Una notte guardando il cielo
di Claudio Mercatali
L'Osservatorio di Monte Romano
Da Marradi e dai monti vicini le
stelle si vedono bene. L'aria tersa per la poca umidità e il basso contenuto di
polveri e fumi favoriscono l'osservazione del cielo notturno. La distanza dalle
fonti luminose della Romagna e della Toscana limita il cosiddetto inquinamento
luminoso, dovuto alla diffusione delle luci dei lampioni nella volta celeste.
Per questo il Gruppo Astrofili
Antares di Romagna, nel 1994, scelse Monte Romano per costruire un osservatorio.
Siamo a circa 800m di quota, a circa 1km da Croce Daniele in un punto molto
panoramico dal quale si vede mezza Romagna e, all'alba, specialmente in
inverno, si possono scorgere l'Istria, i Colli Euganei (Veneto) e le Alpi al
confine svizzero.
La Romagna vista da Monte Romano
Le condizioni di seeing, cioè di
disturbo luminoso sono discrete, e tenuto conto che un osservatorio aperto al
pubblico deve essere anche raggiungibile facilmente in auto, con spazi di
parcheggio ampi, qui da noi è difficile trovare un posto meglio di questo.
L'osservatorio è sorto in cinque
anni, con tanto volontariato, ed è stato inaugurato nel 1999. Da allora, in
ogni stagione, apre al pubblico e ai gruppi che lo richiedono secondo un
calendario di visita che c'è anche alla Biblioteca di Marradi. Una decina di
serate sono gratuite, in base a una convenzione con il Comune di Brisighella, però
è gradita un'offerta libera per le spese vive.
La saletta delle riunioni nell'Osservatorio
durante la lezione sui pianeti
Clicca sulle immagini per ingrandirle
Oggi 14 luglio è una di queste
sere e, sotto la guida degli astrofili Antares si osserva il cielo estivo. Che
cosa c'è da vedere? La guida ci fa accommodare nella saletta e ci spiega che
questa notte potremo vedere il pianeta Saturno e le costellazioni dell'Orsa
Maggiore, della Lira, del Cigno, dell' Aquila e a mezzanotte le zodiacali dello
Scorpione, della Bilancia e del Sagittario, quando saranno sorte e alte nel
cielo. Questo perché le stelle sorgono a est e poi tramontano, dopo qualche
ora.
Mentre aspettiamo che il cielo
diventi scuro quanto basta assistiamo a una bella lezione in video sui pianeti
e le loro caratteristiche e, a gruppi ristretti, saliamo al piano superiore
dove c'è il telescopio principale puntato verso Saturno
Il telescopio
Gli esperti spiegano che per
vedere bene al buio bisogna che la pupilla si dilati al massimo, in modo da
raccogliere il più possibile la luce che viene dai corpi celesti. Una lampadina
o peggio ancora un neon, farebbero restringere la pupilla e ci renderebbero
astronomicamente ciechi per qualche minuto anche se venissero spenti. Perciò
nella cupola c'è una surreale luce rossa, che non dà questo effetto sui nostri
occhi.
Sotto: Saturno
Saturno appare al telescopio come
una pallina bianca, con una fascia di anelli dello stesso colore. Fino ai primi
anni Ottanta non si riusciva a vederlo molto meglio di così nemmeno con dei
telescopi più potenti, poi la sonda americana Voyager lo raggiunse e lo fotografò
da vicino mandando le immagini a colori che ora sono in tutti i libri di
astronomia.
La guida scherza e ci dice che
dista da noi 1,5 miliardi di chilometri, cioè viaggiando a 130 km/h
impiegheremmo quasi 1300 anni per raggiungerlo.
Ascoltando e guardando il tempo è
volato e si è fatto buio. Usciamo a vedere il cielo. Un vento teso ci fa il
favore di sgomberare il cielo dalle nubi e ci costringere a mettere i Kway.
La prima costellazione da cercare
è il Grande Carro, che appunto ha la forma di un barroccio o di un cucchiaio,
come dicono gli inglesi. E' formata da sette stelle e siccome i buoi presso i
Romani erano i triones, è la
costellazione dei Septem Triones, parola da cui deriva
"settentrione".
Insomma stiamo guardando a nord,
come si vede anche da questa fotografia. Dal Grande Carro si trova il Piccolo
Carro, dove c'è la stella Polare.
Visuale nord da Monte Romano: Ravenna e in
alto il Grande Carro (Orsa Maggiore).
E' ormai mezzanotte e a est, dai
monti sopra Tredozio, è sorto lo Scorpione, che è una delle costellazioni più
belle. E' inconfondibile e assomiglia proprio all'animale dal quale prende il
nome. La stella principale è Antares una "gigante rossa" molto
luminosa.
Lo Scorpione (l'immagine è ritoccata
per
evidenziare quello che interessa).
Sotto: La Costellazione del Sagittario
(foto
modificata per mostrare gli allineamenti)
Vicino allo Scorpione c'è anche
la costellazione del Sagittario, più debole. Gli antichi qui vedevano la figura
del mitologico animale, mezzo uomo e mezzo cavallo, che scaglia la sagitta, la
freccia, ma ci vuole una bella fantasia. Forse hanno ragione gli inglesi quando
dicono che questa costellazione ha la forma di una teiera, con il manico a
sinistra e il beccuccio a destra. L'ombra più chiara, nella foto qui sopra, sarebbe dunque il vapore del the caldo, ma in
realtà è la Via Lattea.
La guida ha detto molto altro, ma
qui non si può riassumere. Queste cose sono da vedere più che da descrivere.
La sera del 28 luglio si guarderà la Luna.