da parte i dagherrotipi, perché non abbiamo nessuna immagine di Marradi scattata così. Nella prima metà dell’Ottocento la fotografia era una tecnica costosa, riservata a chi poteva permettersi una foto dei famigliari o qualche scorcio ravvicinato, ma i marradesi benestanti in quel tempo non lo fecero. In teoria ci potrebbe essere in qualche archivio fiorentino l’immagine del paese prima e durante la copertura del Rio Salto (1856) ma sarebbe un ritrovamento fortunato e casuale. 
 
LA FERROVIA FAENTINA
 Le prime fotografie dei paesi risalgono al 1880 – 1890 e riguardano soprattutto i lavori della Ferrovia Faentina. Questa qui accanto è una delle più vecchie e mostra Crespino senza la ferrovia. Dall' articolo del settimanale Il Lamone possiamo sapere che è stata scattata prima del 1888.
Risale agli stessi anni la foto della costruzione della stazione di Marradi, dove si vedono bene gli enormi sterri fatti a mano per ottenere il piano dei binari. Si vede anche la casa poderale di Marciana, che era proprio in mezzo all' impianto ferroviario e fu demolita.
La costruzione del Ponte sulla Lontria è un'altra immagine classica di fine Ottocento (1890 - 1892).
Negli stessi anni procedevano i lavori nel tratto Marradi - Crespino, che qui si vedono in fase di avanzata realizzazione alla Stazione di Fantino.
Nel 1888 giunse a Marradi da Faenza il primo treno e ci fu l'immancabile foto ricordo. Il capo stazione mostra il telegrafo a fili sul tavolino, il massimo della modernità a quell'epoca. Il signore seduto al tavolo è probabilmente il deputato fiorentino Filippo Torrigiani, intervenuto per l'occasione.

Il collaudo dei ponti in ferro veniva fatto sottoponendo la struttura al massimo carico possibile, con tre locomotive assieme come nel viadotto di Villanceto o con una sola macchina come nel piccolo ponte degli Archiroli. 

  

LE DEMOLIZIONI IN VIA TALENTI

Nel 1889 il Comune acquistò la casa della famiglia Bombardini per demolirla e allargare la via. L'intervento cambiò la fisionomia del centro storico del paese e venne fotografato prima, durante e dopo i lavori.



 Datare queste fotografie è relativamente semplice, perché da tanti documenti dell' Archivio storico si possono sapere gli anni in cui furono attivi i cantieri.


Vincenzo Talenti era un padre scolopio marradese che nel Settecento scrisse una biografia di san Giuseppe Calasanzio, fondatore del suo Ordine.
A fine Ottocento via Talenti arrivava fino al ponte di Villanceto. Era l'accesso più elegante al paese, fotografato più volte. Questo è l'aspetto in quegli anni e nei successivi, quando fu demolita la curiosa dependance del "villino Mercatali".
 
 
IL CENTRO DEL PAESE
Altre fotografie mostrano il centro del paese e si possono datare con precisione tenendo conto che nelle più vecchie non ci sono i fili e gli attacchi dell' illuminazione pubblica, inaugurata nel 1889.
Questa è l'immagine di Piazza Scalelle nei giorni dei preparativi per la cerimonia di inaugurazione. Al centro della fotografia si vede uno dei pochissimi lampioni Crompton, che allora era una vera sciccheria.



Questa sulla sinistra è via Fabbrini alla fine dell'Ottocento, senza i fili della luce.
 
 Negli ultimi anni dell'Ottocento fu demolita una parte del Convento delle Domenicane e fu coperto con una volta il tratto del Rio Salto dalla loro chiesa allo sbocco nel Lamone, lungo quella che oggi è via Castelnaudary. Il tratto del fosso lungo via Fabroni era stato coperto nel 1856. In questa foto osservando attentamente si vede l'originaria struttura del convento.



Questa fotografia è analoga alla precedente ed è della stessa serie di quella accanto, che quindi mostra il ponte degli Archiroli a fine Ottocento.








