Una sera guardando il cielo
sopra Marradi
di Claudio Mercatali
,
Callisto al bagno
Palazzo Pitti, Firenze
Il mito dice che Giove si
innamorò della ninfa Callisto dopo averla vista nuda mentre faceva il bagno. Giunone
di solito si disinteressava degli amorazzi di suo marito ma questa volta si
ingelosì e cercò di ucciderla. Per difendere Callisto, Giove la trasformò in
un'orsa, in modo da confonderla fra gli animali della selva delle ninfe, ma
Giunone si rivolse a Diana, la dea della caccia, che trovò Callisto e la
uccise.
Giove, per ricordarsela sempre,
la proiettò in cielo in mezzo ad un gruppo di stelle che non tramontano mai.
Queste, secondo i Greci, sono le stelle dell'Orsa Maggiore. Gli antichi Romani
erano meno fantasiosi dei Greci e vedevano in queste stelle la figura di un barroccio,
da cui il nome di Grande Carro. Noi siamo ancora meno fantasiosi e diciamo che
questa costellazione ha la forma di un mestolo o di un carrello del
supermercato.
Siccome nell'antica Roma i bovi
da traino si chiamavano triones e le stelle più visibili sono sette, queste
erano le stelle dei Septem Triones, da cui la parola "settentrione".
L'importanza dell'Orsa Maggiore,
o del Gran Carro, o dei Septem Triones è appunto questa: queste stelle indicano
il nord, che ora dobbiamo trovare per orientarci nel cielo.
Come si fa a trovare la Stella Polare?
Come si fa a trovare la Stella Polare?
Bisogna congiungere le due stelle
Merak e Dubhé e immaginare di prolungare il segmento cinque volte. Si
attraverserà una porzione di cielo dove non ci sono stelle visibili
chiaramente. La prima che si incontra è Alfa dell'Orsa Minore, cioè la Stella
Polare. La figura qui accanto spiega meglio delle parole.
Ora che abbiamo un riferimento
certo tutto diventa più facile e tracciando gli opportuni allineamenti possiamo
trovare Arturo di Boote, Spica della Vergine, Castore e Polluce dei Gemelli, Regolo
del Leone, e Capèlla dell'Auriga.
Arturo di Boote si trova prolungando il timone del Carro e
mantenendone la curvatura, come mostrato qui accanto. Proseguendo allo stesso
modo si arriva a Spica della Vergine, che è sempre molto bassa sull'orizzonte.
Di Arturo la mitologia dice che
fu il primo uomo a fabbricare il vino e lo offrì ai suoi vicini che però,
ubriachi, lo uccisero. Dal punto di vista scientifico è una stella gigante
rossa, cioè allo stadio adulto e la sua luce leggermente arancione si nota
anche a occhio nudo.
Ormai il gioco è chiaro:
prendendo a riferimento L'Orsa Maggiore e immaginando di tracciare delle vie in
cielo si trovano le altre costellazioni. La più facile da trovare è quella dei Gemelli, composta da due stelle simili,
che si chiamano Castore e Polluce, protagonisti di una mitica favola di amore
fraterno.
Polluce era un semidio, figlio di Giove e di Leda quindi immortale,
mentre Castore era suo fratellastro, figlio di Leda e del re di Sparta Tindaro
e dunque mortale. Al momento della sua morte Polluce rinunciò all'immortalità
per stare sempre con lui.
La costellazione del Leone si
trova prolungando i due lati obliqui dell'Orsa Maggiore fino alla loro
congiunzione o anche uno solo di essi, come mostrato qui sopra. La stella
principale è Regolo, un astro a luce bianco - blu che gli antichi chiamavano
Cor Leonis, perché è nel petto della figura del Leone, che è debole e
difficilmente visibile per intero nei nostri cieli soggetti a inquinamento
luminoso.
Si può arrivare alla
costellazione dell'Auriga, il cocchiere, se si unisce Fegda con Merak, le due
stelle alla base dell'Orsa, e si prosegue. L'Auriga è bassa sull'orizzonte, in
primavera, e in maggio si vede male, anche se Capella è una delle stelle più
luminose in assoluto.
Aspettando una notte serena per ritrovare le stelle mi sono goduta con vero piacere i riferimenti mitologici
RispondiEliminaGrazie Danila