Tanti
modi
La Chiesa di San Martino
La Badia di Campora
di modificare una chiesa
Ricerca
di Claudio Mercatali
Ognuno
di noi sa che gli edifici possono cambiare aspetto e destinazione in una
infinità di modi, per le mutate esigenze dei frequentatori.
Anche le chiese, specialmente le più antiche, sono state spesso adattate alle
necessità del culto nel corso dei secoli.
I
due casi limite forse sono questi: la moschea di Cordoba, in Spagna, una delle
maggiori nel mondo islamico con le sue centinaia di colonne, fu trasformata in
chiesa cattolica dopo la Reconquista del 1236 e chi la visita si confonde un
po’. Al contrario a Instanbul nel 1453 dopo la conquista dei Turchi la
cattedrale di Santa Sofia, una delle maggiori della cristianità, fu trasformata
in moschea e ancora oggi è circondata da minareti. Ci sarebbero molti altri esempi
ma adesso la ricerca riguarda dei casi meno estremi e cioè le modifiche edilizie
fatte nei secoli alle chiese del nostro territorio che sono sempre state di
culto cristiano.
Madonna
dei Tre fiumi
Questa
chiesetta è gemella della chiesa di Quadalto. I due edifici nacquero dallo
stesso progetto, solo che la chiesa di Madonna dei Tre fiumi ingombrava il
passo lungo la nuova Faentina granducale e alla fine del Settecento venne
mozzato l’arco che dà sulla strada, fino a fargli assumere un aspetto vagamente
orientale. Il fatto è ricordato in un pannello all’interno.
Il
Monastero di Razzuolo
Le
cronache dicono che nel decennio 1035 – 1045 san Giovanni Gualberto edificò il
Monastero di San Paolo in Razzuolo, vicino a Ronta, chiuso circa nel 1782. La
chiesa era rivolta dalla parte opposta rispetto alla odierna, cioè verso la
vecchia Faentina, che passava dietro alle case, come si può vedere se si va a
curiosare. Venne voltata com’è oggi alla fine del Settecento quando fu
costruita Faentina, in modo che avesse la facciata verso la nuova via del
Granduca. Si capisce perché sul retro c’è la traccia della porta antica,
murata. E’ l’unica nella nostra zona che non ha le finestre laterali per
smaltire il fumo delle candele. Un minimo di aerazione si otteneva con
l’altezza notevole del soffitto e forse questo per i frati penitenti era
sufficiente.
La
Chiesa di Casaglia
La
chiesa attuale fu costruita nei primi anni del Novecento dal parroco don Enrico
Braschi, partendo dal suolo. La chiesa vecchia era la prima casa del paese
dalla parte di Marradi, si vede bene nel Catasto Leopoldino. Fu dismessa,
venduta, però c’è ancora traccia della porta con la data impressa. Oggi è una
casa di villeggiatura ben tenuta e con la piscina.
La
chiesa di San Bartolomeo a Lozzole fu costruita nel Settecento con le pietre di un castellare degli
Ubaldini, demolito dai Fiorentini alla fine del Trecento, quando finalmente
riuscirono ad avere ragione di questa tenace famiglia di feudatari. La
guerriglia a Lozzole fu lunga, ben descritta dallo storico del Trecento Matteo
Villani.
La
Baiocca
Santa
Maria delle nevi, la chiesetta di Albero, venne edificata ex
novo nel Cinquecento “… per il comodo degli abitanti …”. Ce lo dice don
Ascanio Marchesini nel suo resoconto scritto nel 1573 su incarico del vescovo
di Faenza, che lo aveva inviato in giro nella diocesi a preparare la visita
pastorale. Era alla Baiocca, ossia al podere di
Albero di Sotto, con tanto di cimitero. Nella seconda metà del '700 fu edificata la chiesa attuale, per iniziativa dell’abate di
Santa Reparata al Salto, Giuseppe Maria del Braccio. L’edificio della Baiocca fu
venduto ai fratelli Mercatali del Borgo, ristrutturato come casa poderale,
passato di proprietà tante volte e oggi è una elegante abitazione privata.
