Lanfranco Raparo, Marradi

Lanfranco Raparo, Marradi

martedì 22 marzo 2022

Le case a torre di Marradi

Ventuno dimore particolari
ricerca di Claudio Mercatali



Nel Medioevo e anche dopo le classiche case a torre servivano per rendere più sicura la dimora. Quelle della nostra zona erano a pianta quasi quadrata, almeno su tre livelli, con scale ripide e anche a chiocciola o a pioli per salire al piano di sopra. Una soluzione scomoda, però un malandrino era indifeso mentre saliva. Spesso non c’erano porte al piano terreno, perché una porta che non c’è non si può sfondare. 

Un edificio così era ottimo per i signorotti del posto, che si dovevano difendere dai ladri, dai rivali e dai servi della gleba, che ogni tanto si ribellavano alle angherìe. A Marradi l’esempio tipico è Casa Cappello, a Sant’ Adriano, dove nel 1302 morì Maghinardo Pagani, il temibile signore delle valli del Senio e del Lamone citato da Dante nella Divina Commedia.


Qui da noi può darsi che una casa a torre sia del Quattrocento o del Cinquecento o del Seicento. Questo perché in questi secoli la valle fu percorsa da diversi eserciti: Niccolò Piccinino al servizio dei Visconti (1439),  i Veneziani (1498), le truppe del Comune di Firenze organizzate da Niccolò Machiavelli per contrastare il rientro dei Medici (1512), le truppe della Lega di Cognac contro i Lanzichenecchi (1526) e poi da gente di passaggio: commercianti di grano con i muli carichi, contrabbandieri di sale, trafficanti vari, pellegrini diretti a Roma, brava gente ma affamati, sporchi e spesso malati. Insomma c'erano molti motivi per avere una casa difendibile e di difficile accesso.

E' rimasto qualcosa? Oltre a Casa Cappello nella media valle del Lamone e del Senio gli esempi più sicuri sono la Torre di Pistrino, a Casale (Brisighella) e Visano a Palazzuolo. Prendiamo questi esempi che di certo furono un modello per le costruzioni successive e cerchiamo nel Comune di Marradi degli edifici:

1)   con fondazioni proprie, non impostate in sopra elevazione delle costruzioni accanto.
2)    a base quadra di 7- 8 metri di lato, mura spesse, alte almeno 15m e una sola stanza a piano.
3)   in bozze d’arenaria, spesso consunte alla base per l’ umidità e del salnitro se c’era una stalla.

A Marradi ci sono tanti edifici con queste caratteristiche che forse in origine furono case a torre, non tutte medioevali e più basse di quelle dette prima. Perché non all’ interno del paese? Nel centro abitato l’esigenza difensiva era soddisfatta meglio e a minor costo con due file di case ai lati di un vicolo, magari con una o due stanze per piano, così come nel vicolo Tintoria, a Casa Vigoli o a Popolano nella Faentina vecchia.
La ricerca ha dato i risultati che state per vedere. Ognuno degli edifici seguenti è nel Catasto del Granduca Leopoldo (1822) e in molti è stato individuato almeno uno dei motivi della costruzione. Questo non basta di certo per dire che in origine furono case a torre, però rende plausibile che lo fossero, magari non nel Medioevo. Vediamo:



Casa Fossino è un gruppetto di edifici proprio sotto la chiesa di Cardeto. Fino al 1859 si passava di qui per andare da Biforco alla chiesa, lungo una stradina a ridosso del Lamone. Il Fossino di Valconte (oggi della Poderina) è un piccolo corso d'acqua che scende dal Castellone e forse il Conte era qualcuno della famiglia Manfredi, signori del castello nel Trecento. L'edificio a torre è nel Catasto Leopoldino (1822) ma non si hanno notizie più antiche.

La torretta Malfanti
è vicino al ponte di Villanceto. Bella è un po' misteriosa perché non si sa perché fu costruita. E' nel Catasto Leopoldino con la casa accanto.

 


Vallérta
è un gruppo di case alla Badia del Borgo. La prima è a torre e la strada vecchia passava fra l'edificio e il monte, ripida. Di recente è stato costruito un muro a fianco per creare un po' di risedio e il rinterro ha reso l'edificio meno "turrito" di quanto non fosse prima. La strettoia fra la casa e il monte era ostica e già nel Catasto Leopoldino c'è un tracciato un po' più agevole. La strettoia forse era una difesa anche per l'importante edificio di Bassili (oggi Bacile, basiléo significa "nobile"). E' così anche sul versante opposto, alla Casetta, descritta qui di seguito. I due edifici rendevano difficile il passaggio per chi voleva rubare la legna o i marroni.

La Casetta è sulla strada per San Benedetto in Alpe. Nel Catasto Leopoldino si chiama Cicalini e la via vecchia passava dietro a casa, come a Vallérta. A pochi metri c'è Serravalle, nome che indica una strettoia. Non si poteva passare da queste due case con un mulo carico o un barroccio senza permesso.


Casa Pacini è  vicino a Popolano. Nel Catasto Leopoldino è identica a oggi e la forma delle finestre ci permette di datare le case almeno al Cinquecento. E' un complesso di pregio, che aveva qualche funzione importante, che però non conosciamo.


Loiano
è una podere con una torre tonda, oggi nel comune di Brisighella. Il nome deriva da Giano, il dio bifronte che poteva guardare di qua e di là. Infatti da casa si vede un ampio tratto della valle e questo spiega la presenza di una torre di avvistamento. L'etimologia è certa perché si ripete in tanti siti con una bella vista: Beccugiano, Grisigliano, Piangiano, Monte Gianni, Luiano ... Nell'Archivio di Stato di Firenze c'è una piantina del 1661, fatta per una rettifica del confine fra il Granducato e lo Stato Pontificio, con la cessione di Loiano a Brisighella in cambio di Marignano.



