Dalla Topaia
a Casetta di Tiara
ricerca di Claudio
Mercatali
La campestre per S.Giovanni
La Topaia è una casa di campagna
vicino a Panicaglia. Si arriva lì prendendo la campestre verso la chiesa di
S.Giovanni Maggiore per poi scendere in una valletta. Ora è un agriturismo ben
condotto, ma nel primo Novecento era una delle tante case di campagna del
Mugello.
Nel luglio 1916 la casa era in
affitto a Julien Luchaire, dell' Istituto Francese di Firenze, che l'aveva data
a Sibilla Aleramo per un soggiorno. Qui la poetessa lesse i Canti Orfici e scrisse
al poeta chiedendo di incontrarlo. Dino gli rispose con una cartolina postale
in francese:
Rifredo (Firenzuola) 30 luglio
1916
Jeudis matin je serais a Borgo S.Lorenzo au train des 8,55. Vous me
verrez a la fenêtre du vagon, venant de S.Piero a Sieve, e vous me reconnnetrez
a ma tête rousse et à une lettre a la main que j'aurai. Nous irons a Marradi, alors? Comme vous
voyez, je dois prendre l'automobile d'ici jusqu'à S.Piero et ensuite le train
de Marradi. Ma bonne Sibille, je ne saurais jamais, vous être agréable a
Marradi. C'est un pays où j'ai trop souffert et quelque peu de mon sang est
resté collé aux roches de là haut. Mais ça ne se vois péut être pas que par
moi et vous pouvez voir ça mieux dans les couchants étranges des mes poesies. -
... Mia buona Sibilla, io non so proprio se vi
troverete bene a Marradi. E' un paese dove ho troppo sofferto e un po' del mio
sangue e rimasto attaccato alle rocce di lassù ...
Alors donc je pense que je m'arreterais à la gare de
Borgo si je vous verrai - Ecrivez-moi quelque chose. J'habite ici dans une
trattoria quelconque, a Barco. Je ne suis pas trop sauvage et l'on me connait
même pur un gentil garçon, jusq'au present. Vous pourriez trouver ici le
silence, l'espace, et des pensions convennabbles. C'est année il n'y a
personne. Je compte que si vous aurez besoigne encore de la campagne vous
viendrez voir ici. La tente c'était pas serieux, mais quelque chose l'on fera
si vous voudrez, quelque programma si vous l'aimez. Si vous venez ici je n'oublierais pas, jamais, votre
grace. Vous trouverez tout prêt. L'auto part
de S.Piero au matin en vers 7h. et au jour vers 8h. J'attends
quelque mots de vous.
Votre Cloche
Cloche è il nome francese
di un particolare cappello da donna
a forma di campana.
Sibilla gli rispose e accettò di
andare a Barco, sul Passo del Giogo, così come gli aveva chiesto Dino Campana:
Mio caro Cloche
incomincio a farmi un'idea dei nostri rispettivi eremi. Dal canto
vostro avete da sapere che io mi trovo più vicino a Panicaglia che a Borgo.
Alla stazione di Panicaglia si va in 15 minuti attraverso i campi, mentre a
quella di Borgo ci vuole un'ora buona.
Vi direi di venire voi senz'altro, ma vedo che preferite che venga io
costà, e va bene, poiché sperate che il posto mi invogli a tornare.
La stazione
di S.Piero a Sieve
Prenderò dunque l'automobile a S.Piero giovedì mattina alle sette e
scenderò a Rifredo a meno che il conduttore non mi dica che Barco vien prima,
nel qual caso voi mi aspetterete a Barco, sta bene? Non occorre rispondiate, se
va bene. E io spero che nulla mi impedisca di venire. Forse resterò anche la
sera - siamo poeti notturni, le stelle ci propizieranno l'avvenire - Se foste
venuto qui, la prima impressione che vi avrei fatta sarebbe stata forse
migliore, senza cappello e tutti gli altri imbarazzi del viaggio ...
... Prenderò dunque l'automobile
(= la corriera) a S.Piero giovedì ...
Ridete? Ma voi mi prospettate la vostra testa rossa e la vostra aria da
gentil garçon! ...
Mio caro Campana. Ho un tono scherzoso ma voi sentite quanto in realtà
sia profonda la mia tenerezza. Vi ringrazio di avermi scritto quelle parole sul
dolore patito a Marradi. Vi saprò dir poco, a voce, sono una silenziosa, ma
vedrete che il travagliato nodo della mia anima lascia tuttavia al mio volto e
al mio silenzio un poco di chiarità.