La Chiesa di San Martino
in Collina
Il beato Giovanni da Vespignano fu un ammirevole religioso del Duecento, nato nella parrocchia di Cesata secondo Romualdo Maria Magnani, storico faentino del Settecento, oppure originario del Mugello, secondo don Giuseppe Maria Brocchi, che lo cita come nativo di Vespignano, località fra Vicchio e Borgo San Lorenzo. Sia come sia oggi nel crinale fra Marradi e Tredozio, ci sono i resti della chiesina che fu una sua celletta, poi divenne oratorio, poi dipendenza della chiesa di Cesata, poi casa poderale, poi ristrutturata come seconda casa, poi crollata per la cattiva esecuzione dei lavori e oggi tristemente in abbandono sepolta nei rovi.
La Chiesa arcipretale
del capoluogo
La antica chiesa arcipretale di San Lorenzo in Marradi fu costruita in un secolo che non si sa con struttura romanica. Il terremoto del 1661 la sfiancò e venne tenuta in piedi con un terrapieno accumulato lungo il muro maestro che dà sulla strada. Nel 1782 fu demolita del tutto e sostituita con quella odierna.
La
Priorìa di Popolano
Santa
Maria in Popolano è una chiesa Priόra costruita in parte sopra o vicino ai resti di un castellare
medioevale, dal quale fu ricavato anche il campanile. Ce lo dice Emanuele
Repetti, uno storico del primo Ottocento, e anche la scheda di censimento CEI delle chiese. Dentro ci sono ancora due finestre antiche murate, che non si
spiegano con la struttura attuale. Si capisce anche salendo nel
campanile con una scaletta pericolosa, fatta per le necessità della difesa più
che per il comodo del sagrestano.
La Cappellina della Dogana
Questa chiesina è una dipendenza della chiesa di Popolano. Al suo interno il grande crocifisso dietro all' altare è sovrastato da un arco con due angioletti che si sbaciucchiano e quindi è evidente che qualcosa non va ...
La Cappellina della Dogana
Questa chiesina è una dipendenza della chiesa di Popolano. Al suo interno il grande crocifisso dietro all' altare è sovrastato da un arco con due angioletti che si sbaciucchiano e quindi è evidente che qualcosa non va ...
La Badia di Campora
Di
questo sito è rimasto solo il nome, senza alcuna traccia evidente. Però la
chiesa è descritta nel resoconto di don Ascanio Marchesini e compare come
semplice edificio poderale in una carta topografica del 1597. Oggi è un rudere,
proprio sulla strada che porta a San Martino e non ha nessuna caratteristica
che ricordi una chiesa.
La
Parrocchiale di Galliana
San
Rufillo in Galliana è una chiesetta sconsacrata, venduta ai proprietari della
fattoria vicina molti anni fa. Compare nel Catasto Leopoldino del 1822 nella
posizione di oggi ma forse fu costruita in un tempo che non si conosce al posto di una più vecchia, che dovrebbe essere in un poggio di fronte, in
un boschetto indicato qui accanto.
La
Plebana di Grisigliano
La
chiesa di San Michele in Grisigliano era un piccolo edificio antico, con un
buon orientamento Est – Ovest, indizio di una sua origine medioevale. Compare in
una carta topografica del 1594 con il campanile a vela, proprio quello di oggi.
Solo che l’edificio era angusto e nel 1712 come scritto sopra alla porta, venne
allungato parecchio e la vecchia chiesa in parte fu trasformata in canonica o
in abitazione. L’interno ha tante tracce di questo, nessuna definitiva, ma di
certo questo edificio non era una casa poderale. Oggi l’edificio è un rifugio scout, che
ospita tante comitive di giovani ma la porta della chiesa minaccia il crollo.
La
chiesa di Sant’Adriano
Questa
chiesina alla metà del Settecento venne sopraelevata parecchio e
affiancata da una casa colonica nel retro. Nel primo Novecento fu allungata di
dieci- quindici metri.
Dunque
in totale qui da noi per le necessità del culto o altro una chiesa può essere
stata: tagliata per far posto a una strada, voltata di 180 gradi, sostituita da una nuova e venduta come
casa privata, ricavata dalle rovine di un castellare,
costruita sfruttando un fortilizio, dismessa del tutto fino a perdere ogni
traccia (Badia di Campora), demolita e riedificata un km oltre (San Rufillo), trasformata
in canonica dopo averne costruito un’altra lì accanto, demolita perché
sfiancata dal terremoto e riedificata ex novo, oppure sopraelevata, allungata e
affiancata da una casa colonica ... Sic tempus transit (così passa il
tempo).
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