ricerca di Claudio Mercatali
Nell'Ottocento la malaria e le febbri batteriche note come terzane e quartane erano un problema. Gli antibiotici non c'erano e quindi non c'era rimedio. Alla fine del secolo si scoprì che una essenza ricavata dall' albero di china, detta chinina, aveva degli effetti curativi e allora nel 1895 il ministro Paolo Boselli mise in atto il progetto di distribuirla tramite i Monopoli di Stato, cioè per mezzo delle tabaccherie. Era in vendita anche a Marradi, come mostra l'insegna di una tabaccheria del paese che si vede qui sotto.
La chinina assunta per clistere o per bocca, si elimina con l'urina e in piccole quantità con le feci. Per dosi oltre il grammo la pressione arteriosa si abbassa e il cuore rallenta, però ha effetto sul plasmodio della malaria.
Al microscopio si vede che già in una soluzione 1 a 1000 il plasmodio rallenta il movimento, ma anche a dosi più piccole (1 a 10.000) si altera. Dopo circa tre ore dalla somministrazione della chinina per bocca i plasmodi della febbre terzana e quartana sono immobili e si modificano. Le febbri terzane e quartane si chiamano così perché compaiono ogni tre o quattro giorni, provocate da ceppi batterici resistenti presenti nel sangue e difficili da eliminare.
L'ingresso della tabaccheria
n°4 di Marradi nel 1933 e oggi
La cura aveva dei gravi effetti collaterali, perché il chinino è tossico e produce la sindrome del cinchonismo, con vomito, diarrea e disturbi visivi ed auditivi che rimangono a lungo, però non c'era di meglio.
I tabaccai vendevano il chinino in tubetti e in tavolette zuccherate, per rendere più accettabile il suo sapore amarissimo. Oggi il chinino non si commercia più, ma chi vuole sentire il suo sapore può bere una Schweppes Tonica. Infatti questa bibita, nata ai primi del Novecento come prodotto antimalarico, ha ancora oggi la formula antica e contiene un po' di chinino.
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