La stazione di Panicaglia
Sibilla, secondo gli accordi si
avviò a piedi alla stazione di Panicaglia e aspettò il treno che scendeva da
Marradi. Così cominciò la storia, prima al Barco per qualche giorno e poi a
Casetta di Tiara, un paesino sperso fra i monti.
FAUNO
Lontane dal mondo,
quercie,rade nel sole d'agosto,
acque fra i sassi,
lontane dal tempo,
e tu
dorato ridi,
tu alla bianca mia spalla
tu alla verginea sua musica
gioia dagli occhi ridi.
Il fauno era una divinità dei boschi
.............................................
La pensione Il Bagnolo, a Barco,
dove Dino Campana soggiornava.
(foto di Ivo Morini).
(foto di Ivo Morini).
E dunque ora non rimane che
andare a Barco e fare a piedi il sentiero che forse i due percorsero ai primi
d'agosto del 1916 per andare a Casetta di Tiara, che è abbastanza distante da
qui.
Si tratta di scendere da Rifredo a Badia Moscheta, che oggi è un attrezzato agriturismo, e poi imboccare il sentiero lungo la Valle dell' Inferno, che finisce sotto Casetta di Tiara.
Non è provato che Dino e Sibilla siano passati proprio di qui, però per questa via campestre si arriva a Casetta dopo circa otto chilometri, invece prendendo la strada per Firenzuola e la valle del Santerno se ne devono percorrere diciannove.
Clicca sulle immagini
se le vuoi ingrandire
Il percorso comincia dal Ponte di Moscheta, che si vede qui sopra.
Si imbocca il sentiero di ingresso nella valle passando dietro il Molino del Veccione
Nel primo chilometro il percorso
è agevole e ben attrezzato.
Poi diventa più aspro, perché la valle dell'Inferno è stretta e la pendice è solcata da fossi che ora sono secchi ma d'autunno hanno un regime rovinoso.
Il bosco è fitto e lo sguardo può
spaziare verso l'esterno solo
in alcuni punti.
Al centro della valle l'ambiente è suggestivo e selvaggio. Il ghiaccio stacca continuamente i blocchi d'arenaria e la pendice ha un aspetto sconquassato, come se un diavolo l'avesse messa sottosopra.
Dopo circa due chilometri si arriva a Val dell'Inferno, il rudere di una casa poderale dove la vita doveva essere veramente dura.
Nel sentiero ogni tanto si incontra il cartello giallo con il numero di telefono per un eventuale soccorso.
Dopo un'ora si arriva alla fine della valle. Sotto il ponte che si vede qui accanto il torrente Veccione sbocca nel Rovigo.
Ormai siamo vicino alla strada asfaltata che porta a Casetta di Tiara.
Questa casa è la prima del comune di Palazzuolo sul Senio. Infatti Casetta è una frazione di questo comune anche se siamo nella valle del Santerno.
Questa casa è la prima del comune di Palazzuolo sul Senio. Infatti Casetta è una frazione di questo comune anche se siamo nella valle del Santerno.
Il paesino dista ancora un chilometro o due. Bisogna salire lungo gli strettissimi tornanti di una stradina sgangherata che finisce nella piazzetta vicino alla chiesa.
E' festa a Casetta in questi giorni.
D'inverno il paese conta una decina di residenti ma d'estate si rianima.
D'inverno il paese conta una decina di residenti ma d'estate si rianima.
Dove alloggiarono Dino e Sibilla?
L'unica casa che nel 1916 poteva ospitare dei forestieri in modo decente è questa,
vicino al campanile.
C'è anche un buon indizio in una lettera di Dino Campana, dove descrive il laghetto del Molino della Lastra, che è sul Rovigo, giù in basso da dove siamo saliti e che si vede dal terrazzino.
Ci sono tante foto di Sibilla Aleramo, da giovane e da vecchia. Però quale era il suo aspetto quando Dino Campana si innamorò di lei? Questa foto è del 1917 un anno dopo i fatti raccontati ora.
Fonte dei documenti: Campana -
Aleramo, Lettere.
Ed. Vallecchi 1958, a cura di
Niccolò Gallo
Per approfondire, nel tematico del blog ci sono altri articoli:
03/08/2013 Sui passi di Dino.
07/08/2013 Dino Campana legge Omar Kaimar.
19/09/2013 Il ritorno da Casetta di Tiara
22/09/2013 Dino a Casetta di Tiara, il paese del grande amore.
FINO AL 25 AGOSTO PRESSO IL CENTRO STUDI CAMPANIANO E' APERTA LA MOSTRA ICONOGRAFICA IN OCCASIONE DEL CENTENARIO DELL'INCONTRO FRA
DINO CAMPANA E SIBILLA ALERAMO
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