Un trekking in un crinale
dal bel panorama
di Claudio Mercatali
La Badia del Borgo
Ieri e ieri l'altro è nevicato di
nuovo, in abbondanza, e oggi è spuntato il sole. Il meteo dice che il beltempo durerà
mezza giornata e dopo cadrà del nevischio e allora bisogna andare.
Il trekking di oggi 24 febbraio è
un anello da Marradi alla Badia del Borgo e poi nella antica strada per l'eremo
di Gamogna e indietro lungo il crinale verso il paese. Il percorso è lo stesso
della "stralunata di settembre" la passeggiata notturna con la luna
piena, che è nell'archivio del blog. Eravamo 44 quella sera ma oggi sono solo.
E' l' ultima luna piena prima dell'equinozio di primavera e
allora era l'ultimo plenilunio prima dell'equinozio d'autunno.
C'è una strana arietta di fine
stagione, tiepida, però in terra c'è più di mezzo metro di neve. Fino alla
Badia del Borgo la strada è pulita e le ciaspole non servono. Da Jum e Burg
(Imo il Borgo) in poi la musica cambia. Questo gruppo di case antichissimo era
il "borgo basso, umile" contrapposto al Borgo Badia, che è di là dal
fiume, dove abitavano i padroni e l'abate.
Jum e Burg
Al bivio di Val Bigoncio comincia
la fatica. Di qui non è passato nessuno e si affonda fino al ginocchio. La
strada di Gamogna è proverbiale per essere ripida e quindi è chiaro che dovrò
procedere a tappe. Me l'hanno spiegato bene gli esperti dei trekking invernali:
"Quando sei da solo nella neve fonda non ti accanire, conta quaranta passi
e poi fermati un po' anche se potresti andare ancora".
Il bivio per l'eremo
di Gamogna
E per due ore ho fatto così, fino
alla cima. Dentro la macchia i rami piegati dalla neve, colpiti e scossi con la
racchetta
frustavano quelli in alto e così ho fatto una serie di docce. Tutto fa parte del gioco e non me ne dolgo. In compenso ho avuto modo di fotografare molto.
frustavano quelli in alto e così ho fatto una serie di docce. Tutto fa parte del gioco e non me ne dolgo. In compenso ho avuto modo di fotografare molto.
Valcroce
Ormai è fatta. La Badia è laggiù
in fondo e qui sopra di me compaiono i ruderi del podere di Valcroce, che è sul
crinale.
Clicca sulle immagini
se le vuoi ingrandire
A Pian della Quercia (è il podere immediatamente sopra alla Badia del Borgo, al centro di questa foto) c'è un famoso castagneto, che si vede sulla sinistra.
Da Valcroce comincia un bel
crinale soleggiato, con qualche saliscendi e con un panorama esagerato anche
verso nord. La prossima meta è il podere di Monte Gianni.
A destra: La strada per Monte Gianni
Sotto: due scorci panoramici verso nord
Sono così giunto a Castelnuovo, di cui si vedono i ruderi qui accanto. Questo nome deve avere qualcosa di veritiero, perché questa casa ha degli archi eleganti e dei muri maestri di pietre ben lavorate, molto più di quelle che di solito si trovano nelle case dei contadini,
Uno sguardo verso la Romagna
da Castelnuovo
Il porco nero, detto anche mora romagnola, era il tipico suino allevato
qui da noi fino a settanta anni fa. Poi fu introdotto il maiale che conosciamo,
quello rosa per intenderci, che viene dall'america.
Il marito della proprietaria di questo sito è un estimatore
della mora romagnola e ha qui a Castelnuovo un allevamento di maiali in
libertà. Di notte alla luce delle lampade frontali si vedono degli occhini
brillanti là nel campo, che fanno un po' impressione se uno non lo sa, però il
porco nero è tranquillo e anche buffo con le sue orecchie a sventola. Ora i
maiali sono al pasto, in mezzo alla neve, non alzano la testa per nessun motivo
e si disinteressano di me, che invece li chiamo per fotografarli. Insomma
mangiano come dei porci.
Monte Romano dista da qui 10km in linea d'aria
L'allevatore è arrivato fin
qui con le ciaspole, vedo le sue impronte e questo mi rende lieto, perché mi
lascia una pista di neve battuta e finalmente finisce la storia dei 40 passi.
Sopra: Monte Gianni
A destra: la valle del Lamone
fino a S:Martino
E sono così giunto a Monte Gianni, posto panoramico oltre ogni dire. Il nome in romagnolo è Mont Zenn e a volerlo proprio tradurre sarebbe Monte Zeno (o monte di Giove).
Ora si tratta di scendere lungo
il crinale di Pian dei Preti. Il nome particolare di questo sito cela forse
qualche episodio particolare? La spiegazione che ne danno gli anziani del luogo
delude un po' perché il nome preciso sarebbe Pian dei prati, visto che qui
c'era un prato piano prima che venisse piantata l'attuale pineta.
La vista del paese che si
avvicina è piacevole e tiene compagnia per un lungo tratto. Visto da qui
Marradi sembra ancora più compresso fra i monti di quanto non sia in realtà.
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