Da una stazione ferroviaria
all'altra
resoconto di Claudio Mercatali
Di solito i trekking in montagna
si fanno percorrendo un anello, ma questa volta non è così. O per meglio dire
qui l'anello c'è, ma si completa in ferrovia.
Si parte in treno dalla stazione
di Biforco, si scende a Crespino e si sale verso il podere di Pigàra. Il
versante è un pascolo con poca macchia e quindi la visuale è ampia fin
dall' inizio. La stazione di Crespino, vista dalla strada per Pigàra fa un
bell'effetto, come del resto Crespino, che si vede laggiù in basso.
Pigàra è un podere antico, molto noto per il suo castagneto secolare, che ha tante piante monumentali. Il luogo è particolare e meta di visite e campeggi, perché questo castagneto, a differenza di molti altri, ha una morfologia dolce e si gira volentieri.
clicca sulle immagini
se le vuoi ingrandire
Da documenti antichi si sa che il
primo impianto risale al Seicento e venne fatto in modo razionale, con gli
alberi disposte in file. Ne abbiamo già parlato su questo
blog il 29 ottobre 2011 e l'articolo è nell' archivio tematico alla voce Comunità di Crespino.
Subito dopo il castagneto
comincia il Galestro di Garminana, una lunga pendice di pietra lungo la quale
la strada sale diritta, senza pietà. Il versante è monoclino, con gli strati di
roccia inclinati di 30°, come tutte le montagne qui attorno. Questo significa
che la pendenza è del 58% (la strada della Colla di Casaglia tocca il massimo
qua sotto, al Molino di Valbura, con il 10%). Lo sanno bene gli appassionati di
muntain bike e infatti questo è uno dei loro percorsi preferiti.
Dopo un certo numero di stenti si
arriva al crinale e ci fa ancora compagnia la vista di Crespino. Per capire
quanto siamo saliti basta un confronto fra le foto qui accanto.
La casa poderale di Garminana
ormai è un mucchio di sassi e si vede male. Conviene prendere a riferimento
l'antenna dei telefonini Omnitel e fermarsi proprio lì, perché c'è un bivio da
imboccare.
Il punto giusto è un bel sito
panoramico in cui si vedono i due versanti, quello di
Crespino e quello della valle di Campigno, che è questo qui accanto.
Per Biforco si prende a sinistra,
abbandonando la strada fatta finora, che prosegue fino alla bocchetta di Val di
Rovino e oltre, verso siti campaniani che saranno oggetto di un prossimo
trekking, quando gli alberi avranno perso la foglia. Per arrivare fin qui si impiega
un po' più di un'ora e la fatica si fa sentire. Una sosta si impone, per bere e
mangiare qualcosa, invogliati anche dal panorama notevole. Ora comincia la discesa, lungo un
sentiero di crinale che gira e rigira percorrendo sempre dei siti panoramici. Il
motivo per cui vale la pena di venire qui, per un marradese, è questo panorama
insolito del paese.
Marradi visto dal crinale
sopra a Garminana
Muschieta è un poderetto in rovina in cima al monte di Poggiol di Termini. Lì vicino Marradi si vede per intero.
Dopo un'ora e venti di discesa si
vede Ponte di Camurano, nel fondovalle. Da qui si capisce anche perché questo
gruppo di case si chiama così. Ci sono due ponti, uno lungo la odierna strada maestra
per Borgo S.Lorenzo e uno più piccolo e interno, che è quello da cui passava la
strada prima che il granduca Leopoldo II facesse la attuale, nei primi decenni dell' Ottocento.
Nell' ultimo chilometro ci sono tanti punti da cui si vede Marradi e alla fine si arriva alla stazione ....
In sintesi tutta la camminata è
durata tre ore: un'ora per salire e due per scendere lungo il crinale. La
maggior parte della fatica evidentemente è nel primo tratto, ma non facciamoci
troppe illusioni, perché i crinali hanno sempre un andamento vario e anche se
sono in discesa non è detto che siano tutte rose e fiori. Il trekking è lungo
circa 10km.
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