Con una osservazione simile si può datare la foto del ponte di Biforco tenendo conto che la chiesa di Cardeto non ha ancora il campanile (costruito dal parroco don Luigi Montuschi nel 1904).



 

La datazione della ben nota foto del mercato in piazza Scalelle è più complicata e si ottiene dall'anno di chiusura (1898) e trasferimento di una rivendita di tabacchi.






Un' altra vista della piazza è in falsi colori, così come quella del Ponte di Villanceto.







LE FOTO DEL CIRCONDARIO

L'avvocato Onganìa era un appassionato fotografo che a fine Ottocento prese la residenza a Borgo San Lorenzo ...




Le ultime foto del secolo furono probabilmente scattate nella primavera del 1899, almeno a giudicare dall'abbigliamento delle signore qui sotto, in posa sullo sfondo di Gamberara sommersa. 
Il disastro di Gamberara, a metà strada fra Biforco e Campigno, avvenne il 15 aprile 1899 quando una enorme frana di blocchi d'arenaria e terra si staccò dalla pendice destra della valle.
Il corso del torrente fu sbarrato e il crescere del livello dell'acqua sommerse per sempre le case di questa piccola frazione. 

giovedì 14 novembre 2019

1860 Comincia l'attività dell'Ente Provincia di Firenze

Le prime delibere
dopo l’Unità d’Italia
Ricerca di Claudio Mercatali

  

L’11 e 12 marzo 1860 gli elettori delle province toscane votarono l’annessione al nuovo Regno d’Italia con una percentuale del 96% Quel giorno finì ufficialmente il Granducato di Toscana, dopo 450 anni di storia. La Provincia di Firenze, o per meglio dire il Consiglio Compartimentale cominciò subito a funzionare, anche se i suoi membri non erano eletti ma semplicemente nominati in via provvisoria dai vari Municipi. Nei primi tempi, con mirabile senso della democrazia, i verbali delle riunioni furono pubblicati e così oggi senza tante ricerche possiamo sapere che cosa dissero e decisero i Padri Coscritti di allora nelle prime riunioni.

Questi che seguono sono i verbali delle adunanze del 1860 e 1861 per quanto riguarda il comune di Marradi e in generale la Romagna Toscana. I temi trattati erano importanti:

1)    Il 17 settembre 1860 fu presentato il Progetto Lapini, che prevedeva un riordino di tutto il territorio sul versante adriatico in vista di un passaggio all’Emilia. I Comuni si espressero.
2)      L’11 settembre 1861 la Provincia concesse un finanziamento a Marradi e Palazzuolo per costruire una strada di collegamento (fino ad allora c’era solo una mulattiera).
3)      Il 19 novembre 1861 il Consiglio fece propria la richiesta dell’Ospedale di Marradi di avere un finanziamento stabile per poter ricoverare anche i malati di Palazzuolo.
4)      Il 23 novembre 1861 Il finanziamento concesso per la strada di Palazzuolo non bastò e la Provincia si fece carico dell’intero importo e passò Provinciale la nuova via.
5)      L'1 dicembre 1861 un gruppo di cittadini di Palazzuolo protestò perché avrebbe preferito che i soldi fossero spesi per la strada Palazzuolo – Casola.



Ecco l’estratto dei verbali:

Clicca sulle immagini
se le vuoi
ingrandire
Quadro sinottico dei pareri espressi
dai Comuni della Romagna Toscana in merito al passaggio all'Emilia (in conseguenza del Progetto Lapini)


La Provincia delibera un contributo di 100.000 lire (era molto) per Marradi e Palazzuolo, affinché i due Comuni possano costruire una strada moderna di collegamento fra di loro.


L'Ospedale San Francesco di Marradi ottiene un finanziamento per ricoverare anche i malati di Palazzuolo.


La strada Marradi - Palazzuolo era troppo costosa, i due Comuni non riuscirono a provvedere in proprio.
La Provincia allora intervenne direttamente.







L'importo necessario ai lavori era impegnativo anche per la Provincia e ci furono non poche discussioni.