Sessana di sotto
è antica, citata in un contratto del 1291 del notaio Giovanni Manetti chiesto da don Ugolino per affittare il molino di Abeto a Peppo di Susciana (vedi in bibliografia). Dunque la fattoria c'era già a quel tempo e la sede non era nella villa attuale, che è recente. Sovrapponendo la carta attuale al Catasto Leopoldino del 1822 si vede che gli edifici non sono cambiati negli ultimi 200 anni.


Campolasso è un insieme di edifici costruiti in tempi diversi. Dalla Carta Regionale sovrapposta al Catasto leopoldino (1822) si vede che una parte è antica e a  torre. In ogni piano c'è una stanza ampia, con i solai pericolanti e non è bene entrare. All' ultimo piano si arrivava solo con una scala appoggiata al muro, così come a Barberina.

Barberina di sotto è una casa poderale di Lutirano, vicino al ponte per Tredozio. Oggi sembra un normale edificio rurale con la piccionaia al centro ma nel Catasto Leopoldino c'è solo la parte di mezzo.



Dunque le due porzioni laterali sono state aggiunte a fine '800. Come si vede nelle cartine qui sopra, l'unica strada per Tredozio passava fra la torre e il fiume, davanti alla facciata, forse per sorvegliare il ponte e riscuotere il pedaggio da chi lo percorreva.

Barberina di sopra è una bella casa a torre di Lutirano, accanto a Berberina di sotto. Si nota meno perché è capitozzata all' ultimo piano ma è pur sempre un edificio grande.



Lutirano vecchio è un complesso di edifici all'inizio della strada comunale per Badia della valle. E' difficile descriverlo senza avere un'immagine della sua architettura e quindi conviene leggere la didascalia qui accanto.


Vallamento Grande è vicino a Badia della Valle. Forse il nome è germanico - longobardo: lamm nel tedesco attuale è l'agnello e dunque Vallamento è come dire Vallagnello (che è un podere di Palazzuolo dove c'era un castellare degli Ubaldini). 


C'è anche Pizzafrù (spitze = vetta) Rè ed Corniòla (korn = grano) Rio Faggeto (il cafaggio era zona bandìta, come a Cafaggiolo, nel Mugello). La sovrapposizione con il catasto del 1822 mostra che Vallamento Grande è come allora.

La villa di Gamberaldi  
ha una torre, nella parte della famiglia Fabbroni. E' grande, ha un orologio. Forse serviva a dare prestigio alla famiglia. La villa era la residenza amata dalla pittrice Bianca Minucci Fabbroni, sepolta nel cimitero accanto alla chiesa.


Villa Bandini (ora Ceroni)
Compare in molte foto di Marradi del Novecento e ancora oggi è come allora.







Val Centinaja
Queso podere è lungo la strada per S.Benedetto, vicino alla località Trebbo. E' circondato da castagnerti vasti e l'edificio poderale ha una totte di tre o quattro piani sepolta dalla macchia e ormai in rovina. Il suo aspetto del 1988 è in un quadro di Lanfranco Raparo, che rimase colpito dalla sua imponenza.

Se consideriamo anche gli edifici con il nome "torretta" ricaviamo altre notizie, più vaghe perché il nome può riferirsi anche solo all'aspetto di una casa un po' alta.



La torretta del Poggio
è appena fuori Marradi. Fu costruita in tre volte, e la più antica, quadra, è proprio sul ciglio di balza sopra la mulattiera antica per Palazzuolo dismessa nel 1870 circa.
C'è anche la La torretta di Casa Carlonioggi è una villetta ristrutturata, ma il nucleo antico è nel Catasto del 1822. Lo stesso si può dire per La Torretta di Cignano, vicino a Lutirano. 


La torre del convento delle Domenicane è un edificio tipico di Marradi, che compare in tante cartoline e nelle stampe di Francesco Fontani. Difficile dire a che cosa servisse.

Se ci allarghiamo fino a considerare la parola "torre" riemerge il ricordo, ma solo quello, di edifici di cui non rimane nulla.

Il luogo La Torre è un cocuzzolo sopra al podere La Strada, dove passava la vecchia via Faentina. Nel Catasto del Granduca non c'è, segno che già 200 anni fa la torre non c'era più. Però il nome è in una vendita all' asta di vendita del podere La Strada (1845).


Il vicolo della Torre
, a Marradi, ha una storia simile perché il toponimo c'era già nel 1822 ma della torre non c'è traccia. Un piccolo disegno che si può vedere in una mappa del 1594 dà qualche vaga indicazione. C'è anche un'altra possibilità: la seconda dizione del cognome "Torriani" è "Della Torre" e quindi il toponimo Vicolo della Torre potrebbe significare semplicemente Vicolo dei Torriani.

In conclusione a Marradi le case a torre di due o tre piani erano una vera tipologia edilizia e non un fatto occasionale. Le famiglie che nel Medioevo effettuarono l’incastellamento erano gli Ubaldini nel Senio, e i conti Guidi nell’ Acerreta e nel Tramazzo. Marradi era sotto il controllo di questi o quelli secondo un confine variabile a seconda delle loro fortune. Cercasi uno storico di Palazzuolo e uno di Modigliana per ampliare questa indagine.


Per ampliare sul blog

1)  Apri la cartella "I Castelli della valle" nell'archivio tematico.
2)   25.06.2020 Il Codice di Lottieri della Tosa




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